Il Maestro Migliozzi espone al Museo archeologico di Mondragone

Caserta24ore, 20 marzo 2008

 

Paolo Mesolella

 

Contemporaneamente alla mostra allestita presso il Museo archeologico di Frosinone, apre un’altra mostra in pietra lavica del pittore caleno Nicola Migliozzi nel Museo archeologico “Biagio Greco” di Mondragone.

 

E si passa dalle “Visioni maschili dell’universo femminile” di Frosinone alle interessanti variazioni pittoriche di Mondragone. Alla cerimonia d’apertura erano presenti il Sindaco di Mondragone Conte, il sindaco di Calvi Risorta Zacchia, l’assessore alla cultura Giovanni Schiappa e l’assessore caleno Oreste Martino. Poi è intervenuto lo storico e critico d’arte don Peppino Centore che ha introdotto l’opera del Migliozzi.


Nelle opere del maestro Migliozzi, ha spiegato l’assessore Schiappa il Mito di soccorre nell’interpretazione. Ritorna alla nostra mente il grande stupore di sapere che Efesto, il Dio del Fuoco, fosse, pur nella sua bruttezza, sposo proprio di Venere, ovvero della Bellezza. La fusione tra la materia lavica ed il tema artistico, nelle opere del Migliozzi, ci invita a comprendere come l’arte sia la forma ed il mezzo della sintesi.”

 

Da parte sua ha spiegato Don Peppino Centore “la felicità esaltante e calda dell’impasto cromatico, il nitore e la morbidezza di ogni linea intesa a tratteggiare persone e cose, primi piani fortemente incisi e precisi, sfondi che si diradano con sfumata delicatezza, sono soltanto alcuni degli elementi che concorrono ad evidenziare l’alta qualità compositiva del Migliozzi. Anche l’on. Riccardo Ventre, vice Presidente Comm. Affari Costituzionale del Parlamento Europeo, ha voluto porgere il suo saluto alla mostra con una breve nota: Nel pittore Migliozzi, forme e contenuti si fondono in una permanente testimonianza che la cultura è sintesi tra sentimento e ragione”.

 

Una bella rassegna, una sequenza di tavole su pietra lavica, dedicate a paesaggi, volti e impalpabili figure femminili (come l’”Crepuscolo in Fiamme”, “meriggio Estuso”, ”Simposio d’Arte”, “La pensosa” e “Vigile sguardo”) che ci appaiono con incanto seduttivo ogni qualvolta ci fermiamo a contemplarle.