CONTRIBUTO DI BONIFICA ALLE STELLE? PER IL CONSORZIO È COLPA DEL COMUNE! L’ASSESSORE ALLE FINANZE NELL’OCCHIO DEL CICLONE

 

Calvirisortanews, 20 settembre 2008

 

Vito Taffuri

 

I cittadini caleni sono da alcuni mesi alle prese con le cartelle di pagamento fatte recapitare dal Consorzio di Bonifica, relativamente alle annualità 2004, 2005 e 2006. Le somme richieste variano da poche decine di euro fino ad arrivare, in alcuni casi, a sfiorare i 200,00 €, somme di tutto rispetto in questo periodo di recessione, in cui le famiglie italiane fanno fatica ad arrivare persino alla “terza settimana”.

 

Il tributo è divenuto inviso a tutti, ancor più della soppressa ICI sulla prima casa. Due sono infatti gli appunti che vengono rivolti dai contribuenti al Consorzio e che sono anche alla base dei numerosi ricorsi presentati in Commissione Tributaria: la mancanza di interventi di bonifica sul territorio caleno ed il pagamento al comune, da parte di tutti i cittadini allacciati alla rete fognaria, del canone per le acque reflue.


L’articolo 13, comma 3, della legge regionale n. 4/2003 prevede, infatti, che non hanno l’obbligo del pagamento del contributo di bonifica i proprietari di immobili assoggettati alla tariffa del servizio idrico integrato, comprensiva della quota per il servizio di pubblica fognatura. Per la tutela dei diritti del cittadino caleno nei confronti del Consorzio di Bonifica è impegnato, sin dal 2005, l’assessore alle finanze e alle politiche sociali Ermanno Izzo. Con l’indizione di tavole rotonde, incontri-dibattito con i cittadini e prese di posizione sui quotidiani locali, l’assessore si è proposto agli elettori quale paladino delle fasce deboli e degli indifesi di fronte alle “angherie” del Consorzio, ruolo che si è invero ritagliato in politica da 15 anni a questa parte. Con quali risultati?


A quanto pare nessuno, visto che il Consorzio continua sistematicamente ad inviare le proprie richieste di pagamento del contributo di bonifica. Si dirà che l’amministrazione comunale non ha alcuna responsabilità nella vicenda, avendo fatto tutto quanto era in suo potere. Ed invece parrebbe proprio di no! Il Consorzio di Bonifica, nella persona del direttore generale, ing. Antonio de Chiara, ha infatti ufficialmente preso posizione chiarendo i termini della faccenda. Con una nota inviata anche al comune di Calvi Risorta, il Consorzio afferma che, per quanto riguarda la quantificazione del contributo dovuto, ci si è basati sulla combinazione di un “indice idraulico” (connesso al rischio idraulico che si avrebbe per l’immobile qualora cessassero le attività di bonifica) e di un “indice economico” collegato alle rendite catastali dei singoli immobili, prevedendo anche bacini i cui immobili sono esenti da tributi perché non ricevono alcun beneficio dalle attività del Consorzio.


In merito invece alla richiesta di esenzione per quegli immobili che già sono soggetti al pagamento delle acque reflue, il Consorzio non nega affatto che ciò possa avvenire, ma (ed è qui la sorpresa) afferma che provvederà a rideterminare il contributo, al netto delle quote già pagate per il servizio idrico allorquando, citiamo testualmente “il comune di Calvi Risorta avrà provveduto a trasmettere a questo Consorzio, giusta apposite richieste già formulate con note consortili protocollo n. 5696 del 14.11.03, n. 795 del 15.02.05 e n. 8667 del 11.12.06, la documentazione necessaria alla risoluzione della problematica in argomento ed alle consequenziale stipula della convenzione ex art. 13 L.R. n. 4/2003”.


Ci chiediamo a questo punto perché l’assessore alle finanze ed alle politiche sociali, Ermanno Izzo, che tanto a cuore sembra aver preso la questione, non si sia attivato perché venissero trasmessi al Consorzio, durante i suoi 51 mesi da amministratore, gli atti più volte richiesti e sollecitati dal Consorzio stesso, che avrebbero portato, senza esperire alcun costoso ricorso in Commissione Tributaria, ad una drastica riduzione, ed in molti casi alla soppressione di fatto, dell’odioso contributo di bonifica! Ma in fondo l’assessore non è nuovo ad episodi di “protagonismo” fine a se stesso, per vicende che troverebbero facile soluzione con un di concretezza e meno proclami in pompa magna: la lista è infinita.


