Quando il maresciallo di Sparanise ed il sindaco di Calvi erano filonazisti

Caserta24ore, 18 febbraio 2009

Sono stati rinvenuti dal prof. Paolo Mesolella, presidente dell’Archeoclub caleno due documenti molto interessanti che attestano il comportamento filonazista del sindaco di Calvi e del maresciallo dei carabinieri di Sparanise durante gli anni dell’armistizio del 43 e la triste storia che ha portato al cambiamento del nome di Via Giudea in via Nicandro Zitiello a Petrulo. I documenti rinvenuti a Napoli, sono due articoli apparsi rispettivamente sull’Avanti del 28 maggio e del 2 aprile 1944.

Nel primo, intitolato “A Calvi Risorta perché rimane il sindaco?” si scopre tra l’altro che “ fu ed è stato sempre un ultra fascista, collaborando fin dalla primissima ora con Riccardo Mesolella di Sparanise e la sua cricca; che dal 1928 al 1932 fu segretario politico del fascio di Calvi Risorta, e successivamente, e per molti anni, fu podestà fascista dello stesso comune; che, in qualità d podestà, col denaro comunale acquistava mobili, macchine da scrivere e oggetti di cancelleria e li donava al fascio locale; che in omaggio alla legge razziale fascista cambiò l’antichissima denominazione di “Via Giudea”, nella frazione di Petrulo, in quella di Via Nicandro Zitiello, un milite caduto nella nazifascista guerra di Spagna; che fu un tedescofilo convinto ed un collaboratore attivo delle orde tedesche.

Collaborazione – si legge nel documento - che si intensificò dopo l’armistizio. Infatti: “Offriva pranzi e riceveva inviti e colazioni da ufficiali e sottufficiali tedeschi. Si adoperava a far affluire agli accantonamenti tedeschi patate, uova, polli, capre, pecore, vitelli, suini che con l’aiuto dei carabinieri faceva razziare per le campagne, avvalendosi dei ruoli della tassa bestiame. Da lui venne consegnato ai tedeschi l’elenco dei ruoli della divisione “Pasubio” i quali dal comando divisione erano stati affidati ai contadini per sottrarli alla rapina teutonica con l’intesa di riconsegnarli all’esercito italiano quando la bufera fosse passata.

Operò la requisizione delle biciclette per consegnarle ai tedeschi, obbligando perfino a tirar fuori quelle che erano state murate (caso Canzano Francesco). Lo stesso fece per tre automobili nuove nascoste in Calvi. E anche alcuni camion della “Pasubio” furono immolati dalla tedescofilia del podestà caleno. Sull’Avanti (giornale socialista) di Domenica 2 aprile 1944, invece, c’è un articolo intitolato

“Il maresciallo di Sparanise”, in cui è scritto:”Ci associamo a L’Unità nel segnalare l’opportunità dell’allontanamento da Sparanise del comandante della stazione dei Carabinieri. Egli fu pronubo favoreggiatore dei fascisti nonché il fervido coadiutore dei nazisti negli scempi perpetrati durante il mese di terrore con le demolizioni, i saccheggi, gli incendi, le razzie”.