NOVE CONSIGLIERI SI DIMETTONO:
CADE LA MAGGIORANZA DI ZACCHIA. AL VOTO IL PROSSIMO 6 e 7 GIUGNO 2009
Calvirisortanews, 29 dicembre 2008
Salvatore Minieri e Vito Taffuri
Il 2009 non poteva preannunciarsi
peggiore per il sindaco Giacomo Zacchia e la sua amministrazione. Con una mossa
a sorpresa, infatti, i nove consiglieri di opposizione
hanno rassegnato in blocco, questa mattina, le proprie dimissioni dalla carica
rivestita, dando così avvio alla procedura di scioglimento del consiglio
prevista dal decreto legislativo n. 267/2000. Con ogni probabilità il Prefetto,
come da prassi, decreterà domani stesso la sospensione del consiglio in attesa del decreto di scioglimento, inviando un
commissario prefettizio per la provvisoria amministrazione dell’ente. Finisce
così, con 160 giorni di anticipo sulla scadenza
naturale del mandato, la tanto contestata gestione Zacchia.
Eletto nel 2004, al termine di una campagna elettorale davvero infuocata, i
caleni avevano fortemente creduto nell’ambizioso programma proposto dal giovane
farmacista; ma le attese sono state prontamente deluse. Tanto che, dopo appena 10
mesi di amministrazione, non solo si poteva dire
finita la “luna di miele” con gli elettori, ma si era già arrivati alla
“richiesta di divorzio”. Infatti, alle elezioni provinciali del 2005, Zacchia viene pesantemente sconfitto proprio dall’ex sindaco Antonio
Caparco, con un voto simbolico che aveva il sapore
della bocciatura per la nuova compagine.
È proprio in seguito a questa sconfitta che il sindaco, alla ricerca di capri
espiatori, decreta la fuoriuscita coatta dei consiglieri eletti Massimo Taffuri
e Casto Geremia dal gruppo di maggioranza. Di lì a pochi mesi, il sindaco
espellerà anche il consigliere Nicola D’Onofrio ed il
Presidente del consiglio comunale Giovanni Marrocco,
che avevano manifestato dissenso verso il modo autarchico di gestire il comune,
senza alcuna forma di condivisione delle scelte politiche, decise a monte da
una “coppia di oligarchi” per conto di tutti gli altri, destinati all’ingrato
ruolo di “alzadito”.
D’altro canto l’attitudine epurativa del primo
cittadino è emersa ampiamente nel corso di questi anni quando, alla guida degli
uffici comunali, si sono avvicendati ben 14 segretari e 25 funzionari: grandi
numeri che lasciano poco spazio alle fortuite coincidenze. La fuoriuscita di 4
consiglieri dal gruppo di maggioranza venne bilanciata
con l’avvicinamento del consigliere Gabriella Perrotta
– eletta nella lista di Gaetano Capuano – che, da lì
a poco, sarebbe entrata a pieno titolo nel gruppo “Uniti per Calvi”; ciò
consentiva al sindaco di mantenere la maggioranza con il proprio decisivo voto,
dovendo però porre particolare attenzione, ogni volta, a che fossero sempre
tutti presenti in aula per evitare brutte sorprese.
E le sorprese non sono di certo mancate nel corso della consiliatura
quando, ora per l’assenza di uno ora per quella di un
altro consigliere, le sedute sono state sciolte per mancanza del numero legale.
In fondo era questo lo scotto che il sindaco doveva mettere in conto di pagare
nel momento in cui, in modo autoritario, aveva deciso di espellere 4
consiglieri della sua maggioranza che chiedevano semplicemente – in accordo ai
principi fondanti della coalizione eletta – maggiore
condivisione nelle scelte politiche. A mettersi di traverso, nell’estate del
2007, ci pensò il vicesindaco Piero Salerno: ma fu un fuoco di paglia, subito
spento dopo pochi giorni con il rientro a casa del figliol
prodigo, finanche contro la decisione del suo stesso partito. La litigiosità
dell’amministrazione era ormai all’ordine del giorno, ma al più comportava la
sistematica assenza di qualche assessore senza che ciò determinasse,
però, alcuna conseguenza sulle sorti del governo locale.
La svolta, tuttavia, c’è stata nel mese di ottobre
2008 quando i forti malumori interni si sono tradotti nella decisione del
Presidente Gabriella Perrotta di fuoriuscire dal
gruppo di maggioranza, e di costituire il gruppo “Democrazia e Libertà” in seno
al consiglio comunale. Nel mese di novembre fu il vicesindaco Piero Salerno a
fuoriuscire dalla maggioranza dando vita, proprio insieme alla Perrotta, al gruppo dei “Democratici”. Nel documento con
cui assume tale decisione, il vicesindaco critica
aspramente – così come fecero nel 2005 i quattro consiglieri del “Gruppo Misto”
– un’amministrazione che, a suo dire, non avrebbe per nulla rispettato il
programma ed il Patto con gli elettori, e che accentrava ogni decisione nelle
mani di pochi.
Contrariamente ai consiglieri Marrocco, Taffuri, D’Onofrio e Geremia, però, il vicesindaco conservava la
propria carica e decideva – nonostante le critiche alla sua deludente
amministrazione – di continuare a sostenere la maggioranza con il proprio
voto!!! Fatto sta che tra consiglieri di opposizione e consiglieri che “si
opponevano” ad un certo modo di amministrare la cosa pubblica, la maggioranza
poteva paradossalmente contare su appena 7 consiglieri, mentre la “minoranza”
su ben 10 consiglieri.