L'ALLEANZA
TRA ANTONELLO BONACCI E GIOVANNI LOMBARDI POTREBBE NON
AVVENIRE MAI: OCCORRE INFATTI IL NULLA OSTA DI ZACCHIA!
Dal blog di Agro
caleno, 20 agosto 2008
Può sembrare paradossale ma è proprio così: le più semplici aspirazioni
politiche di Antonello
Bonacci richiedono il nulla osta del suo avversario dichiarato, il sindaco
Giacomo Zacchia. Nel complesso gioco di elezioni
primarie, documenti per la trasparenza ed alchimie varie, messe in campo dal
PD, a farne le spese potrebbero essere infatti proprio Antonello,
Scarano ed il loro Circolo Democratico. In che modo è presto detto.
Sappiamo tutti che, con la nascita del “Circolo Democratico del Popolo Caleno”, movimento di area PD, si
è venuta a determinare un’anomala situazione politica con l’apertura, a poche
decine di metri di distanza l’uno dall’altro, di ben due circoli del Partito
Democratico contrapposti tra di loro, in un paese di appena 6.000 anime: il
primo facente capo a Zacchia ed alla sua maggioranza consiliare, l’altro al
tandem Bonacci-Scarano.
Durante il congresso cittadino del 29 giugno 2008, nel
quale bisognava eleggere il coordinamento comunale, il segretario cittadino ed
il delegato provinciale del PD, l’antinomia è stata risolta in favore dell’area
del sindaco, con un verdetto addirittura umiliante per la sezione di Antonello, ormai ridotta a
semplice articolazione territoriale della sede di Via Baroni Sanniti, cui
competerà di fatto la funzione di rappresentanza politica comunale.
Per quanto riguarda il coordinamento comunale, sono stati
infatti eletti: Enrico Migliozzi, Mariangela
Zona, Giuliano Cipro, Elda Maria Albanese, Daniele
Zona, Maria Fattore, Capuano
Antonio, Marina Izzo,
Martino Agostino Lorenzo, Carmen Maria Zacchia,
Silvio Zona e Carolina Ventriglia. Scorrendo i nomi
si capisce bene come il coordinamento comunale sia di
fatto "controllato" dal sindaco.
Ne sono inoltre membri di diritto con voto consultivo, i consiglieri Gabriella Perrotta e Zona Antonio, il
sindaco e gli assessori Cipro Remo, Piero Salerno e Antonio
Fattore. Il delegato provinciale è invece lo stesso sindaco che, con questa abile mossa, non solo ha emarginato Antonello e la sua sezione, ma si è inoltre garantito anche
una candidatura certa alle prossime elezioni provinciali in quota PD, proprio a
discapito di Antonello.
Tuttavia l’esito delle primarie del 29 giugno avrà le
maggiori ripercussioni in vista delle elezioni comunali del 2009. La
scelta dei candidati per le cariche istituzionali, compresa quella di Sindaco,
è infatti disciplinata dettagliatamente dallo Statuto
del PD e dal relativo Regolamento Quadro, approvato dall’Assemblea Nazionale
nella seduta del 17 luglio 2008.
Cosa prevedono queste norme?
Innanzitutto il ricorso ad elezioni primarie, da tenersi tra il 15 novembre
2008 ed il 30 gennaio 2009, nel caso in cui sia avanzata più di una candidatura
a sindaco da parte di iscritti del PD. Qualora il
sindaco uscente in quota PD (Zacchia) avanzi nuovamente, entro il 15 settembre
2008, la propria candidatura (così come prevedibile), possono
essere presentati eventuali candidature alternative (come quella di Antonello Bonacci appunto) soltanto se ricevono il sostegno
del 30% dei componenti dell’Assemblea comunale, o la sottoscrizione di almeno
il 15% degli iscritti.
Le primarie saranno dirette e supervisionate da un
Comitato Organizzatore da eleggere entro il 10 settembre 2008; la raccolta
delle firme a sostegno del candidato a sindaco dovranno
essere rese alla presenza di iscritti al PD che ricoprano l’incarico di
Parlamentare Nazionale, consigliere o assessore regionale, provinciale,
comunale; le stesse dovranno essere raccolte tra il 20/10/2008 ed il
09/11/2008, mentre l’elenco dei candidati alle primarie verrà ufficializzato
entro l’11/11/2008. Possono partecipare alle elezioni primarie per la scelta
del sindaco le persone che abbiano compiuto 16 anni,
registrate nell’Albo degli elettori del Partito Democratico o che dichiarino di
riconoscersi nella proposta politica del partito, di sostenerlo alle elezioni,
e accettino di essere registrate nell’Albo pubblico degli elettori al momento
del voto.
Cosa succede nel caso in cui si vogliano invece stipulare accordi pre-elettorali di coalizione con
altre forze politiche?
