L’AUTOVELOX: UNA MACCHINA INFERNALE

 

Portale di Pignataro Maggiore, 15 giugno 2008

 

Del Vecchio Ignazio

 

E’ di qualche giorno la notizia che anche Pignataro Maggiore si stia dotando di un marchingegno infernale che colpisce duramente l’utente della strada, già vessato dalla tassa di possesso, dal bollino blu e da tutte quelle amenità che vanno sotto il nome di balzello, un vocabolo che ogni cittadino vorrebbe far scomparire dal proprio vocabolario.


Mentre Berlusconi & Company fanno scomparire le odiose tasse sull’ICI e promettono di far scomparire persino il bollo dell’auto e dei motorini, altri fanno il contrario, minacciando pesantemente le tasche del cittadino e dei suoi familiari, che sono stanchi e disgustati dal prelievo forzoso che avviene direttamente alla fonte del loro salario, come le addizionali comunali, regionali e non so più che cosa prelevato dallo stipendio mensile.


Mentre in tutta Italia si moltiplicano i casi di schizofrenia nei confronti di quelle macchinette infernali, altrimenti dette autovelox, le amministrazioni comunali installano i marchingegni sulle strade per fare cassa con la scusa della sicurezza stradale (che eufemismo!!), ovviamente con l’aiuto della prefettura che firma i decreti per aumentare i chilometri di strada da sottoporre a controllo della velocità, mentre nulla fa per far diminuire la costruzione di autovetture sempre più veloci o aumentare l’organico della Polstrada e dei Vigili Urbani per la prevenzione di incidenti dovuti all’alta velocità.

 

E Pignataro Maggiore non è voluto sfuggire a questa odiosa regola della macchinetta infernale che alimenta solo introiti per il Comune ma che da mesi già ha visto qualche cittadino delle nostre terre andare fuori di senno e prendere a fucilate il terrificante marchingegno che di per sé nasce già “tarato”.


Infatti, oltre alle fucilate sono noti molti altri casi di truffa aggravata perché il marchingegno, come per certe installazioni similari fatte ai semafori, non rispetta la taratura prevista per legge, vuoi per guasti improvvisi (è sempre una semplice macchinetta) in cui l’utente prende la multa salata senza aver cognizione del guasto improvviso e senza sapere che il Comune in quel caso gli ha fregato denari sudati, vuoi per la mano dell’uomo (il proprietario o il tecnico della macchinetta) che sbaglia la taratura, causando comunque danni ingenti perché il cittadino non è informato di tali errori se non denuncia e per operati della magistratura.


Ma la cosa più simpatica è quella del Comune che vuole fare cassa. Non ricordo bene se l’amico sindaco Zacchia di Calvi Risorta sia stato o meno rinviato a giudizio per fatti simili, sta di fatto che i proventi delle multe derivanti da quell’infernale marchingegno devono essere investiti nella manutenzione delle strade e non per altri capitoli di bilancio. Questo il Prefetto lo sa ma non interviene e non vigila se non per espressa denuncia dei cittadini e di chi li rappresenta.

Insomma, è noto a tutti che c’è di meglio per prevenire incidenti e controllare la velocità: aumentare l’organico della Polstrada, dei Carabinieri e, per i Comuni, della Polizia Municipale. Questo il Prefetto lo sa, ma continua a firmare decreti.

E poi mi spieghi perché per le tarature sbagliate, i guasti improvvisi e per le calamità naturali (basta un fulmine….), riferite all’infernale marchingegno, al cittadino multato non è restituito il maltolto?? Lo so che non avrò risposte. Non c’è nulla da fare. Bisogna continuare con il metodo della difesa democratica della denuncia. Contro tutti, nessuno escluso.