L’ASSESSORE ONDIVAGO E LA TEORIA DELLA RELATIVITÁ POLITICA

 

Calvirisortanews, 05 novembre 2008

 

Vito Taffuri

 

Non c’è consiglio comunale indetto da questa amministrazione che non lasci, dietro di sé, un mare di dubbi e sospetti. L’ultimo è stato quello del 29/09/2008 in cui sono state approvate, tra i tanti documenti contabili, anche delle ratifiche di alcune variazioni di bilancio che la giunta aveva adottato, in via d’urgenza, lo scorso 29/07/2008.


Le norme in materia prevedono che la ratifica da parte del consiglio debba avvenire, a pena di decadenza, nel termine perentorio di 60 giorni. Ma con la giunta Zacchia le regole si “interpretano” a proprio piacimento, ed i termini si dilatano a dismisura secondo la convenienza politica del momento. Scavando tra gli analoghi atti di ratifica adottati da questa giunta, infatti, scopriamo che nella seduta consiliare del 30/11/2006, la maggioranza ritiene il termine dei 60 giorni perentorio, ed annulla pertanto la deliberazione n. 37 del 07/10/2006 con la quale era stata ratificata una delibera di giunta del 27/07/2006 oltre il suddetto termine.


Il 12 ottobre 2007, però, la maggioranza cambia idea (benché il segretario comunale fosse lo stesso del 30/11/2006) e ratifica una variazione di bilancio dopo ben 99 giorni dalla sua adozione da parte della giunta, avvenuta il 5 luglio 2007, ritenendo quindi il termine dei 60 giorni non più perentorio. E siamo al consiglio del 29 settembre 2008, in cui ratifica nuovamente una variazione di bilancio dopo 62 giorni, basandosi su un’affermazione del dr. Andrea Nappi XIV (numero d’ordine dei segretari zacchiani) secondo il quale basterebbe che la convocazione del consiglio sia fatta entro i 60 giorni perché si sia in regola: quindi, cambiando ancora una volta idea, si ritiene perentorio il citato termine, ma lo si fa coincidere non con la ratifica da parte del consiglio, bensì con la convocazione del suddetto organo.


Se non che – scoperta dei vigili consiglieri di minoranza nell’esercizio del proprio dovere di controllo – il Ministero dell’Interno si è espresso con un apposito parere del 27/07/2006, chiarendo che il termine dei 60 giorni è perentorio, e che coincide con la data di approvazione da parte del consiglio e non con quella della sua convocazione. Ma i consiglieri di minoranza ed il Ministero dell’Interno non sono i soli a pensarla in questo modo, ed a ritenere dunque illegittima e nulla la deliberazione del 29/09/2008, approvata con i soli voti dei 9 consiglieri di maggioranza.


Infatti, continuando a scavare negli atti del comune, salta fuori che l’attuale assessore alle finanze, il dr. Ermanno Izzo, quando sedeva sui banchi dell’opposizione alla guida del gruppo “Cales 2000” fece annotare, in una deliberazione di ratifica risalente al 2003, che la stessa era stata presentata in consiglio oltre il termine perentorio di 60 giorni e che, pertanto, non poteva assolutamente essere approvata!!! Bene fece l’allora amministrazione Caparco, dopo questo intervento, a ritirare la delibera e ad adottare la procedura alternativa nel pieno rispetto della legge (cosa che non si è nemmeno sognata di fare, lo scorso 29/09/2008, così come il 12/10/2007 ed il 07/10/2006, la giunta Zacchia).


Ricapitolando: quando l’assessore alle finanze si trova all’opposizione, diventa il paladino della giustizia e pretende, giustamente, il rispetto dei tempi come un gendarme svizzero. Quando prende il potere e dovrebbe farsi interprete e garante della legge, così come pretendeva dai banchi dell’opposizione, se ne frega altamente ed approva deliberazioni illegittime basandosi su un parere del segretario che egli, come ha dimostrato nel 2003, sa perfettamente non essere affatto corretto.


D’altro canto, l’assessore ondivago, già in passato è stato scoperto in fallo dalle nostre inchieste giornalistiche, e le contraddizioni sembrano far parte integrante del suo personaggio (si vedano, nella sezione ARCHIVIO, gli articoli del 22/05/2007 “AAA…ASSESSORE ALLE FINANZE CERCASI”; del 15/05/2007 “IL GOVERNO CONSILIARE, GUIDATO DAL SINDACO ZACCHIA, RACCONTATO IN QUATTRO PUNTATE”; del 16/05/2007 “IL PALAZZO DI VETRO CHE NON C’È”; del 25/04/2007 “LE BUGIE POLITICHE DELL’ASSESSORE ALLE FINANZE ERMANNO IZZO”; del 20/09/2008 “CONTRIBUTO DI BONIFICA ALLE STELLE? PER IL CONSORZIO È COLPA DEL COMUNE! L’ASSESSORE ALLE FINANZE NELL’OCCHIO DEL CICLONE”).