Vi ricordate l’azione di protesta per il caro bolletta gas, tanto pubblicizzata finanche sull’opuscolo dei santi distribuito dall’amministrazione Zacchia? Anche qui il solito armamentario propagandistico di convegni e riunioni con la cittadinanza in aula consiliare, con l’assessore Izzo a promettere mari e monti ed il consigliere Gaetano Capuano a palesare tutto il suo scetticismo sulle proposte dell’amministratore: scetticismo che, alla resa dei conti, si è rivelato tutt’altro che infondato visto che la “Napoletanagas S.p.A.” non solo si è fatta pagare tutto ciò che aveva richiesto, ma ha recapitato sanzioni ed interessi di mora nei confronti di coloro che si erano attenuti alle istruzioni dell’assessore Izzo, il quale non esitò a riconvertire i dipendenti comunali dell’ufficio tributi in dipendenti della società del gas, sulla base di un accordo con l’azienda che il comune, in realtà, non ha mai stipulato.


Vi ricordate delle promesse di non aumentare mai alcun tributo nell’arco dei 5 anni di amministrazione, fintanto che lui avesse ricoperto le funzioni di assessore?

 

Purtroppo dobbiamo registrare, ed i cittadini se ne sono ampiamente accorti, notevoli aumenti, sparsi qua e là, rispetto ai tempi dell’amministrazione Caparco: innanzitutto la tassa rifiuti, aumentata del 40% rispetto al 2004 con le tariffe passate da 1,55 € a 2,17 € al metro quadrato, per un servizio decisamente scadente; ma anche i diritti di segreteria ed i contributi di costruzione e di urbanizzazione, in alcuni casi raddoppiati (ricordate il manifesto “Il Caro Mattone”, affisso dal gruppo di Marrocco?); ma vi è anche il “Caro Cimitero”, con le tariffe dell’illuminazione votiva, aumentate quasi del 30%, l’applicazione dei diritti cimiteriali per ogni tumulazione e la mancata restituzione del ribasso d’asta sulla concessione dei loculi cimiteriali, anche questa promessa dall’assessore a più riprese.


Con l’inizio del nuovo anno scolastico, invece, i genitori dei piccoli alunni delle elementari hanno saggiato con mano il raddoppio delle tariffe per il servizio di refezione scolastica (“Il Caro Mensa”): 20 pasti costavano al massimo 31,00 €, mentre adesso sono addirittura raddoppiati arrivando a ben 61,80 € , una cifra che non si giustifica nemmeno con gli aumenti di pane e pasta registrati nell’ultimo anno, e che non è nemmeno lontanamente paragonabile a quella applicata nei comuni limitrofi, dove ci si ferma in genere intorno ai 20,00 €! L’assessore alle finanze si giustifica affermando che tariffe minori non garantirebbero un pasto decente e di qualità agli alunni: dobbiamo allora dedurre che nei comuni limitrofi, o anche nello stesso comune di Calvi Risorta fino all’anno scorso, venissero somministrati pasti indecenti e scadenti ai bambini.


E che dire di altre “tasse mascherate” come le sanzioni elevate grazie ai due autovelox? Macchine diaboliche con le quali sono stati sfornati oltre 36.000 verbali, molti dei quali hanno raggiunto anche i cittadini-contribuenti caleni, che si sono visti recapitare importi da capogiro, decurtazioni dei punti e persino sospensioni della patente di guida, per molti lo strumento necessario per raggiungere il luogo di lavoro e “guadagnarsi la pagnotta”.


Per fortuna che a rimettere ordine alle cose e ad annullare questa ulteriore “tassa sull’auto” (“Il Caro Auto”) ci ha pensato il Giudice di Pace di Pignataro Maggiore che sta accogliendo, proprio in questi giorni, già i primi cento ricorsi trattati presentati dai presunti contravventori. Si dirà che tutti questi aumenti decisi dal comune, con il nulla osta dell’assessorato alle finanze, vengono in parte compensati da un’efficace politica sociale, che riesce ad agire magari anche sulla leva fiscale. Macchè!


Gli stanziamenti di bilancio previsti per l’erogazione dei contributi alle famiglie indigenti è stato praticamente dimezzato rispetto al 2004 (ed infatti dei contributi irrisori vengono adesso erogati una sola volta l’anno), mentre l’amministrazione ha fatto orecchie da mercante rispetto alle istanze presentate dai contribuenti, su iniziativa dei consiglieri di minoranza. Parliamo delle richieste di riduzione del 60% delle tariffe della tassa rifiuti del 2007, motivate dalla sporadica raccolta dei rifiuti effettuata in quell’anno, e della richiesta di eliminazione delle addizionali ex-ECA del 10% sulla tassa rifiuti, nel momento in cui la riscossione è passata dalle mani pubbliche a quelle private della “Publialifana”.


In entrambi i casi l’assessore alle finanze non solo ha risposto picche, ma non ha risposto affatto, lasciando cadere nel dimenticatoio le richieste dei cittadini: eppure non c’erano tavole rotonde da organizzare, platee da convocare o società ed enti da convincere: bastava una presa d’atto della giunta, di cui l’assessore è parte integrante, perché le richieste venissero accolte.


O forse era proprio questo il problema?