Rilanciare le città? Serve arte

Il Denaro, 07 febbraio 2009

 

Patrimonio storico urbano e sviluppo: il ruolo strategico delle Fondazioni. Anche Calvi Risorta riscoperta come uno dei centri del “bello” in Campania.

Puntare sulla cultura partendo dalle città d'arte come motore di sviluppo del Sud e con un'attenzione al ruolo strategico delle fondazioni bancarie. Certo, lo sguardo al futuro del Mezzogiorno è appannato dai germi della separazione e della debolezza di interventi strategici davvero condivisi; dalla consapevolezza che, seppure Napoli e la Campania dominano a Sud, il divario con il centro Nord è più ampio rispetto a dieci anni fa.

Insomma, luci ma anche ombre: a parlare sono i numeri contenuti nel primo Rapporto sulle città d'arte del Mezzogiorno realizzato dall'associazione nazionale Cidac (presidente l'assessore alla cultura della città di Torino, Cesare Alfieri), in collaborazione con i ricercatori di Mecenate '90. Lo studio, presentato in questi giorni a Palazzo Ricca, sede della Fondazione Banco Napoli presieduta da Adriano Giannola, ha stimolato un vivace dibattito tra rappresentanti delle amministrazioni governative centrali e del Sud.

I numeri del rapporto. Due anni di lavoro, dal 2006 al 2007, circa 380 pagine in via di pubblicazione: la ricerca parte individuando 185 comuni a vocazione turistico-culturale, di cui 47 in Campania. L'analisi circoscrive l'esame a 5 regioni del Sud (Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia). Tra queste, selezionate 26 città d'arte per la rilevazione dei dati prima inediti. Benevento, Capua, Caserta, Ischia, Napoli, Pompei, Salerno le 7 realtà campane studiate da vicino. Dei 30 musei statali più visitati, 6 sono nel sud e, di questi, 5 in Campania. Circa 170mila addetti occupati nella filiera culturale rispetto a un milione in Italia.

Nella ripartizione delle spese, il Sud si aggira intorno al 3 per cento della spesa totale, per la gestione dei teatri citata tra i livelli più alti di spesa la città di Caserta. Divario con le realtà del centro nord anche per la fruizione turistico – culturale dove il record raggiunto dal Museo civico di Castelnuovo con le 110mila presenze nel 2007 è ancora distante rispetto a quelli raggiunti da città come Siena (405mila), Torino (312mila), Mantova (209 mila).

Nel Mezzogiorno, isole comprese, operano solo 12 fondazioni di origine bancaria, su 88 in totale e tutte limitate ad una ridotta dotazione patrimoniale, solo nel 2007 il 67 per cento destinato al Nord, il 26 per cento al Centro e il 6 per cento al Sud. Insomma da una lettura rapida dei dati emersi dal rapporto, se Napoli con il suo territorio non sfigura nel panorama della domanda offerta turistico culturale del Sud, in ascesa città come Benevento e Salerno specie nell'organizzazione e promozione di eventi, è sul confronto nazionale a trovarsi ancora in serie difficoltà. Il dibattito Folta la presenza istituzionale in occasione della presentazione del primo Rapporto Cidac.

Ad introdurre i lavori, Adriano Giannola, presidente della Fondazione Banco Napoli che nell'accogliere l'importanza della ricerca sulle città dell'arte, ribadisce l'interesse per le fondazioni nelle prospettive di intervento per il rilancio del Mezzogiorno, l'importanza di una collaborazione con il Ministero dei Beni culturali "per ragionare sulle strategie, dare e ricevere stimoli come fondazioni per realizzare qualcosa di molto significativo" e "laddove è possibile continuare a promuovere le fondazioni di comunità".

L'intervento del governo non si fa attendere molto e giunge da Mario Resca, consigliere del ministro dei Beni culturali Sandro Bondi, che dopo aver ascoltato la sintesi del dossier dai rappresentanti Cidac nella persona del suo presidente Fiorenzo Alfieri e del segretario Ledo Prato, assicura l'interesse per il tema, annunciando la convocazione della prima riunione della commissione paritetica prevista per martedì prossimo per un accordo tra Fondazioni e ministero.

Attenzione del governo anche per i siti archeologici, il consigliere, dopo aver sottolineato la necessità delle città del sud di investire sulla capacità di accoglienza, dichiara che tra i primi obiettivi strategici oltre a Brera e ai Fori romani è prevista anche Pompei (elogiato pubblicamente il suo commissario, il prefetto Renato Profili tra i presenti in sala). A confermare un recente disegno di legge sulla salvaguardia e valorizzazione delle città d'arte (esempio di bipartisan come evidenziato da Fiorenzo Alfieri), la senatrice Diana De Feo, tra le firmatarie dello stesso.

Il confronto, moderato dal giornalista Marco Demarco, si sposta sulle singole esperienze comunali con Nicola Oddati, assessore alla cultura di Napoli, che pur riconoscendo la grande vivacità della città con i nuovi attrattori culturali, i due musei di arte contemporanea, il neonato Teatro film festival, solo per citarne alcuni, l'opportunità di candidare nel 2013 il capoluogo campano a città europea della cultura, si dimostra consapevole del ritardo nella strategia. Da prendere ad esempio le testimonianze dei sindaci delle tre città del sud citate nel rapporto come modelli di comportamento virtuoso, quella del sindaco di Barletta, Nicola Maffei, di Cosenza, Salvatore Perugini e di Melfi, Ernesto Navazio.

"Il circuito delle città d'arte meridionali è in grado di fare sistema ma deve saper puntare sulla qualità. Bisogna saper individuare un punto per ogni città, un bersaglio su cui concentrare gli interventi per aiutare a fare rete nelle città del Sud., e tra queste le associazioni culturali, fondazioni, possono contribuire a valorizzarne le risorse", è il punto di vista di Pio Baldi, direttore regionale dei Beni culturali a Napoli dallo scorso novembre.

La carta della cultura, una partita da giocare insieme, consapevoli, oggi più di prima del "patrimonio a cielo aperto" da valorizzare.