AUTOVELOX: STORIA DI UN FLOP ANNUNCIATO. IL GIUDICE DI PACE ACCOGLIE TUTTI I RICORSI!!! CASSE COMUNALI AL VERDE

 

Calvirisortanews, 19 settembre 2008

 

Vito Taffuri

 

Sono riprese in settimana, dopo la pausa estiva, le prime udienze del Giudice di Pace di Pignataro Maggiore. In particolare dal 17 settembre, e per molti mesi ancora, l’attenzione dei giudici è tutta rivolta ai circa 14.000 ricorsi presentati dagli utenti della strada, “vittime” dei due autovelox fortemente voluti dall’amministrazione Zacchia.


Già nei mesi addietro, abbiamo documentato l’accoglimento dei primi ricorsi da parte di diversi Giudici, competenti in base alla residenza del contravventore: tra le tante sentenze citiamo la n. 3202/2008, emessa dal Giudice di Pace di Nola, nella quale l’accoglimento viene, motivato con la mancata informazione resa agli automobilisti circa l’avvenuta installazione delle apparecchiature autovelox, la mancata effettiva dimostrazione della loro perfetta taratura e, soprattutto, la mancata dimostrazione di aver segnalato le apparecchiature con cartellonistica a norma.


L’amministrazione, dopo queste prime simboliche sconfitte, ha deciso di costituirsi in giudizio; il 17 luglio 2008 ha infatti, conferito, con delibera di giunta n. 87, un incarico da 15.000,00 € ad un pool di tre avvocati locali, chiamati a difendere le ragioni del comune. Ma la musica non è affatto cambiata, anzi: il responso del Giudice di Pace di Pignataro Maggiore è stato duro ed impietoso. Sono stati infatti, accolti tutti i ricorsi finora discussi, fatta eccezione, ovviamente, per quelli inammissibili perché privi di firma o unici per più verbali.


Non sono stati ancora emessi i dispositivi, ragion per cui non si conoscono ancora con esattezza su quali elementi il Giudice abbia basato la propria sentenza, né come si sia comportato in merito al riparto delle spese del giudizio; ma è indubbio che la sua decisione comporterà, alla fine dell’opera, un danno per il comune di almeno 130.000,00 €, pari alle spese fisse (visure, stampa e spedizione del verbale) che il comune ha comunque sostenuto per l’invio dei circa 10.000 verbali impugnati, e che adesso non potrà più recuperare dai presunti contravventori.


Gli stessi consiglieri di minoranza stimano che, ferma restando la linea assunta dai Giudici, qualora si desse perfetta esecuzione al contratto, con il pagamento cioè dell’aggio previsto, si potrebbe aprire una “voragine” in bilancio di oltre 600.000,00 €. Occorrerebbe, in altri termini, reperire dal bilancio una simile somma per garantire la copertura delle spese vincolate per legge, secondo le indicazioni del Codice della strada.


Se così fosse, potremmo allora affermare, con la forza indiscutibile dei numeri, che il comune di Calvi Risorta non campa di autovelox – critica che spesso viene rivolta dagli utenti della strada ai comuni che ne fanno uso, i quali invece si giustificano invocando la sicurezza stradale – ma rischia seriamente il dissesto finanziario proprio a causa dell’autovelox! D’altro canto, quella affidata ai tre avvocati, era quasi una missione impossibile, come dimostra tutta la travagliata storia sottesa al noleggio delle due “macchine infernali” che rispondono al nome tecnico di Traffiphot III-SR.


Il gruppo consiliare di opposizione retto da Antonio Caparco, è stato il primo a puntare il dito contro un appalto molto discusso, e ciò già a partire dall’aprile del 2007, mesi prima che le apparecchiature venissero installate e messe in funzione. Il capo gruppo di opposizione Caparco, evidenziava, in particolare, delle possibili irregolarità relative all’espletamento di una gara di rilevanza comunitaria con la sola affissione all’Albo Pretorio per 15 giorni, alla partecipazione di una sola ditta (aggiudicataria dell’appalto con uno stratosferico aggio del 42,75% sulle somme riscosse dal comune), e alle altre clausole anomale presenti nel capitolato, come la necessità che la apparecchiature fornite potessero controllare fino a tre corsie di marcia, anche se andavano installate su strade a due corsie.


