I bigotti fanno arenare “Sister
Italia”
Layla Crisanti
www.corriere.com 27 agosto 2008
Utilizzare nuovi
linguaggi e nuovi strumenti per portare il messaggio cattolico nel mondo, per
arrivare più direttamente alle orecchie e ai cuori dei giovani.
Era questo l’obiettivo di “Sister
Italia”, pensato da padre Antonio Rungi. L’idea del
parroco, convinto della necessità di rinnovamento, era quella di realizzare un
concorso di bellezza online per incoronare la suora
più bella d’Italia.
Ma le critiche e le urla non si sono fatte aspettare e
hanno creato un polverone capace di tappare la bocca al prete progressista. O meglio almeno così sembra, per il momento, perché subito
dopo il “lancio” dell’iniziativa il blog di padre Rungi è stato oscurato per tornare attivo ieri, ma con la
sola pubblicazione di una lunga lettera in cui il “processato” spiega quale era
lo spirito della sua idea.
Forse a far naufragare “Sister Italia” è stato
proprio il fraintendimento della parola bellezza, che Rungi
intendeva in senzo ampio e cristiano, mentre i suoi additatori hanno fatto presto ad interpretarla
nell’accezione strettamente terrena. O magari nella
mente di questi diligenti difensori della morale si sono subito proiettate le
immagini di passerelle con suore in abiti succinti.
Fatto sta che, ancora una volta, l’anima più conservatrice del mondo cattolico
ha messo i bastoni tra le ruote a chi vuole aprire la finestra per far entrare
una folata d’aria fresca. Certo l’ultima parola non è ancora detta, si dovrà
vedere se “Sister Italia” resterà per sempre un
castello di sabbia o se riceverà la “benedizione” delle più alte sfere.
Intanto padre Antonio Rungi aspetta e continua a
credere fortemente nella bontà della sua iniziativa. Proprio lui lo ha
spiegato, in un’intervista telefonica al Corriere Canadese.
«Ovvio che non ho mai pensato a nessuna passerella. Si tratterebbe di un
concorso completamente virtuale - spiega padre Antonio Rungi
- la mia idea era quella di realizzare un blog in cui le suore, di diversi ordini, potessero mettere
le loro foto insieme al racconto della loro vita e della loro esperienza di
cattoliche».
Padre Rongi spiega che si
tratterebbe di un modo per far conoscere e mettere in contatto la gente comune
con le suore. «Volevo portare all’esterno il volto gioioso delle religiose. Far
conoscere la loro esperienza e la loro vocazione - continua - Volevo mostrare
che hanno un viso e una bellezza come tutte le altre
donne».
Insomma l’obiettivo era quello di far vedere che si
tratta di donne come tante, con un volto e un corpo
bello e apprezzabile, che hanno fatto una scelta e che la vivono a pieno. Mostrare la bontà di queste donne insieme alla loro esteriorità,
per renderle più familiari alla gente, più vicine. Ma
anche per far capire che la bellezza può essere un valore puro e casto, un vero
dono di Dio, di cui non c’è nulla di vergognoso.
«Questo progetto, però, è stato frainteso e si è
creata molta confusione. Molti mi hanno attaccato pesantemente e anche
minacciato. Probabilmente il progetto è stato troppo enfatizzato e forse
spiegato male - sottolinea padre Rungi
- Ora non so se sarà possibile realizzarlo. Dovrò aspettare le autorizzazioni
delle autorità ecclesiastiche. Non solo: ora anche le suore, che prima mi
avevano garantito la loro partecipazione, sono titubanti, hanno paura di essere
additate e non so se saranno ancora disposte».
Padre Rungi continua spiegando che per poter guardare
al futuro e innovare, si devono superare delle mentalità conservatrici anche
all’interno del Vaticano.
«Credo che non si debbano dimenticare o mettere da parte le tradizioni, ma
bisogna anche studiare nuove idee per avvicinare i giovani - spiega - anche la
Chiesa deve usare un nuovo linguaggio e i nuovi mezzi di comunicazione».
Padre Rungi dice che
tanti ordini religiosi e associazioni hanno i loro siti ufficiali, ma è un
percorso su cui si deve ancora lavorare. «Dobbiamo affrontare le sfide del
futuro - dice - e tra queste c’è anche quella di Internet.
Non ci dobbiamo chiudere, spegnere il computer e far finta che i giovani di oggi non vivano molto in questo mondo virtuale».
Quella del concorso di bellezza non è la prima iniziativa di padre Rungi. La volontà di far conoscere la bellezza delle
sorelle e la grandezza del loro servizio era stata già alla base di un altro
progetto. Infatti il teologo campano, religioso
passionista, ha realizzato “convento in spiaggia”, iniziativa, di grande
successo, con la quale le religiose sono uscite a pregare con i bagnanti.