Ai domiciliari per truffa ai fondi pubblici imprenditore casertano
Eco
di Caserta, 27 novembre 2008
Prosegue
l’impegno della Guardia di Finanza di Caserta a
contrasto delle frodi in danno dei pubblici bilanci e dell’Erario. In tale contesto, i finanzieri della Compagnia di Caserta, a seguito
di indagini delegate dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, hanno
eseguito, nei confronti di un imprenditore locale, Achille Maciariello,
un’ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari disposta dal
Tribunale Sammaritano unitamente al sequestro di
numerosi beni immobili.
Le
indagini, che hanno preso avvio dalle risultanze di
una più ordinaria attività di controllo amministrativo, hanno infatti
consentito di ricostruire gli articolati meccanismi contabili e finanziari
tracciati, in particolare dal citato imprenditore, al fine di godere
indebitamente di svariati finanziamenti pubblici di considerevole entità a
valere sui fondi della L. 488/1992, normativa
regolante, appunto, l’erogazione di fondi destinati ad agevolare la
realizzazione di insediamenti produttivi nelle aree svantaggiate quali la
Regione Campania.
L’attenzione
degli inquirenti, nello specifico, è stata richiamata dall’esame della copiosa
documentazione bancaria acquisita, da cui è emersa un’anomala movimentazione
dei rapporti di conto corrente intestati alle tre società oggetto di indagine e ai suoi soci o amministratori, tutti
appartenenti allo stesso nucleo familiare del Maciariello:
centinaia di migliaia di euro venivano infatti, anche giornalmente,
movimentati, anche per contanti; nel contempo, era emerso, inoltre, che gli
stessi soggetti, non avevano quasi mai completato le opere in ragione della cui
realizzazione erano stati ammessi a godere di molteplici finanziamenti statali
o regionali.
Le
società erano situate a Grazzanise, Calvi
Risorta e Rocchetta e Croce. Si trattava di una fabbrica di alimenti
precotti, un'impresa edile e un esercizio commerciale di vendita all'ingrosso
di macchinari industriali.
L’approfondimento
delle indagini, quindi, ha permesso di comprendere le ragioni di tali anomalie,
essendo stato riscontrato come le stesse fossero connesse alla necessità di
giustificare, quantomeno “cartolarmente”, il rispetto
delle prescrizioni legislative e contabili cui è subordinata la percezione dei
contributi della specie.
In
particolare, l’esame delle singole operazioni bancarie, delle modalità e degli orari con cui le stesse sono risultate
effettuate, hanno evidenziato l’esistenza di fittizi aumenti del capitale
sociale, così come la predisposizione di documentazione contabile volta a
giustificare l’entrata e l’uscita del denaro dai diversi conti corrente, anche
con i conseguenti, indubbi, riflessi fiscali di tali operazioni.
E’
emersa, inoltre, la produzione di false perizie destinate ad attestare il
possesso dei requisiti soggettivi necessari per essere ammessi al
finanziamento. Alla luce di tali risultanze,
l’Autorità Giudiziaria ha ritenuto i quattro soggetti coinvolti, nonché le due
persone giuridiche da essi rappresentate responsabili del reato di “truffa
aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche”, fattispecie in
relazione alla quale è possibile procedere al sequestro, e dunque alla
confisca, di beni per un valore “equivalente” all’illecito profitto conseguito
e quindi al corrispondente danno cagionato all’Erario.
Pertanto,
dopo aver esperito accurati accertamenti patrimoniali, è stato altresì disposto
il sequestro di 14 immobili e 3 terreni.
L’operazione
di servizio condotta testimonia ulteriormente il ruolo di polizia
economico-finanziaria svolto dal Corpo a tutela degli interessi finanziari dei
pubblici bilanci, del mercato e dei leali operatori del settore.