Cede il tetto: muore imprenditore edile

 

ELIO ZANNI

 

Il Mattino, 09 agosto 2008

 

Voleva solo raccogliere i ferri del mestiere, il più presto possibile, per chiudere così quella mezza giornata di lavoro trascorsa ad aiutare un collega e poi godersi la meritata pausa di Ferragosto.

 

Da qui, forse, l'idea di utilizzare a guisa di scorciatoia la tettoia di una vecchia baracca per passare dall'altro capo del fabbricato di Via Bizzarri nella frazione Visciano di Calvi Risorta.

 

Ma la copertura di lamiere, apparentemente solida, non ha retto cedendo come fosse di cartone sotto i suoi piedi. È morto così, per un azzardo, magari l'unico di tutta la sua carriera, almeno secondo la più plausibile delle ricostruzioni, l'operaio edile e piccolo imprenditore Fiorenzo Capuano, 60 anni d'età, originario del posto, conosciuto e stimato.

 

Il fatale episodio, che allunga l'elenco delle morti sul lavoro è accaduto ieri verso le 12,30 subito dopo la pausa pranzo. Ad accorgersi di quanto accaduto è stato un altro muratore, l'unico che si trovava in quel momento nell'improvvisato luogo di lavoro. A lui per primo è toccato di vedere la scena raccapricciante dell'amico riverso in una pozza di sangue col volto mezzo sfigurato. La caduta, da un'altezza di non più di tre metri, si è rivelata comunque rovinosa per la presenza nella baracca di uno spigoloso tavolo di legno.

 

Il personale del 118 caleno giunto sul posto ha realizzato subito delle condizioni gravissime in cui versava l'infortunato che, dopo una corsa in ambulanza, è stato affidato alle cure del pronto soccorso dell'ospedale Palasciano di Capua. Tutto inutile, purtroppo. L'uomo, infatti, a causa delle gravi lesioni interne riportate, ha lasciato il mondo dei vivi in poche ore tra le braccia del personale medico.

 

E sempre nel primo pomeriggio di ieri, su parere del medico legale e acquisito il permesso del giudice di turno, la salma è stata trasferita presso l'Istituto di medicina legale di Caserta per gli inevitabili nella fattispecie esami autoptici. L'imprenditore che per lunghi anni era stato un richiesto e quotato muratore di prima categoria, lascia la moglie Antonietta e il figlio Nicola di ventuno anni oltre i genitori che alla notizia della disgrazia hanno avuto un malore.

 

Sul luogo del fatale infortunio sono giunti i carabinieri della locale stazione guidata dal comandante Massimo Petrosino, i referenti dell'ispettorato del lavoro di Caserta, un funzionario dell'Asl Ce1 e il giudice di turno, nello sforzo sinergico di ricostruire il più fedelmente possibile i fatti accaduti.

 

Come da prassi, a valle dei sopralluoghi legali e tecnici, la zona-cantiere è stata posta sotto sequestro per consentire eventuali ulteriori accertamenti che nel prossimo futuro potrebbero essere ritenuti necessari dagli organi giurisdizionali di Santa Maria Capua Vetere. Il clamore e lo sgomento per l'ennesima morte bianca che dalla città calena si sta propagando in tutta la provincia ed oltre e riporta in piena attualità argomenti quali la sicurezza sul lavoro, la necessità di più assidui controlli piuttosto che la necessità di varare nuove leggi in materia. Argomenti alla base delle più accese discussioni sindacali nazionali, temi salienti delle assemblee consumate negli ultimi mesi nelle sedi dei principali partiti politici, ragionamenti sempre nelle corde dei leader più quotati apparsi negli schermi preelettorali, al punto di generare le candidature in parlamento di operai della Thyssenkrupp e le celebrazioni davanti ai luoghi degli incidenti.

 

Tutto bene ma con scarsi risultati tangibili occorre dire e ricadute ancora più impalpabili dal punto di vista per progetti posti in essere.