Calvirisortanews, 18
marzo 2008
Vito Taffuri
WWW.CALVIRISORTA.IT vince la sua battaglia per la libertà di parola.
E’ così, non c’è niente da fare, la libera idea, la ragione, sono come la
verità: vengono sempre a galla. E infatti, quando il
mese scorso in tribunale la dottoressa Cantiello si è
trovata tra le mani la querela prodotta da un giornalista pubblicista, Giuseppe
Borrelli (corrispondente di un noto quotidiano
provinciale) che si strappava i capelli perché l’editore di un attento sito
internet prodotto a Calvi Risorta, il signor Taffuri (che sarebbe colui che
scrive…) con un articolo web aveva osato mettere in dubbio i suoi articoli di
velluto sulla conduzione della locale amministrazione comunale… non ci ha pensato
su due volte. La Cantiello, Codice alla mano e sotto
la valanga di prove addotte da Taffuri alla base dei pungoli sul blog, ha pensato bene di assegnare il non luogo a procedere
e di archiviare la querela per diffamazione del Borrelli.
Il motivo: Taffuri aveva solo esercitato il suo diritto di cronaca e di
critica.
Tradotto
in parole povere ha vinto la libera espressione del pensiero, il diritto di
pensare, di parlare, di scrivere. Era naturale. E’ impensabile infatti che proprio un giornalista, l’osservatore critico
per antonomasia (almeno così dovrebbe essere, quando non si è asserviti ai
sindaci di turno…) possa pensare di usare i toni da secchia rapita al primo
stormir di fronde: perché un suo collega ‘refuso’ (non riconosciuto dall’Ordine
costituito, fuori dalla cerchia chiusa e ristretta dei tesserati) lo avrebbe
guardato con occhi critici. Ma finiamola… fa
semplicemente ridere.
Non si può usare lo strumento della querela per diffamazione come una clava da
primitivi. Non si può accendere Internet o aprire un quotidiano con la carta da
bollo a portata di mano, pronti a mettere a tacere il
prossimo che pensa e scrive. Non si può imbavagliare la verità perché
altrimenti si rischia l’effetto boomerang. Cosa
significa? Significa che grazie a Dio esiste anche l’intimidazione.
E chi querela a raffica un libero cittadino che esprime solo le proprie
opinioni non su un quotidiano ma su un semplice blog,
rischia seriamente il rinculo della denuncia per intimidazione e minacce.
Finirà così anche in questo caso? Basta stare a vedere. Certo è che Taffuri, cioè io, (schiacciato sotto il peso delle querele-bavaglio)
lanciata da troppi presunti intoccabili, non ha vissuto bene gli ultimi mesi e
potrebbe decidere di farsi risarcire i danni esistenziali con annessi e connessi.
Nessuno può pensare di chiudere così facilmente la bocca a calvirisortanews:
libertà di parola.