DIPINTO DELLA “SACRA FAMIGLIA” MANOMESSO E ABBANDONATO

 

Paolo Mesolella

 

Caserta24ore, 27 agosto 2008

 

Ancora un caso di abbandono. Un pregevole quadro dell’800 manomesso e abbandonato a se stesso. Nel Vico I° Zona a Zuni di Calvi Risorta, al civico 17, c’è un bel cortile ed una pregevole scala che porta a Casa Colella, ma sul pianerottolo un bel dipinto su stagno raffigurante la “Sacra Famiglia”, giace in uno stato di completo abbandono.

 

Non solo: il dipinto è stato manomesso da qualcuno che ha sfregiato e in parte ridisegnato i bei volti originari. Del dipinto, infatti, oggi è ancora ben visibile la bellissima Madonna con mantello di colore ocra, su sfondo rosso, ma Gesù Bambino e quello che doveva essere San Giuseppe, appaiono ripresi ed in gran parte cancellati dal tempo e da mani inesperte. Di qui la volontà della signora Immacolata Zanni di cercare di recuperarne almeno in parte il contenuto.

 

“Su questo scalone, spiega, passano tre proprietari per cui diventa difficile trovare un accordo per il recupero di un bene come questo, ma mi attiverò in proposito”.

 

Il bell’affresco della “Sacra Famiglia” di Zuni, comunque, è di particolare interesse anche perché si trova dipinto su un palazzo anch’esso storico. Il palazzo infatti, già sede delle scuole elementari della frazione di Zuni, faceva parte con molta probabilità di proprietà baronale. Sono diversi infatti gli elementi che rimandano la sua costruzione al tempo del vicino Palazzo Baronale.

 

Sebbene, più piccola e più volte ristrutturata, infatti, casa Colella, al Vico I^ Zona, presenta due ingressi con scale che prima erano scaloni (sono rimasti i resti di una rampa in pietra viva). All’interno vi sono ancora quattro bussole originali ed un finestrone simile a quelli presenti nel Palazzo Baronale Zona e nella Reggia di Caserta.

 

Anche il pavimento originale in rosso era con rigiole a rombi simili a quelle presenti nella chiesa di San Nicola a Zuni. E poi ci sono altre due interessanti testimonianze: una pietra incastonata nel muro di ingresso al cortile raffigurante due leoni che proteggono l’entrata al palazzo e la volta figurata del garage. Qui infatti, si vede ancora un grande fiore stilizzato sul soffitto, un fiore che un tempo era colorato di viola.

 

Un’altra pietra ancora, anch’essa interessante, si trovava incastonata nel muro sotto la pietra dei leoni, ma è stata trafugata dalla parete. Un danno che si aggiunge all’altro del dipinto: come se non bastasse l’incuria del tempo, infatti, ci si è messo anche qualche “ragazzino” caleno, aspirante pittore, a manomettere l’opera che porta addirittura la sua firma: Bonacci.