«Caleno»: il Falerno di Nugnes proveniente dall'Ager a fianco

 

Gimmo Cuomo

 

Corriere del Mezzogiorno, 02 febbraio 2009

 

Il vino nasce nella campagna intorno all'antica città di Cales, ovvero la moderna Calvi Risorta.

 

Partiamo dal nome: «Caleno», per rievocare il pregiato vino dell'Agro Caleno (la campagna intorno all'antica città di Cales, ovvero la moderna Calvi Risorta). Eppure, si tratta di un Falerno del Massico, prodotto con uve provenienti dal comune di Carinola, la cui collocazione all'interno dell'Ager Calenus è tuttora incerta e oggetto di discussione tra gli studiosi.

 

Ecco perché non ho mai gradito troppo la scelta degli antichi nomi latini per i vini moderni che con i predecessori hanno in comune praticamente niente se non la provenienza, non sempre, peraltro, come dimostra proprio questo caso, perfettamente coincidente. Meglio, molto meglio appellare il vino col toponimo o microtoponimo moderno che identifica la vigna. Naturalmente, quest'ultima deve esistere davvero, come esiste davvero in questo caso. E regala il valore aggiunto di una materia prima di qualità superiore, che, nelle annate più felici riuscirà a regalare agli appassionati del moderno Falerno, un rosso di grande qualità. Per il momento, prima annata in commercio (2005), riusciamo solo a intuirne le potenzialità.

 

Si presenta con un colore molto fascinoso: rubino carico con giovanili, insistiti, riflessi porpora. Limpido, ha una lacrimazione fitta e densa. Molto ricco il bouquet: sentirete profumi di frutta rossa matura ben fusi con accenti floreali. In evidenza anche note di sottobosco, di cuoio nuovo, di china. Il sorso è leggermente deludente. La componente tannica è, infatti, ancora troppo evidente e prevaricante. Discreta la persistenza. Il finale è caratterizzato da un leggero retrogusto amarognolo che a me non è dispiaciuto, ma che potrebbe anche non incontrare il gusto del consumatore medio (quale, senza ipocrisia, non mi ritengo, ma di cui cerco di tenere presente il punto di vista). Conclusioni: un buon vino territoriale con ampi margini di miglioramento. Provatelo sulla costoletta di maialino nero casertano in padella con le papaccelle e sui formaggi di media stagionatura.