PASTICCIO AUTOVELOX: IL GIUDICE DI PACE ACCOGLIE I RICORSI PRESENTATI DAI CITTADINI

 

Calvirisortanews, 13 luglio 2008

 

Vito Taffuri

 

È ormai oltre un anno che ci occupiamo ininterrottamente dei due autovelox fatti installare dalla giunta Zacchia il 9 agosto 2007, al termine di una gara d’appalto censurata nel tempo dal Ministero dei Trasporti, dall’Autorità di Vigilanza, dalla Corte dei Conti, dalla Commissione d’accesso, dai consiglieri di minoranza, dal segretario comunale e dalla comandante della Polizia Municipale.

 

Abbiamo dimostrato, atti ufficiali alla mano, che dall’esecuzione del contratto ne avrebbe tratto enormi benefici solo la ditta noleggiatrice degli autovelox, la quale vedrà ripagarsi svariate decine di volte il costo delle apparecchiature locate: il corrispettivo che il comune dovrà corrispondere al gestore per le prime due fatture presentate, ad esempio, sarebbe sufficiente ad acquistare a titolo definitivo – e non a noleggiare, come invece prevede il contratto posto in essere dall’ente – ben 11 autovelox.


Abbiamo altresì dimostrato che le casse comunali ne sarebbero uscite a pezzi, finanche nel caso di riscossione di tutti i verbali emessi (cioè di mancato accoglimento di tutti i ricorsi), con un ammanco di oltre 280.000,00 €. Anzi possiamo tranquillamente affermare, con la forza indiscutibile dei numeri, che il comune di Calvi Risorta non campa di autovelox, ma rischia seriamente il dissesto finanziario proprio a causa dell’autovelox. Le statistiche sui tassi di incidentalità, i tratti di strada in cui sono stati installati ed il breve lasso di tempo in cui sono stati in funzione, sembrano testimoniare invece che i due autovelox nulla avevano a che vedere con l’invocata sicurezza stradale.


A mettere a nudo le incongruenze di una scelta politica rivelatasi fallimentare fin dall’inizio, era intervenuta, nei giorni scorsi, anche una nota della comandante (prot. 1923/2008), indirizzata al sindaco e alla giunta, che descriveva dettagliatamente la situazione relativa al contenzioso, mettendo in evidenza l’impossibilità materiale di gestire lo stesso. I dati riportati nella missiva erano impietosi: 36.134 verbali emessi, di cui 18.380 notificati, 17.754 ancora da notificare ed all’incirca 15.000 ricorsi (oltre l’80% dei verbali notificati), presentati dai tartassati utenti della strada, sia in Prefettura che al Giudice di Pace. Tre contravventori su quattro hanno in altri termini preferito impugnare il verbale piuttosto che soccombere ai gabellieri elettronici fortemente voluti dalla giunta Zacchia: il risultato è stato l’assalto agli uffici comunali e lo stallo del Comando di P.M. e dell’ufficio protocollo.


Ed alla luce dei primi responsi del Giudice di Pace, che sta accogliendo i primi ricorsi presentati – fatta eccezione per quelli privi di firma o per quelli unici nei confronti di più verbali (la regola è un ricorso per ogni singolo verbale) –, gli utenti della strada ci avevano visto proprio lungo. In effetti i ricorrenti eccepivano numerose irregolarità dell’accertamento, tra le quali: l’illegittimità della gara d’appalto (e di tutti gli atti consequenziali, compresi i verbali); la segnaletica non a norma, poiché difforme dalle disposizioni del decreto Bianchi (che prevede segnali a sfondo blu con scritte bianche, a fronte di quelli a sfondo bianco e scritte nere installati dal noleggiatore degli impianti, come documentato dal nostro sito in un articolo del 21/12/2007), posizionata a distanza non regolamentare e non affatto avvistabile dagli automobilisti; la violazione del principio informatore del Codice della Strada (tutela della sicurezza). Il tutto suffragato da un servizio fotografico degno dei più gettonati paparazzi.


Le tesi dei “tartassati” sono state accolte in pieno dal Giudice di Pace che, al ritmo di 300/400 verbali annullati ogni settimana (e circa 45.000,00 € a settimana di mancati introiti per il comune), sta demolendo il castello di cartapesta edificato dal sindaco. D’altro canto, studi ed analisi tecniche condotte dalla Caianiello avevano già dimostrato che, per definire tutte le attività connesse alla gestione dei ricorsi, sarebbe stato necessario chiudere il comune al pubblico per almeno sei mesi, ed impiegare a tempo pieno tutto il personale in forza all’ente, anche quello assegnato ad altri uffici!!!

Vi era perciò un’alta probabilità che tutti i ricorsi venissero accolti per la mancata presentazione delle memorie difensive da parte del comune, che non solo non ha finora conseguito gli utili sperati (ed ha anzi dovuto registrare un sostanzioso ammanco), ma subirà un ulteriore danno di almeno 200.000,00 € a seguito delle decisioni del Giudice (le spese fisse da corrispondere alla GestLine ed alle Poste Italiane per la stampa e la notifica dei 15.000 verbali impugnati ed accolti).


Proprio in merito a queste spese fisse, i consiglieri di minoranza avevano diverse volte segnalato il mancato stanziamento delle stesse sia nel bilancio 2007 che in quello del 2008, con le Poste Italiane che sollecitano ripetutamente il pagamento delle proprie spettanze – oltre 250.000,00 € al momento, destinate a crescere ulteriormente in vista della notifica dei restanti verbali – e l’accumularsi di una enorme massa di debiti fuori bilancio (e pensare che questa “erronea previsione” era stata segnalata persino dal senatore Novi, in un’interrogazione risalente al 12 dicembre 2007!).


All’appello mancano inoltre le spese legali che la comandante aveva chiesto (a quanto pare inutilmente) al responsabile finanziario di iscrivere nel bilancio di previsione 2008, un inspiegabile errore che sta avendo come conseguenza l’impossibilità di gestire il contenzioso! Ed infatti il comune, vuoi anche per l’intasamento dell’Ufficio Protocollo, non è riuscito nemmeno a costituirsi in giudizio: invero, alla luce delle citate sentenze, ogni sforzo in tal senso appare a questo punto del tutto irrilevante.


Ma chi sono i responsabili di questa catastrofe annunciata, sia per gli uffici che per le casse comunali? La comandante, nella citata nota, sembra non avere dubbi al riguardo: il sindaco, che non avrebbe mai tenuto in alcuna considerazione le decine di note tecniche a lui indirizzate (neanche quelle dei consiglieri di minoranza, aggiungiamo noi, che a differenza della giunta avevano anzitempo intravisto tutte le possibili irregolarità della gara e previsto le problematiche cui il comune sarebbe andato incontro), il funzionario che ha predisposto ed espletato la contestata gara d’appalto (ing. Antonio Bonacci su indirizzo della giunta) ed il funzionario che vi ha dato esecuzione senza aver preliminarmente organizzato il servizio e valutato la sua fattibilità con le limitate risorse a disposizione (dr. Onofrio Tartaglione, nono segretario dell’era Zacchia). Insomma, staremo a, vedere cosa deciderà anche la Procura della Repubblica, dopo che ha avviato nei mesi scorsi una corposa e importante indagine sulla questione Autovelox su Calvi Risorta, dopo un esposto dei due gruppi di opposizione.