Il presidente travolto da Gomorra si
rifugia a Lourdes
Il
Giornale.it, 13 febbraio 2009
Gian
Marco Chiocci
Dal clan dei casalesi ai miracoli
della Madonna. Parabola cristiana per l’ex democristiano
Sandro De Franciscis, rutelliano
doc, presidente della provincia di Caserta.
Travolto dagli scandali - buon ultimo quello dei lavori affidati alla ditta del
boss camorrista Giuseppe Setola - l’esponente del Pd
ha annunciato che lascerà presto la poltrona per il prestigioso
incarico del Bureau Medical di Lourdes specializzato
nella valutazione scientifica delle guarigioni soprannaturali.
Un «ritiro» spirituale dopo le troppe amarezze terrene: dalle
intercettazioni con il suo braccio destro Anthony
Acconcia dove parlava di «coperture con la camorra di Casale» agli scandali
sulle assunzioni di favore presso le società partecipate “Terra di Lavoro” e “Cms”, fino ai veleni sulle indimostrate
coperture giudiziarie da parte dell’ex procuratore-parente Mariano Maffei.
I rapporti con la «General Impianti» riconducibile al
capo di Gomorra hanno creato non pochi imbarazzi
all’interno del Partito Democratico. Undici lavori per 400mila euro - secondo
la Dia - non rappresentano spiccioli per una Sas già
monitorata per irregolarità negli appalti al comune di Calvi Risorta a rischio
di scioglimento per mafia.
Quando la società del boss inizia a
incamerare soldi pubblici con incarichi diretti sempre attraverso il
conferimento di cottimi fiduciari, a guidarla c’è il fratello di Giuseppe
Setola, Pasquale, finito in cella per vicende legate anche alle estorsioni
denunciate dall’imprenditore Gaetano Vassallo. Pasquale resta il titolare della
società fino a quando, coincidenza, proprio l’estorto decide di vuotare il
sacco. A quel punto - secondo la Dia - il fratello del boss si sbriga a passare le consegne della General
Impianti nelle mani di tal Massimiliano Pagano, ritagliandosi un ruolo
meno visibile e apparentemente meno importante: quello di direttore tecnico.
Anche la moglie di Pasquale Setola, Giovanna Baldascino, decide di uscire dalla società e di cedere le
sue quote (5 milioni di lire) a Francesco Pagano, fratello di Massimiliano. Recentemente
l’Espresso ha ricordato come il padre di Massimiliano e
Francesco altri non è che Cipriano Pagano,
imprenditore, citato in alcune intercettazioni in carcere quale «socio in
affari di Pasquale (Setola, ndr)». Cipriano sarebbe stato uno dei maggiori sponsor di De Franciscis «alle amministrative e alla
primarie per la segreteria regionale del Pd»,
e lo stesso presidente - stando alle cronache locali - anni prima avrebbe fatto
da padrino per la cresima del futuro prestanome del clan nella società in rapporti
con la Provincia: Massimiliano Cipriano, appunto,
cugino di Stefania Marinelli, moglie del killer
Giuseppe Setola.
Come se non bastasse, senza ottenere smentite, il sito web
Caserta c’è ha rivelato che il presidente della Provincia è stato «compare
d’anello» anche di Giacomo Zacchia, ex sindaco del Comune di
Calvi Risorta defenestrato nell’imminenza del blitz della commissione
d’accesso per fare luce sui 400mila euro di un appalto alla General
Impianti.
Nel decreto di sequestro della società si fa riferimento ai due
Pagano definendoli «prestanome di Setola» e «proprio la General
Impianti di Massimiliano Pagano è ragionevole ricondurla a Pasquale Setola» a
cui il fratello boss Giuseppe «attribuiva fittiziamente
i beni per non apparire titolare per non correre il rischio di sequestri e
confische». Delle fittizie intestazioni di beni tra fratelli, parlano i pentiti
Diana, Bidognetti e Vassallo.