Proprio grazie ai controlli ed alle segnalazioni dell’opposizione, il Ministero dei Trasporti emanò la famosa risoluzione 0076108 del 03/08/2007, che ha avuto ampio risalto su testate nazionali, reti televisive e siti internet, ed ha posto la parole fine ai cosiddetti “contratti a percentuale”, su cui molte società avevano lucrato utili da capogiro. Nel proprio parere il Ministero censurava, in sostanza, l’essenza stessa del contratto, vale a dire la modalità di pagamento prevista dal comune, giudicando il corrispettivo da elargire all’aggiudicatario “ingiustificato nelle sue modalità di definizione, in quanto dovrebbe essere quantificato in base al costo delle effettive operazioni effettuate”, “illogico” “paradossale” e senza una “motivazione plausibile”.


Alcuni commenti tecnici alla citata risoluzione ministeriale, apparsi su riviste e siti specializzati della Maggioli (www.vigilaresullastrada.it), parlavano invece di un contratto di noleggio, quello posto in essere dal nostro comune, basato su un “sistema a percentuale” che l’autore (il comandante della P.M. di Prato, dr. Giuseppe Carmagnini) ha giudicato illegittimo e foriero di danni, poiché comporterebbe un “esoso arricchimento del fornitore”, definito “abbastanza eclatante” da far “ipotizzare ben altri tipi di responsabilità rispetto a quella meramente contabile”.


Al di là degli aspetti tecnici, tuttavia, gli autovelox una volta installati non hanno avuto certo vita facile. Il primo, quello posizionato sulla Casilina, è stato abbattuto, dopo appena 41 giorni di attività, da quattro scariche di fucile a pallettoni, di quelli normalmente utilizzati per la caccia al cinghiale. L’autovelox venne quindi smontato, ed al suo posto rimase soltanto il palo di sostegno per il quale l’ANAS ha comminato al comune una sanzione di circa 748,00 euro, per non avere l’ente corrisposto il canone di occupazione del suolo pubblico!


Il secondo, quello installato sull’Appia, è stato invece lasciato al suo posto ma “incappucciato” dal Comando di P.M., che non poteva più materialmente sostenere l’enorme carico di lavoro determinato dall’instancabile tartassatore elettronico. Da allora è diventato un luogo strategico di appostamento per le prostitute, le quali riescono infatti ad attirare più facilmente i clienti intenti a rallentare in presenza della segnaletica che avverte della presenza dell’autovelox, e a fare così cassa meglio di quanto non sia riuscito al comune.


Nel tempo però, a “sparare a zero” sugli autovelox di Calvi Risorta e sul relativo contratto, ci hanno pensato, sempre su segnalazione dei consiglieri di minoranza, anche diversi organi di controllo: dapprima l’Autorità di Vigilanza, che ha sostanzialmente vietato al comune di pagare i corrispettivi previsti.


Atti ufficiali alla mano, infatti, si evince che dall’esecuzione del contratto ne avrebbe tratto enormi benefici solo la ditta noleggiatrice degli autovelox, la quale avrebbe visto ripagarsi svariate decine di volte il costo delle apparecchiature locate: il corrispettivo che il comune dovrà corrispondere al gestore per le prime due fatture mensili presentate (pari ad € 233.337,17), ad esempio, sarebbe sufficiente da solo ad acquistare a titolo definitivo – e non semplicemente a noleggiare – ben 5 autovelox!


