DON ENZO GRAVANTE SULLE ORME DI PIPPO BAUDO

 

Calvirisortanews, 19 agosto 2008

 

Vito Taffuri

 

Archiviata con successo la 23esima edizione del concorso canoro "CaleSanremo" organizzato dal direttore artistico Nicola Carletti.

 

Quest’anno però la manifestazione canora ha avuto un particolare presentatore, si tratta del parroco di Visciano don Enzo Gravante, da poco tempo insediato. La sua partecipazione ha spaccato comunque la Città, tra chi è rimasto entusiasta per quel prete che è saltato dall’altare al palco, e chi invece non ha visto di buon occhio questa specie di “trasformismo”.


Don Enzo, ha saputo, in realtà, conciliare e fondere il sacro e il profano. La sua intenzione è sicuramente buona, innovativa, ma bisogna anche comprendere quelle centinaia di persone, che non si aspettavano che la nuova tonaca di Calvi Risorta, fosse così aperta alle canzonette e ad un pubblico sbracciato in maniche di camicia e persino in minigonna.


Senza contare poi i testi di alcune canzoni notevolmente laiche e trasgressive, per nulla vicine alla sacralità del pensiero cattolico e apostolico. Don Gravante ha sbagliato? Sicuramente no dal suo punto di vista e anche perché prima di lui sul palco di Sanremo, (quello vero però) sono già saliti addirittura preti cantanti.


Le critiche dei più conservatori Don Enzo se le becca lo stesso perché, a quanto pare, sul palco non ha portato nessun simbolo della sua appartenenza alla Chiesa. Pantalone rosso con maglietta sportiva con una scritta al centro, Gravante ha fatto cantare tante persone ma, ha fatto anche parlare tutta Calvi Risorta.


Il suo obbiettivo è quello di avvicinare i giovani alla religione e alla parrocchia. L’unica cosa che resta da sapere è cosa ne pensa il Vescovo Arturo Aiello, di questa trovata. Se poi il metodo funziona, il rischio è quello di trovare Gravante tra i candidati alle prossime elezioni amministrative.