La situazione si ingarbuglia
ulteriormente. Prendiamo ad esempio i due casi possibili nello scenario
politico locale che si va delineando: quello di
Zacchia, che vorrebbe sicuramente rinnovare l’alleanza con il circolo di
Rifondazione Comunista di Carmelo Bonacci e con i Socialisti di Oreste Martino;
quello di Antonello Bonacci che sta lavorando invece
ad un’intesa con Lombardi ed il gruppo di Alleanza Nazionale.
Ebbene, in base allo Statuto ed al Regolamento Quadro, sia
Zacchia che Bonacci sono obbligati ad effettuare delle
Primarie di coalizione (con regole da stabilire, a livello locale, con i
partiti alleati). Una eventuale deroga potrà avvenire
solo con il voto favorevole dei 3/5 dell’Assemblea comunale. Più complicata è
però la situazione di Antonello.
Infatti, se questi riconoscerà pacificamente in Giovanni
Lombardi il candidato a sindaco della coalizione, gli occorre comunque
il consenso di almeno il 60% dell’Assemblea comunale del PD per stipulare
l’intesa; se invece volesse giocare fino in fondo con Lombardi la propria
candidatura a sindaco, dovrebbe andare ad elezioni primarie, ma potrebbe farlo
soltanto con il 70% dei consensi dell’Assemblea comunale (cioè, in sostanza,
solo con il nulla osta di Zacchia). I candidati al consiglio comunale in quota
PD verranno invece individuati a maggioranza assoluta
dei componenti dell’Assemblea comunale.
I numeri parlano dunque chiaro: Zacchia ha un peso tale all’interno
dell’Assemblea e del Coordinamento comunale del PD che, di fatto, può decidere
chi candidare, con chi farlo e bloccare così sul nascere ogni autonoma
iniziativa del povero Antonello.
Non so se ho interpretato bene tutte le norme ingarbugliate del PD: di questo
chiedo conferma allo stesso Antonello, ma sembrerebbe
di sì visto che le stesse sono applicabili anche in
caso di lista civica in comuni con meno di 15.000 abitanti, che abbiano al loro
interno tesserati del PD (come quelli del Circolo Democratico). Se così fosse
la situazione per lui si complica non poco, potrebbero arrivare, molto
verosimilmente, pressioni dal coordinamento comunale e provinciale del PD, che
inviterebbero Antonello ed il suo Circolo a tornare
mestamente nei ranghi e mettersi al servizio esclusivo della causa Zacchia (che
cosa divertente sarebbe dopo tante critiche rivolte all’amministrazione!).
La coalizione con AN diventa oltremodo difficoltosa,
poiché Zacchia non gli garantirà mai quella quota del 60% o del 70% per
appoggiare Lombardi o giocarsi con lui la candidatura a sindaco, costringendolo
addirittura a non potersi candidare (il tutto dipende dal numero di iscritti al
PD che fanno capo ai due Circoli, e da chi ha la maggioranza assoluta dei
componenti: dato che non conosco ma che potrebbe fornirci lo stesso Antonello). D’altro canto vi sono parecchi attivisti del
gruppo di Bonacci che non vedono affatto di buon
occhio l’alleanza con Lombardi junior, e sarebbero (con una mossa suicida) più
propensi a giocarsela da soli contro Zacchia (mentre altri starebbero
negoziando con gli avversari: attenzione ai nemici in casa, caro Antonello, apri gli occhi).
Continuare la linea di dissenso con l'attuale amministrazione senza avere ulteriori problemi (e sono già tanti) nel ricercare
un’alleanza con Lombardi, implicherebbe invece la necessaria fuoriuscita dal PD
agendo sotto un’insegna politica differente: ma militanti storici come Scarano
potrebbero accettare questa “fuoriuscita coatta” dal partito?
Io vedo un altro possibile scenario per Antonello
Bonacci, reduce da continue sconfitte (quella che ha visto prevalere la linea
di Salerno contro il direttivo dei DS; quella contro Perrotta alle primarie; quella contro Zacchia alle primarie
di circolo): costringere Zacchia ad elezioni primarie per la candidatura a
sindaco – sfruttando il fatto che possono votare anche i sedicenni ed i
diciassettenni, che dovrebbero essere tutti dalla sua parte – e, in caso di
sconfitta, impedire a Zacchia coalizioni con altri partiti non facendogli
raggiungere quella fatidica soglia del 70% di voti dell’Assemblea comunale. Comunque vada, però, si capisce bene come le elezioni del 29
giugno 2008 abbiano determinato un vero e proprio terremoto all’interno del PD caleno.
Chi, forte dei propri numeri, dorme invece sonni tranquilli (non scalfito
minimamente da problemi di alleanze ed alchimie
politiche varie), è la lista dei consiglieri Antonio Caparco e Giovanni Marrocco che,
già da 3 anni, lavorano in perfetta sintonia tra di loro e che, da ormai due
mesi, hanno ufficializzato la nascita, il completamento e la discesa in campo
della loro coalizione: una corazzata inaffondabile e senza rivali!