Anche un caleno tra i militari casertani presenti ad Abechè nel
cuore dell’Africa
Napoli.com,
19 febbraio 2009
Girando
per il Ciad, terra d’Africa arsa dal sole e senza sbocchi al mare, si vive e si
muore con facilità. La presenza di uno scarso accesso all'acqua potabile e la carenza di infrastrutture, di strade facilmente
percorribili, soprattutto da giugno a settembre a causa delle piogge massicce,
rendono spesso inaccessibili diverse zone del Paese africano.
Inoltre la maggior parte delle scuole esistenti sono ripari temporanei, eretti
con materiali rudimentali, che devono essere ricostruiti all'inizio di ogni anno scolastico, dove il 95% della popolazione
sfollata è analfabeta. Le scarse condizioni igieniche e il basso livello
nutritivo del cibo disponibile comporta un
peggioramento dello stato di salute dei bambini con il rischio di malattie. Ma
proprio qui, in questa sperduta landa africana, si riflette sul senso della
vita, cioè di quanto basti poco per trovare un momento
di felicità ma di quanto manca tanto per viverla a lungo.
Proprio ad Abechè opera un contingente italiano
composto di 100 militari provenienti dalle quattro Forze Armate. Il
contingente, denominato task force “Ippocrate”,
comandato dal Colonnello di fanteria Giorgio Bertini
della Brigata Pozzuolo del Friuli,
comprende un Ospedale da Campo Militare, con personale sanitario altamente
specializzato ed in grado di effettuare qualunque intervento d’urgenza,
proveniente prevalentemente dal Policlinico Militare Celio di Roma.
L'operazione militare a guida europea ha l'obiettivo di contribuire alla stabilizzazione dell'area al confine con il Darfur, al fine di facilitare la distribuzione degli
aiuti umanitari, contribuire alla protezione dei civili in pericolo e favorire
il ritorno dei profughi. Folta la rappresentanza di militari casertani che operano nella Task Force “Ippocrate”.
All’interno dell’ospedale operano come infermieri professionali il Primo
Maresciallo Luogotenente dell’Aeronautica militare Michele Braco,
originario di Aversa, padre di Anthony
e Chiara, ottimo conoscitore della lingua francese in Ciad, qui di vitale
importanza e decano della task force; appartenenti all’Esercito Italiano sono
il Maresciallo Capo Francesco Di Tella, originario di Frignano, sposato con la
signora Francesca Cozza e padre di Mattia e Manuel e il Maresciallo
ordinario Giampiero Serio di Calvi Risorta sposato con la signora Anna Maria De Biasio e padre del piccolo Armando.
Il primo svolge il delicato incarico di strumentista di sala operatoria, il
secondo coordina tutte le attività sanitarie relative alle
visite ambulatoriali e degenze chirurgiche. All’interno dell’assetto del 232°
Reggimento trasmissioni di Avellino, comandato dal
tenente Pietro Cassarisi, che fornisce i collegamenti
strategici verso l’Italia, in qualità di operatore per la ricezione dei
messaggi di carattere ordinario provenienti da e per l’Italia, opera il Primo caporal maggiore Augusto Mingione,
originario di Santa Maria Capua Vetere
e residente a San Tammaro. Nel reparto sanità del 10° Reggimento di
manovra di Persano (SA), comandato dal capitano
Eugenio Fortunato, a garantire il puntuale e continuo sostegno logistico
all’ospedale da campo operano: il Caporal maggiore
capo Giuseppe Affinito, di Maddaloni
e sposato con la signora Virginia Sivo, responsabile
della gestione dell’impianto idrico; il Caporal
maggiore scelto Massimiliano Martino, nato a Teano ma residente a Marzano Appio, responsabile della custodia, manutenzione e
gestione dell’armeria; il Caporal maggiore Vincenzo
Vitale, nato ad Aversa ma residente a Succivo che
svolge le sue mansioni di operatore del modulo
chirurgico eliotrasportabile all’interno
dell’ospedale da campo.
Oltre le attività sanitarie messe in campo dal personale medico e paramedico
dell’ospedale da campo italiano, molto stanno facendo i militari per la
popolazione locale dal punto di vista umanitario. Le molteplici attività di
sostegno umanitario fate fino adesso grazie all’aiuto di associazioni
ONLUS e parrocchie hanno rafforzato l’immagine degli “italiani brava gente”
riconosciuta al nostro paese da tutte le nazioni in cui l’Italia è presente con
le proprie truppe. “Costruttori di pace” è appunto il nome che da diverso tempo
viene assegnato ai militari italiani. Il sorriso
riconoscente di un uomo, donna o meglio ancora un bambino di tenera età a cui hai salvato o meglio ancora hai migliorato la propria
condizione di vita, sia dal punto di vista sanitario ed umanitario è un
regalo che non ha prezzo; lo sa bene il gruppo dei militari casertani
presenti nel cuore dell’Africa che cercano di portare ogni giorno sui volti di
chi ha bisogno un minimo di serenità in una terra così martoriata, dove la
miseria e la povertà la fanno da padroni.