TERRIBILE FURTO NELL'ANTICA CALES

 

Salvatore Minieri

 

Calvirisortanews, 04 dicembre 2008

 

Nella notte tra giovedì e venerdì i soliti ignoti sono entrati nell’area archeologica, portando via non bellezze dell’Antichità, ma un intero pezzo di cancello che cingeva la parte est del teatro romano. Incalcolabile il danno, ma soprattutto terribile lo stato di penetrabilità che oggi grava sul magnifico monumento di epoca romana. Se nessuno vigila, Cales diventa la preda più facile da smembrare. Oggi, tra Comune e Soprintendenza, ci si gioca lo scettro delle tremende responsabilità di abbandono del giacimento archeologico caleno.


Da ieri, quindi, l’area storica calena è “a disposizione” di tutti coloro che sono in fregola di souvenirs romani. I ladri non hanno nemmeno pensato allo scavo di qualche necropoli, no, sono andati dritti verso il teatro, da dove, muniti di flex e di macchinari speciali, hanno portato via circa sette metri di cancellata. Quella grande difesa serviva, fino alla notte del furto, a proteggere uno dei più antichi e maestosi teatri del mondo antico mediterraneo, quella cancellata doveva impedire ai tombaroli di saccheggiare l’area del grande monumento pubblico di Cales. I ladri hanno invece risolto il problema alla radice, portando via addirittura la recensione.


Ora tutta l’area del teatro è vulnerabile come e più di prima. In quella parte di città antica insistono i segni della più grandiosa monumentalizzazione, in quella zona c’è la base di un tempio di età augustea (con annesse favisse votive), i resti della probabile zecca calena che batteva moneta propria, e, appunto, le grandi ed eterne arcate del teatro (secondo gli studiosi, risalente, nella sua fase più antica, al V° secolo prima di Cristo).


Il Comune non ha mai provveduto all’istituzione di un corpo di vigilanza per l’area archeologica, così come la Soprintendenza che sembra non curarsi della tutela notturna del parco archeologico. Mentre qualcuno dichiara di voler realizzare un parco storico sui terreni confiscati alla camorra, si fa soffiare da sotto il naso anche l’unico cancello che proteggeva il teatro romano. Mai si era giunti a tale stato di abbandono e negligenza. Una vergogna senza pari.