DIMISSIONI IN MASSA: SCIOLTO
IL CONSIGLIO
Il Mattino, 30 dicembre 2008
ELIO ZANNI
Il Prefetto Ezio Monaco
ha disposto la sospensione del consiglio comunale di Calvi Risorta in seguito
alle dimissioni di nove consiglieri. Per la provvisoria gestione dell'ente è stato nominato commissario il vice prefetto,
Vincenzo Lubrano.
«Uniti per Calvi»: divisi per amministrare. Sembra essere questa
la metafora, attecchita a Calvi Risorta su un retroscena di deleghe assessoriali promesse o negate, alla base delle dimissioni di otto consiglieri comunali d'opposizione (Gaetano Capuano, Antonio Caparco,
Massimo Taffuri, Casto Geremia, Nicola D'Onofrio, Giovanni
Marrocco, Claudio De Biasio e Amedeo
Martino) e del presidente del consiglio Gabriella Perrotta.
Nove destituzioni su diciassette componenti il civico
consesso che, ieri mattina, hanno determinato la caduta dell'amministrazione
comunale retta dal sindaco Giacomo Zacchia.
Chiude così i battenti il
governino votato a giugno del 2004 da 2.510 cittadini, il doppio dei voti
della principale lista antagonista «I Democratici»
del candidato sindaco Capuano. Dunque,
i voti c'erano. E anche un programma elettorale improntato sul cambiamento e
catalizzato dal dinamismo del sindaco transitato, in
un momento che deve essergli sembrato quello giusto, da Forza Italia al Pd agevolando i
rapporti provinciali e con i compagni di cordata.
Altre «stampelle
amministrative» le opere pubbliche: quelle messe in cantiere e quelle maturate
(dalla piscina comunale in poi), ma concepite
dalla passata gestione Caparco. E se le prime
(dall'illuminazione pubblica alle giostre della villa comunale) in seguito ad
esposti avrebbero attirato l'attenzione della
magistratura e l'insediamento della commissione di accesso, le seconde sono
riuscite a dare, a una cittadina con meno di seimila abitanti, una visibilità mediatica unica.
Ecco perché è convinzione generale che lo scivolone sia
squisitamente politico, ravvisabile nella serie di equilibri
persi e riacquisiti mettendo assieme gli uomini al netto dei partiti di
appartenenza. Ecco che, a sei mesi dall'insediamento, Zacchia, negando
visibilità al compagno di lista Taffuri e Geremia, ne avrebbe
determinato l'allontanamento dalla maggioranza. Idem con D'Onofrio e Marrocco, quest'ultimo sostituito
dal consigliere di opposizione Perrotta
recente fondatrice, questo è il punto, della lista «Democrazia e Libertà».
Un'idea ben vista dai consiglieri Caparco,
De Biasio e Martino quale leva per la defenestrazione di Zacchia.