Sono poi intervenuti la Corte dei Conti, il segretario comunale e la stessa comandante della Polizia Municipale, con quest’ultima che ha bocciato, senza mezzi termini, il contratto in questione (nota prot. 730 del 26/02/2008). A mettere a nudo tutte le incongruenze di una scelta politica rivelatasi fallimentare fin dall’inizio, è stata invece la nota n. 1923/2008, nella quale la comandante descriveva dettagliatamente la situazione relativa al contenzioso, mettendo in evidenza l’impossibilità materiale di gestire lo stesso.


I dati riportati nella missiva indirizzata al sindaco erano impietosi: 36.134 verbali emessi, di cui 18.380 notificati, ed all’incirca 15.000 ricorsi (oltre l’80% dei verbali notificati), presentati dagli utenti della strada sia in Prefettura che dal Giudice di Pace. Tre contravventori su quattro hanno in altri termini preferito impugnare il verbale piuttosto che soccombere ai due famigerati autovelox: il risultato è stato l’assalto agli uffici comunali e lo stallo del Comando di P.M. e del Protocollo.


Ed alla luce dei primi responsi del Giudice di Pace, bisogna dire che gli utenti della strada ci avevano visto proprio lungo. In effetti i ricorrenti eccepivano numerose irregolarità dell’accertamento, tra le quali: 1) l’illegittimità della gara d’appalto e di tutti gli atti consequenziali, compresi i verbali; 2) la segnaletica non a norma, poiché difforme dalle disposizioni del decreto Bianchi (che prevede segnali a sfondo blu con scritte bianche, a fronte di quelli a sfondo bianco e scritte nere installati dal noleggiatore degli impianti), come accertato dalla stessa comandante della P.M. con la nota prot. 1765/2008, e documentato da questo sito, anche con rilievi fotografici, in un articolo risalente al 21/12/2007; 3) la segnaletica posizionata a distanza non regolamentare e non affatto avvistabile dagli automobilisti; 4) la violazione del principio informatore del codice della strada, vale a dire la tutela della sicurezza alla base di ogni iniziativa di controllo.


Il ricorso degli utenti veniva addirittura suffragato e corredato da un servizio fotografico degno dei più gettonati paparazzi. A giorni usciranno i dispositivi delle sentenze ed allora daremo conto ai lettori delle motivazioni alla base della decisione dei giudici. Le tesi dei “tartassati” devono tuttavia essere state accolte in pieno dal Giudice di Pace dal momento che questi, al ritmo di circa 100 verbali annullati ogni giorno (e circa 15.000,00 € al giorno di mancati introiti per il comune), ha iniziato a demolire inesorabilmente il “castello di cartapesta” edificato dal sindaco, che nei proclami avrebbe dovuto salvare il bilancio e garantire la sicurezza stradale!

 

Nel mese di maggio, con un’interrogazione consiliare rivolta al sindaco, proprio i consiglieri Caparco e Marrocco – dopo aver evidenziato il fatto, che i vigili sono stati costretti a rintanarsi nei propri uffici per mesi, intenti a “lottare” con migliaia di utenti inferociti e a preparare memorie difensive, lasciando il territorio completamente sguarnito – chiesero al sindaco se egli ritenesse che l’operazione di noleggio, posta in essere dalla sua amministrazione, potesse avere in qualche modo migliorato la sicurezza stradale nel territorio di Calvi Risorta (non sulle strade statali), ed apportato dei benefici per l’ente e la comunità.


La risposta del sindaco, formulata dopo quasi 3 mesi con la nota 15656/2008, fu la seguente: “Sicuramente sì, fermo restando che è necessario continuare ad operare per raggiungere obiettivi sempre maggiori”. Chissà se il sindaco, alla luce della batosta inflitta dai giudici ed in attesa delle decisioni della Procura della Repubblica – che proprio sull’autovelox ha da tempo aperto un corposo fascicolo d’indagine, e potrebbe mettere una pietra tombale su questo infelice contratto –, sia ancora della stessa opinione: perché i cittadini caleni non lo sono affatto!