Hanno tradito il mandato
elettorale provocando danni alla città
ELIO ZANNI
Il Mattino, 31 dicembre 2008
«A mio avviso chi ha firmato le dimissioni, facendo
crollare l'amministrazione comunale, ha tradito il mandato elettorale
provocando danni alla città di CALVI Risorta
che è in pieno sviluppo in questo scorcio di vita amministrativa. Perché l'hanno fatto, lei mi chiede? Beh, naturalmente non
posso rispondere per conto terzi. Comunque,
diciamo pure, a buon intenditor, che tutti sapevano
delle mie quotazioni per una scalata ai vertici del Consorzio Ce4».
Criptico per i non addetti ai lavori, ma anche
fermo, deciso e al netto di possibili dissimulazioni (plausibili, in casi del
genere), Giacomo Zacchia, da due giorni ex sindaco di CALVI Risorta per la
sfiducia contestuale di otto consiglieri comunali di opposizione più quella
della sua stessa presidente del consiglio, non sembra per nulla abbattuto.
Anzi.
Con le sue dichiarazioni e soprattutto con un
comunicato stampa che vola radente sui motivi del commissariamento,
quasi mai entrando nel merito, bolla di fatto la sfiducia come un episodio da
«basso impero» derubricando ciò che per gli altri è
un «casus belli» politico legato al venir meno di equilibri
consiliari, a una forma di altrui bieca strategia tendente al «perseguimento di
obiettivi e interessi di stretto carattere personale e clientelare».
Insomma, il Zacchia del
day after amministrativo non solo non intona il de profundis della sua carriera
politica, ma rilancia e dichiara apertamente che «ci rivedremo tra cinque
mesi», piazzandosi anzitempo alla testa di una più possibile lista degli uscenti.
Divise così le acque, dall'altra parte ci sarebbe
giocoforza il solo fronte di opposizione,
ringalluzzito dalla riuscita defenestrazione e potenziato da qualche pezzo
importante dell'ex maggioranza. Ma «il quadro non è così semplice» a opinione, per esempio, di Antonio Caparco,
già sindaco di CALVI e
che molti darebbero in quota a una lista civica anti
Zacchia.
«L'ex si è autocandidato?
Noi puntiamo a compiere passaggi più democratici. Il commissariamento?
Ha fatto un gran bene alla città. Ad amministrare c'è un vice prefetto e la
campagna elettorale sarà più equa, grazie al fatto che agli uscenti sarà
impedito di porre in essere eventuali manovre politiche di palazzo in grado di
favorirli nella raccolta del consenso».