Paolo Mesolella
Caserta24ore, 12 marzo
2008
LA DONNA E L’ARTE,
VISIONI MASCHILI DELL’UNIVERSO FEMMINILE
Prosegue
fervida ed ininterrotta l’attività creativa ed espositiva del pittore caleno Nicola Migliozzi. Sabato 8 marzo, a Frosinone, ha inaugurato una interessante
mostra in pietra lavica presso il Museo Archeologico Comunale diretto da Dario Pietratesa.
La mostra intitolata “La donna e l’arte: visioni
(maschili) dell’universo femminile tra passato e presente”, è veramente bella:
un incanto muliebre. Notevole l’affluenza di pubblico. Alla cerimonia
d’apertura erano presenti il Direttore del museo Archeologico Pietrafesa che ha parlato della “donna” nei diversi periodi
storici: greco, etrusco e romano. Poi sono intervenuti l’assessore alla cultura
di Frosinone Narciso Mostarda, il critico don Peppino
Centore, il sindaco di Calvi
Giacomo Zacchia e l’assessore caleno Oreste Martino che hanno avuto il
merito e la sensibilità di seguire il maestro Migliozzi anche fuori città.
La
mostra “Incanto muliebre” di Nicola Migliozzi ci porta in un mondo di immagini senza luogo e senza tempo, fissate su pietra
antichissima e dura. Le visioni di donna di Migliozzi ci danno proprio il senso
di tale fluidità, richiamata dalla sinuosità dei corpi e dalla densità dei
colori che quasi illuminano dall’interno la superficie delle lastre in cui la
lava si è condensata nel tempo.
Nell’universo
figurale del Maestro Migliozzi - ha spiegato Centore
– un posto particolare se non precipuo egli riserva alla figura muliebre, alla
donna, il più delle volte colta nella sua naturale,
innocente nudità, quasi fosse in quell’istante uscita
dalle mani del creatore e offerta, come Eva, all’estatica ammirazione di Adamo.
A vederli giustapposti, l’uno e l’altra in obliqua o frontale postura si rimane
coinvolti esteticamente ed emotivamente.
Talvolta
accanto o alle spalle di queste femminee immagini, si scorge il volto di un
mentore o di una maschera come in un pannello di scena. Una bella rassegna
quindi, una sequenza di tavole su pietra, su figure femminili (come la ”Amazzone”,
la “Muliebrità sognante”, “La difesa” e “La ritrosa”)
che ci appaiono con incanto seduttivo ogni qualvolta ci fermiamo a contemplarle.