TENTATA RAPINA A CALVI: LADRO MESSO IN FUGA DAL NEGOZIANTE CON UN BASTONE

 

Vito Taffuri, 24 febbraio 2009

 

“Tanto va la gatta al lardo… che ci lascia lo zampino”. Tentata rapina in tabaccheria, la terza della serie dopo Pitocchi e Izzo, nel comune di Calvi Risorta, stavolta però con un esito nettamente differente. I malviventi, stavolta, hanno incontrato un caleno, come dire,tosto’ e comunque niente affatto intenzionato a farsi passare la mosca dal naso e che di fronte alle pretese di un quarantenne sbandato benché armato di pistola (probabilmente finta), ha finto di acconsentire per poi reagire prendendo letteralmente a bastonate il malintenzionato.


Ecco che calza a pennello il vecchio proverbio della gatta ladra che alla fine rischia di rimetterci la pelle, anche se non fosse un buon consiglio quello di reagire ad un mezzo folle che pistola in pugno tenta una rapina: non sempre si incontrano tonti come l’individuo che ha tentato questa sera di rapinare il signor Giovanni Cardillo. Meglio, molto meglio munirsi di un allarme o di un sistema di riprese video a circuito chiuso. Passando oltre, il balordo sotto una gragnola di bastonate se l’è svignata verso il complice che in funzione di palo attendeva in auto a cinquanta metri di distanza dalla tabaccheria situata a via Cales; un punto facile da raggiungere ma anche facile da abbandonare.

 

Ed ecco la sorpresa molto relativa: la macchina usata dai rapinatori.


Sempre la stessa, stando ai racconti dei rapinati: una Fiat Punto di colore scuro. Anche stavolta, per la fortuna dei bandito, nemmeno l’ex assessore comunale Cardillo ha fatto in tempo a trascrivere il numero di targa del veicolo maledetto sulle cui tracce si sono messi i carabinieri di Calvi diretti dal maresciallo Massimo Petrosino. E adesso una considerazione esclusiva: questo sito, molto modestamente, aveva scritto e previsto questa terza rapina. Avevamo detto: dopo le frazioni i criminali si sposteranno in centro. Qualcuno avrà sorriso dipingendoci come profeti di facile sventura. E invece… avevamo ragione, purtroppo.


Questo si chiama ‘effetto di prossimità’ in altre parole che meccanismo per cui chi vive veramente la città, alla fine, col tempo, ne percepisce abitudini, virtù e problemi e riesce a prevedere cose che altri non si affannano nemmeno a pensare. E ora? Che succede? Cosa dobbiamo aspettarci? Guardiamo nella sfera di cristallo del nostro monito del passato ed ecco che ci viene automatico dire: adesso i rapinatori passeranno ad altri negozi, sempre piccoli, sempre abbastanza isolati, prima nelle frazioni e poi di nuovo in centro.