Denuncia del Circolo Democratico: Il 90% delle spiagge del litorale domizio è off limits

 

Caserta24ore, 04 agosto 2008

 

Il libero accesso al mare continua ad essere negato, nonostante una norma, l’articolo 1 comma 251 della legge 296/2006, approvata nella scorsa legislatura.

Lo denunciano i responsabili del circolo democratico di Calvi Risorta Enzo Scarano e Cassio Izzo che hanno fatto un esposto alla procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, tanto per cominciare, perché il divieto pare sia imposto non solo sul litorale romano ma un ovunque.

“Anche nell’avvio di questa stagione turistica – denuncia Enzo Scarano - abbiamo ricevuto molte segnalazioni da parte di cittadini caleni a cui viene impedito l’accesso alla battigia per fare il bagno: si tratta di una vera e propria violazione di legge su cui è necessario che intervengano gli organi competenti”.

Il Circolo Democratico annuncia una denuncia anche in sede europea “affinché - spiega Cassio Izzo - si avvii anche un’indagine sulla gestione del demanio, visto che la privatizzazione è un’anomalia tutta italiana”.

Sugli oltre 7000 chilometri di spiagge italiane la situazione è “allucinante”: più del 45% è reso inaccessibile dal cemento e dagli stabilimenti. Dal dossier realizzato dalle varie associazioni ambientaliste emerge, poi, che in molte zone dell’area domiziana e sud pontina risulta occupato l’80-85% degli arenili.

“Spesso – dice ancora Cassio Izzo - le nostre spiagge sono caratterizzate da prezzi altissimi, interminabili muri di recinzione che troppo spesso nascondono il mare, vere e proprie palazzine di cemento alzate sulla sabbia, innumerevoli attività che nulla hanno a che vedere con la balneazione, ostacoli fisici ed economici che inducono la maggior parte delle persone a credere che le spiagge e gli stabilimenti siano circoli privati”.

“Il mare – continua Scarano - oltre ad essere una questione ambientale si sta trasformando sempre più in una vera e propria questione sociale: una famiglia è infatti costretta a pagare dai 15 ai 20 euro al giorno solo per poter fare il bagno: non è più ammissibile che venga negato il diritto al libero e gratuito accesso, riconosciuto dalla legge, senza contare i costi esorbitanti per i parcheggi e per questo abbiamo deciso di rivolgerci agli organi giudiziari e all’Europa”.