Caserta24ore, 20 aprile 2008
Paolo Mesolella
Il furto nell’area archeologica
dell’antica Cales tra Calvi Risorta e Pignataro Maggiore.
Una scoperta sconvolgente. Non uno, né due, ma tutti
gli affreschi della Grotta delle Formelle (risalente all’XI sec. d.C.) sono
spariti dalla parete. Tutti stracciati con il motosega,
ad uno ad uno: cinque spariti dalla parete sinistra, sei dalla parete centrale
e due dalla parete destra.
Affreschi che, sebbene in cattive
condizione, un paio d’anni fa, stavano ancora al loro posto. Sono spariti la bella Madonna col Bambino, il ritratto di S.Giovanni Battista, S.Elena, S.Giovanni Evangelista, S.Nicola, S.Pietro, S.Michele, S.Donato, Santa
Caterina, S.Benedetto e S.Giuseppe.
Praticamente tutti: anche la bellissima Madonna Orante,
l’Ascensione di Cristo, il banchetto di Erode, la Natività e la decapitazione
di S.Giovanni Battista. Ormai della Grotta affrescata delle Fornelle, ossia
della preziosa Cappella funeraria del Conte Pandolfo e della Contessa Gualferata dell’XI sec. d. C., non
rimane che un antro vuoto, sporco ed inaccessibile.
E come se non bastasse anche la parete tufacea su cui
insiste la grotta, è in parte franata e qualcuno ha gettato materiale di risulta per impedirne del tutto l’ingresso. Il cancello,
infine, da anni è stato rotto, spalancato ed in gran parte
divelto. La macabra scoperta è stata fatta dall’Archeoclub
caleno che si era recato sul posto con i soci Erminio Zona, Peppe Gallina,
Pasquale Ranucci e Ilda Bottone, per accompagnarvi
una trentina di soci dell’Archeoclub di Acerra ed alcuni visitatori
provenienti da Capua, Pastorano
e Pignataro Maggiore, nel cui comune si trova oggi lo sfortunato monumento.
Eppure – spiega il Presidente dell’Archeoclub
Cales, prof.Paolo Mesolella - questa importante cappella funeraria, dove
vennero tumulati il Conte Pandolfo e la Contessa Gualferada,
il cui sarcofago è custodito in Cattedrale, meritava ben altra attenzione da
parte delle amministrazioni locali e dalla stessa Sovrintendenza ai Monumenti.
I visitatori provenienti da Acerra,
Marigliano e Mugnano, sono
rimasti senza parole nel vedere lo stato di completo abbandono in cui sono
state lasciate le grotte affrescate. “Non si può far finta di niente – ha
spiegato la Presidente dell’Archeoclub di Acerra Rosa Anatriello
- col passare degli anni le Grotte affrescate, sono rimaste sempre più
abbandonate a se stesse, da permettere ai ladri d’arte di rubare gli affreschi
bizantini strappati a forza con il motosega”.
Gli affreschi rubati sono una
sconvolgente testimonianza di degrado storico e ambientale. Un danno
irrecuperabile. La decorazione della cappella, infatti
si deve a Icmundo. Invece in questi due ultimi anni
sono spariti tutti gli affreschi e sono rimasti 13 grandi buche alle pareti.