I CONSIGLIERI MANDANO A CASA IL SINDACO

 

Diego Penna

 

Corriere di Caserta, 30 dicembre 2008

 

I con­siglieri comunali si ammuti­nano e mandano a casa il sindaco Zacchia.

 

Arriva il commissario prefettizio, Vincenzo Lubrano, che guiderà il Comune fino alle prossime elezioni. Un fulmi­ne a ciel sereno, che ha scosso la politica di Calvi Risorta di buon mattino e colto di sorpresa il primo cittadino che era fuori città. Ieri hanno rasse­gnato le dimis­sioni otto consi­glieri comunali di opposizione e maggioranza e la presidente del Consiglio Comunale Gabriella Perrotta, eletta nelle fila della lista di Gae­tano Capuano e transitata successivamente nella mag­gioranza che fino a ieri reg­geva Zacchia. Gabriella Per­rotta, forzista legata a Nico­la Cosentino, aveva garanti­to la giunta a prevalenza Pd, ottenendo la carica di presidente del Consiglio, a segui­to dell'espulsione dalle fila di Zacchia dei consiglieri Massimo Taffuri, Geremia Casto, Nicola D'Onofrio e Giovanni Marrocco. Gabriella Perrotta aveva costituito in assise un grup­po consiliare insieme al vicesindaco Piero Salerno.

 

Le dimissioni sono state pre­sentate, dunque, da Antonio Caparco, Giovanni Marroc­co, Gaetano Capuano, Massimo Taffuri, Nicola D'Onofrio, Claudio De Bia­sio, Geremia Casto, Oreste Martino e Perrotta hanno dunque spedito a casa Zac­chia, a pochi mesi dal termi­ne naturale del suo mandato.

 

Operazione politica riuscita dopo che ormai era stato allontanato lo spettro di un commissariamento paventa­to a seguito della nomina di una commissione di accesso, che per mesi ha cercato tra i documenti del palazzo di governo cittadino eventuali illeciti senza, al momento, trovare alcuna irregolarità. Ora il destino di Calvi Risorta è di andare alle ele­zioni del 6 e 7 giugno pros­simi per rinnovare il consi­glio comunale e scegliere il nuovo sindaco.

 

Sarà quella l'occasione per Giacomo Zacchia per ritentare la sca­lata al palazzo comunale, magari con una maggioranza più solida e fedele. Come detto, il sindaco è stato avvi­sato dell'ammutinamento mentre si trovava fuori città, la notizia non sembra averlo scombussolato più di tanto, se non per l'amarezza dimo­strata dalla sue parole.

 

“Ho onorato come giusto che fosse con il mio impegno 4 anni 6 mesi e 14 giorni il mandato ricevuto dai cittadi­ni, con impegno h24 nell'in­tento esclusivo di fare il bene della comunità calena. Tra mille difficoltà, tante sono state le cose realizzate sia in termini di opere pubbliche che in termini di cre­scita socio culturale della comunità stessa. Non sono qui ad elencarle perché per me parlano i fatti. Al momento non posso che dare un augurio di buon anno alla comunità con la promesse che il 6 e il 7 giugno trionferemo di nuovo. Con una preghiera al Signo­re a che possa perdonare chi ha permesso che accadesse tutto questo tradendo il man­dato datogli dai cittadini di Calvi Risorta”.