UN ALTRO SCANDALO GIUDIZIARIO SI ABBATTE SULLA CASA COMUNALE: CHIESTO IL RINVIO A GIUDIZIO DI BONACCI PER IL CASO GEA

 

Calvirisortanews, 12 novembre 2008

 

Vito Taffuri

 

Dopo il rinvio a giudizio del sindaco Giacomo Zacchia per abuso d’ufficio nei confronti della comandante della P.M. (udienza fissata per il prossimo febbraio 2009), la richiesta di rinvio a giudizio dell’ing. Antonio Bonacci per le ipotesi di truffa aggravata, turbativa d’asta e falso ideologico riscontrate nella procedura d’acquisto del parco giochi installato nella villetta (udienza prevista per gennaio), un'altra pesante tegola piomba sulla casa comunale: la richiesta di rinvio a giudizio per l’ing. Antonio Bonacci ed il titolare del Consorzio GEA per le ipotesi di concorso in abuso d’ufficio e, limitatamente al tecnico, turbativa d’asta. Ma ricostruiamo nei dettagli questa intricata vicenda. L’8/4/2004 viene indetta dal comune di Calvi Risorta, con determinazione n. 62/UTC, la gara d’appalto per la realizzazione del “Piano di efficientizzazione energetica pubblica sul territorio comunale”, la quale viene definitivamente aggiudicata, il 6 maggio 2004, al “Consorzio GEA”. Il contratto per detto servizio è stato stipulato il 9 giugno 2004, in forma pubblica.


Con la nota UTC n. 8263 del 19/07/2004, tuttavia, l’ing. Antonio Bonacci comunicava al Consorzio GEA l’avvio, in autotutela, del procedimento di revoca degli atti di gara, nota nella quale affermava testualmente che “da un riesame degli atti posti a base del provvedimento finale di aggiudicazione è emerso che la procedura può ritenersi viziata per violazione delle norme sulla pubblicità in materia di appalti pubblici, in quanto si è provveduto a dare pubblicità alla gara solo con l’affissione del bando all’Albo pretorio per giorni 15 consecutivi e non con le modalità previste dai disposti del d. lgs.vo n. 157/95, nel cui ambito l’appalto in oggetto rientra” e che “allo stato non si è ancora provveduto alla formale consegna degli impianti, né risulta prodotto alcun atto in riferimento agli adempimenti previsti nei contratti…e che pertanto non risulta verificata alcuna spesa sostenuta dal Consorzio GEA a fronte degli impegni assunti con i citati contratti”: secondo il tecnico, dunque, sarebbe stato possibile rescindere il contratto senza spese a carico del comune, fatto eventualmente salvo il rimborso delle spese vive sostenute dal Consorzio GEA per la partecipazione alla gara e la stipula dello stesso.


Il 23/12/2004, a distanza di ben 5 mesi dalla nota di revoca dell’appalto, la giunta adotta la delibera n. 149 con la quale incarica gli avvocati Umberto Gentile ed Ugo Verrillo per la resa di un parere legale pro-veritate (costato all’ente ben 10.813,68 €) sulla legittimità del procedimento di gara per l’appalto in oggetto. Tale parere legale è stato reso il 4/3/2005, ed assunto al prot. 2468 del 7 marzo 2005; esso non ha fatto altro che confermare le stesse illegittimità di cui l’ing. Bonacci – nella nota di revoca n. 8263 del 19/07/2004 – manifesta di essere già perfettamente a conoscenza.Esso statuisce infatti che “la procedura seguita dall’amministrazione comunale si discosta dal modello legale predeterminato dalla normativa di settore e da quella dell’Unione Europea risultando così affetta da vizi di legittimità che si riflettono evidentemente anche sul provvedimento definitivo di aggiudicazione” e continuando “gli atti della procedura di gara devono conseguentemente ritenersi illegittimi in ordine a tale profilo di indagine”. Solo quanto riferito avrebbe dovuto indurre l’amministrazione a mettere una pietra tombale su tale appalto. Ma così non è stato.


