Rubata l'intera recinzione dell'antica area archeologica di Cales

Corriere del Mezzogiorno, 07 gennaio 2009

Giancarlo Izzo

Smontata e rubata parte della recinzione in alluminio che proteggeva il sito archeologico dell'antica Cales. I malviventi, approfittando della notte, hanno operato indisturbati per molte ore. Adesso per i ladri d'arte sarà più semplice depredare la zona. Si tratta dell'ennesimo furto in uno dei siti archeologici più importanti dell'intera Campania. Una lunga lista di episodi che pone in evidenza l'assenza di efficaci controlli a salvaguardi dei beni archeologici. Assenza di controlli che permette ai ladri di agire con tranquillità.

Così, nel 1997 vennero trafugate alcune colonne che facevano parte di una grande struttura templare, o probabilmente un grande santuario, sul fianco orientale del sistema dei fossati difensivi che, ancora oggi, cingono la struttura urbana. Due anni prima, nella primavera del 1995, era stata interamente saccheggiata una piccola necropoli, tardo antica, contigua alle strutture che , secondo l'archeologo Werner Johannowsky, apparterrebbero ad un complesso abitativo greco.

Un quartiere interamente abitato da sacerdoti addetti ai riti sacri che si tenevano nei pressi dei due pozzi sacri rinvenuti a pochi metri dal ponte dell'autostrada A1. La zona sacra di probabile pertinenza ellenistica, venne saccheggiata nel 2001: i pozzi usati per la phialomanteia (la lettura di fondi di fiala all'interno dei pozzi stessi) furono obliterati con due grandi massi, dopo l'esplorazione clandestina delle cavità scavate fino a dodici metri.

Un lavoro durato molti giorni senza che nessuno riuscisse ad intervenire. Sul finire del 2007, invece, ignoti avviarono uno scavo clandestino all'interno del teatro, proprio dove è stato asportato nottetempo il cancello di protezione fatto impiantare dalla Soprintendenza sul finire degli anni ottanta.

«La città antica di Cales — afferma Salvatore Minieri, giornalista esperto di archeologia e attento osservatore delle vicende che travagliano il sito archeologico caleno — è tra i siti più esposti e saccheggiati d'Europa. Mai, nel corso degli ultimi decenni, si è pensato di dotare Cales di un sistema valido di controllo e sorveglianza. Il sito negli ultimi tempi è diventato preda esclusiva dei saccheggi che avrebbero una committenza riferibile in maniera cristallina ai cartelli camorristici operanti in Campania».