AI DOMICILIARI PER TRUFFA AI
FONDI PUBBLICI IMPRENDITORE DELL’AGRO CALENO
Calvirisortanews, 29 novembre 2008
Vito Taffuri
Prosegue l’impegno della Guardia di Finanza
di Caserta a contrasto delle frodi in danno dei
pubblici bilanci e dell’Erario. In tale contesto, i
finanzieri della Compagnia di Caserta, a seguito di indagini delegate dalla
Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, hanno eseguito, nei confronti di un imprenditore
locale, Achille Maciariello di origini di Rocchetta e
Croce, con un’ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari
disposta dal Tribunale Sammaritano unitamente al
sequestro di numerosi beni immobili.
Le indagini, che hanno preso avvio dalle risultanze di una più ordinaria attività di controllo
amministrativo, hanno infatti consentito di ricostruire gli articolati
meccanismi contabili e finanziari tracciati, in particolare dal citato
imprenditore, al fine di godere indebitamente di svariati finanziamenti
pubblici di considerevole entità a valere sui fondi della L.
488/1992, normativa regolante, appunto, l’erogazione di fondi destinati ad
agevolare la realizzazione di insediamenti produttivi nelle aree svantaggiate
quali la Regione Campania.
L’attenzione degli inquirenti, nello
specifico, è stata richiamata dall’esame della copiosa documentazione bancaria
acquisita, da cui è emersa un’anomala movimentazione dei rapporti di conto
corrente intestati alle tre società oggetto di indagine
e ai suoi soci o amministratori, tutti appartenenti allo stesso nucleo
familiare del Maciariello: centinaia di migliaia di
euro venivano infatti, anche giornalmente, movimentati, anche per contanti; nel
contempo, era emerso, inoltre, che gli stessi soggetti, non avevano quasi mai
completato le opere in ragione della cui realizzazione erano stati ammessi a
godere di molteplici finanziamenti statali o regionali.
Le società erano situate a Grazzanise, Calvi Risorta e Rocchetta e Croce. Si trattava
di una fabbrica di alimenti precotti, un'impresa edile
e un esercizio commerciale di vendita all'ingrosso di macchinari industriali.
L’approfondimento delle indagini, quindi, ha permesso di comprendere le ragioni
di tali anomalie, essendo stato riscontrato come le stesse fossero connesse
alla necessità di giustificare, quantomeno “cartolarmente”,
il rispetto delle prescrizioni legislative e contabili cui è subordinata la
percezione dei contributi della specie.
In particolare, l’esame delle singole
operazioni bancarie, delle modalità e degli orari con
cui le stesse sono risultate effettuate, hanno evidenziato l’esistenza di
fittizi aumenti del capitale sociale, così come la predisposizione di
documentazione contabile volta a giustificare l’entrata e l’uscita del denaro
dai diversi conti corrente, anche con i conseguenti, indubbi, riflessi fiscali
di tali operazioni. E’ emersa, inoltre, la produzione di false perizie
destinate ad attestare il possesso dei requisiti soggettivi necessari per
essere ammessi al finanziamento.
Alla luce di tali risultanze, l’Autorità
Giudiziaria ha ritenuto i quattro soggetti coinvolti, nonché le due persone
giuridiche da essi rappresentate responsabili del reato di “truffa aggravata
per il conseguimento di erogazioni pubbliche”, fattispecie in relazione alla
quale è possibile procedere al sequestro, e dunque alla confisca, di beni per
un valore “equivalente” all’illecito profitto conseguito e quindi al
corrispondente danno cagionato all’Erario. Pertanto,
dopo aver esperito accurati accertamenti patrimoniali, è stato altresì disposto
il sequestro di 14 immobili e 3 terreni. L’operazione di servizio condotta testimonia
ulteriormente il ruolo di polizia economico-finanziaria svolto dal Corpo a
tutela degli interessi finanziari dei pubblici bilanci, del mercato e dei leali
operatori del settore.