Montesarchio avvelenata dai rifiuti pericolosi: imputato pure Catenacci e l’architetto di Calvi Risorta

 

Corriere del Mezzogiorno, 12 giugno 2008

 

Titti Beneduce

 

L'accusa: disastro ambientale, chiesto il giudizio per 7

L'avviso di garanzia, arrivato nel settembre di due anni fa, indusse Corrado Catenacci a lasciare: accusato di disastro ambientale, violazione delle procedure di ammissione dei rifiuti in discarica, sversamento di rifiuti non conformi e inquinamento del suolo in relazione alla discarica Tre Ponti di Montesarchio, il prefetto si dimise da commissario straordinario. Per lui e per altre sei persone, tra cui Michele Greco, il coordinatore del commissariato coinvolto anche nella più recente inchiesta dei pm napoletani Noviello e Sirleo, il pm di Benevento Antonio Clemente ha ora chiesto il giudizio; l'udienza preliminare è stata fissata per il 27 ottobre prossimo e dovrebbe svolgersi regolarmente, anche se l'interpretazione del decreto Berlusconi non è concorde.

 

Oltre a Catenacci e a Greco il pm ha chiesto il giudizio per Armando Cattaneo, legale rappresentante di Fibe Campania; Angelo Sordelli, responsabile per la Fibe dell'impianto Tre Ponti di Montesarchio; Rocco Votta, addetto ai controlli nella discarica; Ciro Turiello, ex dirigente dell'Asia, e Claudio De Biasio, personaggio al centro di diverse e delicatissime inchieste sui rifiuti. Già direttore del consorzio Caserta 4, De Biasio è ora imputato nello stesso processo dei fratelli Orsi; la prossima udienza preliminare è fissata per martedì prossimo. Ex vice di Guido Bertolaso, l'architetto di Calvi Risorta è imputato anche nel processo Bassolino in corso davanti alla quinta sezione del tribunale di Napoli. Per mesi nella discarica di Montesarchio furono sversati rifiuti di ogni tipo provenienti dall'intera regione. Alcune denunce di cittadini che lamentavano il tanfo nauseabondo provocato dall'accumulo di percolato fecero scattare l'inchiesta; i timori degli abitanti di Montesarchio trovarono poi conferme in dossier di Arpac, Asl e carabinieri del Noe. Nell'impianto di Tre Ponti finirono, in particolare, rifiuti parzialmente combusti e rifiuti pericolosi contenenti olii minerali.

 

Rifiuti con atipico valore elevato di umidità e con abnorme presenza di percolato, con concentrazioni di olii minerali equivalenti a 5000 fusti e con sostanze di origine industriale che non si sarebbero potuti smaltire assieme ai rifiuti solidi urbani». Rifiuti le cui emissioni sconvolsero la vita degli abitanti di Montesarchio, costretti a inalare miasmi maleodoranti e a respirare polveri dannose per l'organismo. Un perito trovò addirittura tracce di cloruro di vinile monomero, gas tossico e cancerogeno. L'inchiesta della Procura di Benevento è affine a quella napoletana sui rifiuti sversati nelle discariche senza venire prima trattati, come impone la legge. Le accuse mosse a Catenacci sono le stesse contestate a 25 persone tra cui l'ex vice di Bertolaso Marta Di Gennaro. Martedì scorso il gip Rosanna Saraceno, su richiesta della Procura napoletana, ha disposto la scarcerazione della Di Gennaro e di altri 15 indagati che avevano fatto ammissioni e reso chiarimenti durante gli interrogatori di garanzia. Restano ai domiciliari in nove, in attesa delle decisioni del Riesame. Intanto è stato definito il primo dei dieci collegi dei gip che dovranno occuparsi delle inchieste sui rifiuti. Ne fanno parte Nicola Miraglia Del Giudice, Giuseppe Ciampa e Antonella Terzi.

 

L'inchiesta sulla discarica

Tre Ponti suscitò un grande clamore. Dopo aver ricevuto l'avviso di garanzia, Catenacci si dimise dall'incarico. Già a giugno 2006 aveva abbandonato dopo la notifica di un altro avviso di garanzia emesso, stavolta, dalla Procura di Nola, che aveva disposto il sequestro dell'impianto di cdr di Tufino. Le prime dimissioni rientrarono dopo gli attestati di stima e fiducia del capo della Protezione civile, Guido Bertolaso; dopo l'avviso ricevuto dalla Procura di Benevento, invece, non ci fu il dietro front e Catenacci fu sostituito dallo stesso Bertolaso.