POPULISMO
A BUON MERCATO
Caserta24ore, 10 aprile 2008
Bruno Mele
Il termine divenuto di drammatica attualità, ha valenze
tutte negative, perché si riferisce alla facilità con cui il popolo, ovvero la
parte della società senza convinzioni proprie a causa di un vuoto culturale
incolmabile, si lascia trasportare dagli imbonitori di piazza attualmente rappresentati da coloro definiti impropriamente
politici.
Tra di essi ce n’è uno in particolare
che fa leva proprio sul vuoto delle masse per imporre una sua egemonia, ed ha
fortuna; infatti in molti credono nelle sue fantasiose programmazioni di
rinnovamento sociale sostenute ed ampliate da un sistema di controllo dei mass
media, di cui può disporre come proprietario di una buona parte.
Il popolo è un buon allocco e crede anche nelle favole,
specialmente quando toccano il campo delle aspirazioni deluse e dei bisogni
immanenti o quello di promesse di eternità come
ricompensa di dolori e sacrifici. Su tali prospettive, mai verificabili, si
snoda tutta l’abilità degli avventurieri di mestiere, che si differenziano
solamente per le finalità dei valori che presentano all’attenzione di chi spera
ed ascolta.
Quando c’è convergenza di interessi
tra gli imbonitori di ogni genere, allora non c’è più via di scampo per chi non
è sufficientemente dotato degli antidoti utili ad arginare la marea di
illusioni che si insinua anche dove si annida un pessimismo viscerale causato
da evidenti nefandezze. Un clima psicologico siffatto, orienta le attese di chi
conta sulle imminenti elezioni per ritornare in sella