CALVI RISCHIA DI ANDARE AL VOTO FRA DICIOTTO MESI: TUTTO DA RIFARE PER LE CANDIDATURE

 

Vito Taffuri, 10 febbraio 2009

 

Tre liste di cartone. Tre gruppi politici che rischiano di essere ridotti in cenere al decreto di scioglimento che, secondo i più informati sarebbe già sulla scrivania del Ministro degli Interni. Per capire che cosa succede occorre ricapitolare i fatti, ma, una cosa è sicura: una umiliazione così Calvi proprio non se la merita. Diciannove mesi fa, questa città ha avuto l’onore di ospitare sul comune una commissione d’accesso che ha fatto le pulci agli atti amministrativi contabili e protocollari degli ultimi quattro anni sotto il governo Zacchia.


La missione era quella di trovare eventuali difformità che dessero ragione a chi dal Senato della Repubblica aveva tonato (e ci riferiamo all’ex Senatore Emiddio Novi) prefigurando possibili infiltrazioni camorristiche sul comune caleno. Da quel giorno sono passati quasi due anni, e di novità sempre nel campo delle possibilità che la camorra ha allungato le mani sulla città di Calvi Risorta, si sono fatte sempre più evidenti almeno a livello di sensazioni.


Vedi la General Impianti e poi vedi anche la “general Orsi”, che si sono allattate sotto la vacca grassa del bilancio caleno, che infatti, adesso e ridotto all’osso. E allora noi non sappiamo cosa Diavolo abbia scoperto la commissione d’accesso ma, se dovesse scattare il decreto di scioglimento, le tre liste di cartone, composte, come è facile immaginare, da residuati vecchi e nuovi della catastrofica amministrazione passata.


Infatti, tutti i consiglieri della passata amministrazione, sia di minoranza che maggioranza, sarebbero non candidabili ad eccezione di quelli di opposizione che però per ottenere la riabilitazione si troverebbero a pagare una cifra non piccola al Tribunale Regionale Amministrativo, previo ricorso. Si salverebbe saltato un’eventuale lista formata da persone che nulla hanno avuto a che fare con l’amministrazione caduta.


Tanto per fare un esempio, la lista capeggiata da Zacchia, sarebbe spazzata via, quella capeggiata da Caparco, finirebbe in ginocchio, e l’unica a cavarsela sarebbe l’ipotetica lista che tutti danno capeggiata da Giovanni Lombardi. E’ chiaro adesso che la politica futura di calvi resta aggrappata alle labbra dei signori del Ministero degli Interni.