Ma quanto è costata
agli sparanisani la stele commemorativa in pietra
lavica commissionata al caleno Migliozzi?
Sito
ComunediSparanise, 12 gennaio 2009
Sparanise
– Dopo le recenti polemiche innescate dalla lettera inviata ai consiglieri
comunali dal giornalista Ennio Severino, contenente una dura condanna
sull’atteggiamento poco istituzionale dei membri dell’assise
sparanisana, l’argomento “campo di concentramento”
partorisce un’altra querelle che si staglia prepotente all’orizzonte. In città
sono ormai in tanti a domandarsi quanto siano costati i convegni organizzati
dalla giunta Piccolo, che nonostante i patrocini istituzionalmente altisonanti,
registrano una media presenze di 12 unità, inclusi i
relatori che, ma attendiamo conferme ufficiali, per prendervi parte pare
prendano pure il rimborso spese. Ma agli sparanisani non è sfuggito anche un altro particolare di
cui non si conosce ancora il costo.
Quante
migliaia di euro sono stati spesi per la stele
commemorativa commissionata dall’amministrazione comunale di Sparanise all’artista caleno Migliozzi? L’opera realizzata in pietra lavica, posizionata nella villetta comunale a ridosso dell’istituto
che ospita la Scuola Media, ricorda il luogo in cui sarebbe sorto, sul finire
della seconda guerra mondiale, il “campo di concentramento”.
Premesso
che da più fonti, autorevolissime, attendibili e dirette, quella del “campo di
concentramento” di Sparanise appare oggettivamente
come una bufala storica senza precedenti che solo i soliti “specialisti” locali
del revisionismo storico, spacciato a uso e consumo del
proprio ego frustrato, potevano mettere in piedi con impudenza e
sfacciataggine, arrivando ad usare toni sensazionalistici
o da premio Pulitzer, tipici di chi, pur di godere
dei warholiani “15 minutes
of fame” è disposto a cambiare pure la storia.
Del
resto nella nostra provincia siamo già abituati a sorbirci,
nostro malgrado, copiose dosi di pompe quotidiane a base di “anticamorra”
propinate, per decenni, dagli ormai famigerati professionisti dell’anticamorra,
che grazie al presunto ( e falso…) attivismo militante, hanno costruito
carriera, posizione e rendite, figurarsi poi con i professionisti del
revisionismo storico stile “cicero pro dromo sua de’ noantri
caleni”. Sarebbe utile e finanche didattico raccontare la storia per come è realmente andata, soprattutto quando sono ancora in
vita persone capaci di testimoniare in favore dell’oggettività dei fatti.
Allora
vale la pena scrivere una volta per tutte una verità
storica: a Sparanise non è mai esistito un campo di
concentramento come quelli di Aushwitz, Buchenwald o Dachau! Ciò che viene fatto passare per tale, considerata la vicina stazione
ferroviaria, altro non era che un campo di raccolta temporaneo, paragonabile,
fatte le dovute proporzioni, ai centri di permanenza per gli immigrati di oggi.
Del resto, a suffragare i fatti ci sono anche le testimonianze di chi è riuscito a scappare da Sparanise,
diversamente dal silenzio quasi totale, di chi dai campi di concentramento
veri, non ha fatto mai ritorno…
Assodata
questa verità, ripetiamo, testimoniabile da decine di sparanisani
ancora in vita, possiamo disquisire di tutto, anche di polemizzare su quanto sia costata la stele commemorativa, commissionata da
Piccolo, Fattore & company al caleno Migliozzi, alle tasche degli sparanisani,
anche veicolando nuovi spunti suggeriti dai lettori. Gli sparanisani infatti si sono posti un interrogativo legittimo: ma è mai
possibile che la nostra comunità necessiti di risorse “straniere” per la
realizzazione di opere di pubblico interesse o della presenza a gettone di personaggi
storicamente noti ai più come raccomandati di partito, o di nuovi “filosofi del
guanto caleno” da sempre in lite con la lingua
italiana, cresciuti e allattati all’ombra delle curiali sottane, per erudite
relazioni sulle nobili figure del passato?
Suvvia.
Piantiamola di raccontare balle, tanto il popolo di Sparanise,
quello vive il presente, tutto può essere tranne che fesso!
E poi, considerato il periodo natalizio, sarebbe stato più carino e certamente
lodevole, utilizzare quanto speso, o per meglio dire quanto fatto spendere a
terzi, in contributi da far spendere alle famiglie meno abbienti presso le
attività commerciali di Sparanise, che invece delle
vendite sono state costrette a godere le dolci e soporifere note emesse dagli
altoparlanti in pieno stile, quello si tristemente
originale, del film “Il bambino dal pigiama a righe” ambientato a ridosso di in
un campo di concentramento vero!