Caserta24ore,
13 aprile 2008
Bruno
Mele
Definire stupefacenti le dichiarazioni del senatore – pensate chi è al
governo del Paese – Dell’Utri in materia di atti di
eroismo sarebbe semplicemente riduttivo, esse infatti sono scandalose ed
allarmanti e dovrebbero indurre a profonde riflessioni anche le persone dal
comportamento elettorale superficiale.
Secondo
le notizie di stampa di qualche giorno addietro l’ineffabile senatore,
condannato in primo grado a otto anni per concorso
esterno in associazione mafiosa, avrebbe affermato che lo stalliere di
Berlusconi, Mangano, morto in carcere dove scontava una pena a trent’anni, sarebbe un eroe per il fatto che non ha mai
accusato né lui né Berlusconi di alcunché, nonostante i vantaggi di vario
genere a lui promessi, se si fosse comportato come altri pentiti, certamente
falsi, se si tiene conto delle risultanze processuali patite dall’ideatore di
Forza Italia.
Dunque,in Italia ci sarebbe una categoria di magistrati che non
bada ai fatti ma si ingegna a creare situazioni pericolose per chi rappresenta un
ostacolo per le ambizioni politiche di una certa Sinistra. Messa in questi
termini, la polemica non è così semplice da digerire, anzi non è neppure una
polemica ma solamente una ricostruzione ad hoc per
creare intorno al proprio nome un clima di martirio.
Si
tratta però di persone che una incivile concezione
delle colpe rilancia anche ai massimi livelli istituzionali. Infatti
la presunta idea di innocenza fino alla sentenza definitiva pone in una
condizione favorevole molti condannati, che dal loro scranno possono gestire
indisturbati le loro faccende penali ed evitare con una infinità di cavilli la
galera.
Non
vado oltre su questa questione, ci sarà tempo e materia per riparlarne alla
luce della pretesa dell’immunità parlamentare, così accanitamente difesa. E’ evidente
che sanno il fatto loro; gli innocenti veri, infatti, si fanno processare.
Mi
limito solo a questo aspetto fin troppo noto, gli
approfondimenti li riservo quando ci sarà la riforma dell’Ordine Giudiziario, così
come anticipato da Berlusconi in contemporanea alle dichiarazioni rilasciate
dal suo Mentore a proposito di eroi.
Le
campane del PDL - prima era solo la Casa delle Libertà, e si è visto come ci
tengono alla libertà nonostante tante “ marachelle” – si
son messe a suonare all’unisono sul motivo dell’attacco
concentrico a chi si permette di ficcare il naso in certe faccenduole
giudicate impropriamente sporche; e chi si può permettere una licenza simile?
La
Magistratura, dunque è doveroso provvedere a limitarne
le competenze, anzi ad eliminarla dalla scena, a renderla una istanza
coreografica. Si annuncia un avvenire caotico, esplosivo. Una società marcia
dovrebbe adoperarsi per cauterizzare le cicatrici purulente, accade
invece che ci si accanisca contro quei tessuti ancora resistenti all’azione del
degrado e della corruzione. Povera Italia!