L’arte di Gian Piero Morrone: IL MEDICO-PITTORE CHE SVOLGE LA SUA ATTIVITA’ SANITARIA NELLA RSA CALENA

 

Paolo Mesolella

 

Caserta24ore, 22 giugno 2008

 

 

Qualcuno ha scritto che la pittura di Gian Piero Morrone è la pittura di un biologo: grazie alla sua grande sensibilità, infatti, è in grado di analizzare un soggetto o un paesaggio in tutti suoi aspetti, anche nei dettagli.

 

I suoi colori sono tanti e tali che riflettono la stessa condizione psicologica dei personaggi che analizza con attenzione e precisione maniacale. Come un biologo, appunto. Al biologo, dell’uomo, di un paesaggio o di un ritratto non interessa l’apparenza, ma l’interiorità che si intravede solo attraverso sguardi femminili, figure girate, volti pensierosi, paesaggi autunnali, casolari abbandonati o motivi sacri come il povero Cristo tra i soldati (1996).

 

Non a caso, Gianpiero Morrone, 45 anni, casertano, è un artista poliedrico, come la sua stessa formazione. Dopo il diploma artistico all’Istituto d’Arte di San Leucio, ha lavorato presso la serigrafia di Michele Auricchio e presso lo studio di ceramica “Terre Blu” di Via Maielli fino ad approdare oggi nel campo sanitario, da infermiere professionale e da prossimo medico.

 

Il suo lavoro, in ospedale e nelle strutture ospedaliere dell’ASL sono per lui senz’altro un completamento umano e professionale, ma la sua vera passione è l’arte. Un’arte che si spera possa mettere in mostra anche a Calvi Risorta nella Residenza Sanitaria per Anziani di Via Bizzarri dove lavora. La sua ricerca del colore è ossessionante: pare volersi appropriare della materia con colori accesi, sensuali, vitali e a volte perfino violenti. Perfino le nature morte sembrano “vive” come il bel “Vaso di fiori” del 1990 dove i colori e l’azzurro del cielo, danno vita e luce a tutto il quadro.

 

Altre volte, invece, Gian Piero privilegia il nero. Le tele sono scure (“Il mare di notte”, paesaggi notturni, nature morte) che solo il riflesso di una luce rende vivi e molto suggestivi. Ma anche queste tele “notturne” sono interessanti.


Ma la pittura non è la sola tecnica in cui ama lavorare. Sono particolari, infatti, anche le sue sculture e i suoi bassorilievi in alabastro, in bronzo e in legno. Con il tempo la sua pittura e la sua scultura da figurativa classica ha subito una sorte di contaminazione “afro”, con tecnica mista di tempera ed olio.

 

Gian Piero ha partecipato a numerose mostre ed estemporanee, da Marcianise a Maddaloni, da Volla (Na) a S. Felice a Cancello al Settembre al Borgo di Casertavecchia. Il prossimo allestimento sarà a Roma, in Via Margutta. Le sue opere sono state apprezzate da Lello Spinelli, Gianni Testa e da Camilian Demetrescu, il creatore delle Hierofanie, delle manifestazioni del sacro nella vita.

 

Quello del sacro, infatti, è un altro aspetto interessante nell’arte di Gian Piero, come lo è la sensazione di solitudine che attraversa molte sue tele: paesaggi notturni, casolari abbandonati, alberi scheletrici e donne sole, perfino la mela è rappresentata nella sua estrema solitudine. Una solitudine però, che riempie per intero la tela.