A distanza di qualche mese, infatti, l’ing. Antonio Bonacci adotta la nota n. 7719 del 07/07/2005, con la quale revoca la propria nota n. 8263 del 19/07/2004, ed il 13 luglio 2005 sottoscrive il verbale di formale consegna degli impianti e di affidamento del servizio. Dopo alcuni esposti presentati dall’imprenditore Raffaele Parisi, tuttavia, il Consiglio dell’Autorità per la Vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, con deliberazione n. 50 del 20/02/2007 – acquisita al protocollo del comune 3748 del 26/03/2007 – ha definitivamente sancito l’illegittimità della gara di appalto suddetta per la mancanza delle forme di pubblicità previste dall’articolo 8 del d. lgs. n. 157/95, e la conseguente illegittimità del provvedimento definitivo di aggiudicazione.


La stessa Autorità, con tale provvedimento, ha evidenziato la violazione dell’articolo 8, comma 11 septies, della legge n. 109/94, laddove è richiesta un’adeguata qualificazione da parte dell’impresa esecutrice dei lavori di riqualificazione e degli eventuali lavori di ampliamento delle reti e degli impianti che né il bando predisposto dal comune richiede né, tanto meno, possiede lo stesso “Consorzio GEA”, aggiudicatario dell’appalto, che non risulta ricompreso tra i soggetti qualificati SOA. L’Autorità ha infine censurato la determina n. 366 con la quale sono state apportate, il 20 ottobre 2005, delle sostanziali modifiche al contratto stipulato il 9 giugno 2004. Con determinazione n. 131/UTC del 16/05/2007, tuttavia, l’ing. Antonio Bonacci confermava la volontà di tenere comunque in piedi il contratto, poiché il suo annullamento sarebbe stato antieconomico.


Il 7 maggio 2008 l’inchiesta arriva ad una svolta: il P.M. chiede il rinvio a giudizio dell’ing. Antonio Bonacci e del sig. Pasquale Mauro per le succitate ipotesi di reato, ed il 30/10/2008 viene fissata l’udienza che si terrà il prossimo 11 dicembre. Al di là della riconosciuta illegittimità della gara, il punto fondamentale della richiesta di rinvio a giudizio è il fatto che, con determina n. 366 del 20/10/2005, si provvedeva a modificare l’art. 4 del contratto del 09/06/2004 aggiungendo alla frase “le manutenzioni straordinarie si considerano servizi a misura” quella “qualora derivanti da cause di forza maggiore non riconducibili all’outsourcer od all’Ente” così determinando il pagamento annuale al Consorzio della somma di € 40.067,31 (oltre IVA) indipendentemente dall’effettiva esecuzione di lavori di manutenzione straordinaria.


Il Consorzio GEA, in altri termini, percepisce 41.870,34 €/anno per manutenzioni straordinarie che – per stessa ammissione dell’ing. Antonio Bonacci, ribadita anche dall’ing. Piero Cappello nella nota n. 8659 del 25/07/2007 – non ha mai effettuato a partire dal 15/07/2005. Ad oggi le somme maturate e pagate dal comune a titolo di manutenzione straordinaria dovrebbero ammontare, dopo oltre tre anni, ad € 125.611,02, per crescere di ulteriori € 10.467,59 ad ogni pagamento trimestrale. Il pagamento da parte del comune di queste notevoli somme, non è sorretto però da alcuna controprestazione resa dal “Consorzio GEA”, ed arreca notevoli danni erariali al comune determinando, al contempo, un indebito arricchimento della società.


Giova ricordare che tale circostanza venne segnalata, in tempi non sospetti, dai sempre vigili consiglieri di opposizione, al sindaco e all’intera giunta, con diverse interrogazioni, l’ultima delle quali è la n. 7832 del 03/07/2007: ciò nonostante, nella risposta fornita (prot. 8659 del 27/07/2007), nulla viene detto, ma si fa generalmente cenno a dei controlli che sarebbero stati effettuati ma che, come al solito, sono rimasti solo sulla carta. E proprio tale inerzia rispetto alle segnalazioni dei gruppi di minoranza ha determinato l’indebita corresponsione di 125.611,02 €, oggi accertata dagli organi inquirenti.Tutto questo mentre sull’amministrazione pende, come una spada di Damocle, il giudizio della commissione d’accesso, chiamata a valutare eventuali infiltrazioni e/o condizionamenti da parte della criminalità organizzata sull’attività amministrativa, ed altre decine di inchieste giudiziarie sono ancora in corso.