CASO CAIANIELLO: ZACCHIA ALLA SBARRA

 

Vito Taffuri, 23 febbraio 2009

 

Sin dal 2005 abbiamo seguito e documentato, con dovizia di particolari, quanto accadeva presso il comando di Polizia Municipale di Calvi Risorta. Lo scorso 22 maggio prima udienza che slittava al 15 ottobre 2008, dove nella seconda udienza però il dr. Giacomo Zacchia, oggi ex sindaco di Calvi Risorta, veniva rinviato a giudizio per l’ipotesi di abuso in atti d’ufficio nei confronti della comandante della P.M., la dr.ssa Anna Caianiello.

 

Nella giornata di domani si celebrerà la terza udienza presso il Tribunale Sezione Penale, di Santa Maria Capua Vetere, sicuramente il dr. Zacchia questa volta sarà presente in aula con i suoi avvocati per difendersi dalle accuse di abuso d’ufficio, che dopo la denuncia della comandante della polizia municipale sono iniziati i primi guai giudiziari dell’ex sindaco di Calvi Risorta.


Ma ricostruiamo per un attimo l’intera vicenda che, da ormai 4 anni, vede contrapposti il farmacista e l’ufficiale dei caschi bianchi. La comandante, in forza al comune dal luglio del 2003, è stata infatti dapprima esautorata, nel febbraio 2005, dalla responsabilità del settore di Polizia Municipale – attraverso dei decreti sindacali che il G.I.P., alla luce della decisione assunta, riteneva evidentemente illegittimi –, e successivamente, il 30/03/2006, rimossa dal comando del Corpo con un semplice verbale di accertamento (a firma del Sindaco, dell’ing. Bonacci e del segretario comunale), che veniva impugnato dalla comandante ed annullato dal Giudice del Lavoro con provvedimento del 14/07/2006, con il quale veniva ordinato il reintegro della Caianiello nelle mansioni di comandante e condannato il comune al pagamento delle spese processuali.


Quindi domani mattina nuova udienza per il caso Caianiello, alle ore 09:00 circa si celebrerà la terza udienza, dove vede il Farmacista Zacchia e la comandante dei caschi bianchi contrapposti. Una cosa è certa, che se l’abuso d’ufficio sarà accertato, comporta infatti la reclusione da sei mesi a tre anni per i responsabili del provvedimento illegittimo, vista la grande mole di prove documentali prodotte dalla Caianiello, l’unica possibile “strategia difensiva”, che l’ex sindaco ed i suoi legali potranno verosimilmente adottare, sembra essere quella di puntare dritto alla prescrizione.

 

Insomma, staremo a vedere come finisce questa lunga e tortuosa inchiesta giudiziaria, se si potrà assistere o meno a una sentenza esemplare per qualche politico locale.