Quando il maresciallo di Sparanise ed il sindaco di Calvi erano filonazisti
Caserta24ore, 01 ottobre 2008
Sono stati rinvenuti dal prof. Paolo Mesolella,
presidente dell’Archeoclub caleno
due documenti molto interessanti che attestano il comportamento filonazista del sindaco di Calvi e del maresciallo dei
carabinieri di Sparanise
durante gli anni dell’armistizio del 43 e la triste storia che ha portato al
cambiamento del nome di Via Giudea in via Nicandro Zitiello
a Petrulo.
I documenti rinvenuti a Napoli, sono due articoli apparsi
rispettivamente sull’Avanti del 28 maggio e del 2 aprile 1944. Nel primo,
intitolato “A Calvi Risorta perché rimane il sindaco?”
si scopre tra l’altro che fu ed è stato sempre un ultra fascista, collaborando
fin dalla primissima ora con Riccardo Mesolella di Sparanise e la sua cricca; che dal 1928 al 1932 fu
segretario politico del fascio di Calvi Risorta, e successivamente, e per molti
anni, fu podestà fascista dello stesso comune; che, in qualità di podestà, col
denaro comunale acquistava mobili, macchine da scrivere e oggetti di
cancelleria e li donava al fascio locale; che in omaggio alla legge razziale
fascista cambiò l’antichissima denominazione di “Via Giudea”, nella frazione di
Petrulo, in quella di Via Nicandro Zitiello, un milite caduto nella nazifascista
guerra di Spagna; che fu un tedescofilo convinto ed un collaboratore attivo
delle orde tedesche.
Collaborazione – si legge nel documento - che si
intensificò dopo l’armistizio. Infatti:
“Offriva pranzi e riceveva inviti e colazioni da ufficiali e sottufficiali
tedeschi. Si adoperava a far affluire agli accantonamenti tedeschi patate,
uova, polli, capre, pecore, vitelli, suini che con l’aiuto dei carabinieri
faceva razziare per le campagne, avvalendosi dei ruoli della tassa bestiame. Da
lui venne consegnato ai tedeschi l’elenco dei ruoli
della divisione “Pasubio” i quali dal comando
divisione erano stati affidati ai contadini per sottrarli alla rapina teutonica
con l’intesa di riconsegnarli all’esercito italiano quando la bufera fosse
passata. Operò la requisizione delle biciclette per consegnarle ai tedeschi,
obbligando perfino a tirar fuori quelle che erano state murate (caso Canzano Francesco).
Lo stesso fece per tre automobili nuove nascoste in Calvi. E anche alcuni camion della “Pasubio”
furono immolati dalla tedescofilia del podestà caleno. Sull’Avanti (giornale socialista) di Domenica 2
aprile 1944, invece, c’è un articolo intitolato “Il maresciallo di Sparanise”, in cui è scritto:”Ci
associamo a L’Unità nel segnalare l’opportunità dell’allontanamento da Sparanise del comandante della stazione dei Carabinieri. Egli
fu pronubo favoreggiatore dei fascisti nonché il fervido coadiutore dei nazisti
negli scempi perpetrati durante il mese di terrore con le demolizioni, i
saccheggi, gli incendi, le razzie”.