Anche l’antica Cales
nell’itinerario delle visite nella provincia di Caserta
Casertanews, 09 gennaio 2009
Terra di
passaggio e crocevia tra culture diverse, la Campania ha
saputo conservare nei secoli la propria identità, conservando con cura le
proprie tradizioni. In questi luoghi il senso del sacro è ancor oggi il filo
conduttore per penetrare nell'animo più profondo del popolo campano, che ha
saputo esprimersi attraverso opere architettoniche ed artistiche di estremo valore. Basti pensare alle
innumerevoli chiese affrescate, ai santuari e agli eremi. Il territorio
della provincia di Caserta, poi, può essere considerato un museo all'aria
aperta poiché, in ragione dell'antichissima frequentazione umana di questi
luoghi, suggestive testimonianze architettoniche ed
artistiche sono disseminate nelle dolci campagne che circondano i centri
abitati.
Visitare la
provincia di Caserta permette d'immergersi in un ambiente incantato, dove la
storia ha lasciato le sue impronte. Il paesaggio riporta al Medioevo e, ancor
più il là nel tempo, a grandi civiltà antiche. Paesini
arroccati e castelli eretti in posizioni strategiche per il controllo del
territorio e, tra la vegetazione, mura diroccate e strade lastricate,
santuari costruiti su templi pagani, tombe e necropoli.
L'arrivo nel
Parco del Matese è previsto per la prima mattinata. Incontro con i nostri assistenti e trasferimento ad Ailano, paese dalle case bianche, edificato alla sommità di
un colle. Visita delle rovine del Monastero benedettino di Santa Maria in Cingla, fondato nel medio Volturno poco prima del 748 per volontà del duca
di Benevento Gisulfo II sui resti di una chiesa privata, San Cassiano, proprietà dello sculdascio
beneventano saraceno. Importantissimo monumento
medioevale, accoglieva, fino alla venuta dei Normanni, solo fanciulle
nobili longobarde e, dopo due secoli dalla sua costruzione, estendeva il suo
dominio dalle valli del fiume Lete fino alle contee
di Venafro e Teano.
Scavi
archeologici effettuati nel XIX secolo e all'inizio
del XX, portarono alla luce sepolcri ed ossa, tronchi di colonne, capitelli,
cornici e una parte del pavimento a mosaico della chiesa; Attualmente tra i
resti del Monastero di Santa Maria in Cingla, si possono riconoscere il recinto e, tra quelli
della chiesa abbaziale, larga quasi 20 metri, l'abside laterale destra e quella
di sinistra, colonne e pietre. Prima del pranzo in ristorante tipico, sosta
alla sorgente di acqua sulfurea, da cui sgorga acqua
minerale acido solfidrica, che, prima della II Guerra Mondiale, veniva
sfruttata per bagni termali. Oggi, è meta di visitatori per il caratteristico
gusto dell'acqua e, pare, per i suoi benefici effetti dermatologici.
Nel pomeriggio
visita della Chiesa e del Convento di San Francesco, monumenti edificati per
opera del conte Scipione Pandone nel
XV secolo; furono possedute prima dai Frati Minori, poi dai Padri Serviti. Qui vengono conservate le mummie di Federico Pandone
Conte di Cerro, di sua moglie e della figlia, morti nel Castello, nel XVI
secolo. Si proseguirà, poi, con la visita di Alife che sorge sul luogo dove c'era la colonia romana di Alliphae, al centro di importanti vie di comunicazione e di
una vasta rete di centuriazione del I secolo a.C. ancora mantenuta nell'attuale
tessuto rurale. Visita della Cattedrale di Santa Maria
Assunta e della cripta romanica, conservata intatta, a cui si accede da due rampe delle navate laterali. La cripta è
realizzata con l'impianto ad oratorium, a pianta
rettangolare, sostenuta da colonne provenienti dal teatro romano di Alife; ha un abside centrale e
due absidiole laterali, e sorge su un'area termale
romana i cui resti si possono ancora osservare nel pavimento. I capitelli sono in parte più antichi, in parte anteriori al sec. XI e
imitanti l'antico. Nell'abside centrale si trova l'altare in muratura dove,
fino al 1716, furono riposte le reliquie di San Sisto, traslate, poi,
nell'altare di una cappella appositamente costruita
nel transetto superiore. Cena in ristorante tipico e pernottamento in hotel.
La mattina
successiva, dopo la prima colazione in hotel partenza per l'antica Cales che fu, dal 334 a.C., colonia romana preposta a
funzioni di controllo della zona ai confini settentrionali della Campania
antica, nel territorio degli Ausoni. La città, cinta da mura possenti, nel suo periodo di massimo
splendore, occupava una superficie di oltre 60 ettari, era racchiusa da mura e
difesa da un fossato profondo oltre i 20 metri. Ma
la sua storia è molto più antica. Nel 2500 a.C. Cales era una delle principali
città del popolo degli Ausoni,.
La leggenda vuole che sia stata fondata da Calai, figlio della ninfa Orizia e di Borea, uno dei mitici eroi della spedizione
degli Argonauti; secondo Virgilio, Cales accorse in
difesa di Turno contro Enea. Relativi alla fase protostorica,
arcaica e preromana dell'abitato sono le
testimonianze archeologiche emerse nel corso di indagini
eseguite negli anni scorsi. Della città antica, che si conserva in tutta la sua
estensione, rimangono, anche se non chiaramente
leggibili, interessanti evidenze: la cinta muraria, alcuni tratti della quale
sono in opera quadrata, e il cosiddetto Ponte delle Monache, scavato nel banco
tufaceo per consentire il passaggio della strada che si dirigeva verso l'agro
Falerno, presso il quale è stato di recente esplorato un edificio pertinente ad
un santuario urbano con stipe votiva. Ma tra le più cospicue testimonianze
sopravvissute, tutte di età romana, ci sono
l'Anfiteatro, risalente al I secolo a.C. con successive fasi di età imperiale,
il complesso delle Terme centrali, anch'esso degli inizi del I secolo a.C., che conserva quasi integralmente parte degli ambienti,
taluni ancora con la decorazione in stucco, e quello delle Terme
settentrionali, databili al II secolo d.C., i cui
resti sono visibili lungo l'asse viario principale della città antica. Non
lontano si osservano le strutture del Teatro, forse di epoca
sillana, con successivi rifacimenti di epoca
imperiale, del quale di recente è stata posta in luce la cavea costruita su
gallerie a doppia arcata; ed infine i ruderi di un castellum
aquae e di un edificio templare su podio di età
imperiale, da identificare probabilmente c on il Capitolium
del Foro. Al termine della visita pranzo in ristorante tipico.