Class action: l'arma segreta dei consumatori (speriamo!)
Redazione
www.calvirisorta.com, 14
luglio 2008
Se ne
parla da molto e tra qualche mese sarà operativa. Ma
come funziona "l'azione di risarcimento collettiva" che le aziende
temono tanto?
Si
chiama class action, un nome che in molti
paesi, Stati Uniti in testa, è più che conosciuto. In Italia lo
impareremo presto. Non subito, come speravano in molti, ma dal 1°
gennaio 2009. E' questa la data fissata dalla manovra finanziaria per
il 2009 per l'entrata in vigore
di quella che la legge definisce ufficialmente "azione collettiva risarcitoria".
Una proroga - l'ultima, si spera - che rivela il carattere
controverso di questo provvedimento. Ma
vediamo in sintesi in cosa consiste e come funziona questo nuovo strumento di
tutela dei consumatori previsto dall'art. 140-bis del Codice del consumo.
CHE COS'E': Si tratta di un'azione
legale avviata da un gruppo di consumatori o utenti per ottenere il risarcimento per
i danni derivanti da violazioni contrattuali o pratiche commerciali scorrette
delle aziende.
La caratteristica principale è che garantisce protezione giuridica anche per
danni di entità modesta (si pensi ad esempio
agli importi delle bollette della luce, del gas o del telefono) per i quali
un'azione individuale non sarebbe conveniente (perché più onerosa del danno dal
risarcire).
CHI LA PUO'
AVVIARE: Sono legittimati all'azione collettiva le associazioni dei
consumatori iscritte in un elenco del Ministero dello sviluppo
economico, ma anche qualsiasi altra associazione o comitato purché
siano rappresentativi su base nazionale (cosa che sarà valutata dal giudice).
Il singolo
cittadino potrà aderire a
un'azione già avviata fino all'udienza conclusiva del giudizio di appello
(quindi c'è un ampio margine temporale per unirsi a una class action in corso).
A questo scopo il tribunale, una volta accolta l'azione, impone
all'associazione che l'ha avviata di fare adeguata pubblicità (sui
giornali, Internet ecc.).
IL GIUDICE: La
competenza territoriale è quella del tribunale del luogo dove ha sede
legale l'azienda chiamata in causa. Il tribunale decide in formazione collegiale.
LA PRIMA UDIENZA: Il Tribunale, dopo un esame sommario,
decide sull'ammissibilità della domanda. L’azione può essere dichiarata inammissibile
se:
LA SENTENZA: Dopo l'istruttoria il
tribunale può accogliere o respingere la domanda di risarcimento. La
sentenza di una class action, come tutte le altre, può essere impugnata in
appello e poi in Cassazione. Se il tribunale dà ragione ai consumatori
stabilisce i criteri in base ai quali liquidare la somma e potrebbe anche
determinare un importo minimo del risarcimento.
LA PROCEDURA DI CONCILIAZIONE: L'azienda
"incriminata" ha 60 giorni dopo la sentenza per proporre ufficialmente
alle controparti una somma a titolo di risarcimento. A questo punto si
aprono due strade:
Resta da ricordare che, a differenza della class action americana,
non sono previsti i cosiddetti punitive
damages, cioè un risarcimento superiore al
danno subito - a scopo "punitivo" appunto - che abbia la
funzione di deterrente per analoghi comportamenti
scorretti di altre aziende.