LA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI S.M.C.V NOTIFICA DUE AVVISI DI GARANZIA PER L’INCHIESTA “GEA” A BONACCI E MAURO

Calvi Risortanews, 11 marzo 2008

 

Vito Taffuri

 

Si chiama ‘GEA’ l’ultimo corto circuito caleno. La nuova scossa elettrica ad alta tensione si è abbattuta sull’ex responsabile dell’ufficio tecnico comunale Antonio Bonacci, dopo l’arresto dello scorso 30 ottobre 2007, per lo scandalo “Giostrine Villa Comunale”. Per la seconda volta, ancora un avviso di garanzia, una comunicazione legale che lo avverte del fatto che ha addosso gli occhi puntati degli inquirenti, notificato dalla Procura della Repubblica samaritana a firma del Pm Gerardina Cozzolino.

ito Taffuri

o 2008

 
E’ il segno del successo che ha ottenuto la denuncia presentata da un imprenditore del posto, perfettamente escluso dai giochi comunali degli appalti, in effetti, si tratta di Raffaele Parisi. Egli fornisce dati credibili, racconta fatti e circostanze che convincono i giudici e i carabinieri di Calvi Risorta e Capua, che c’è da lavorare lì a Calvi.


Bonacci è in buona compagnia in questa nuova disavventura. L’altro avviso di garanzia è nelle mani di Pasquale Mauro responsabile tecnico ‘Gea Spa’ che nelle intenzioni dell’ex amministrazione comunale Antonio Caparco doveva attuare un piano per rendere più efficiente l’impianto di illuminazione pubblica. Siamo al 6 maggio 2004.


Ma c’è qualcosa che non va nella gara d’appalto. Se ne accorge Antonio Bucciero, l’ex segretario comunale predecessore di Bonacci. Il contratto per detto servizio di manutenzione (più o meno…) di durata ventennale e comportante una spesa di oltre 6,5 milioni di € è stato stipulato il 9 giugno 2004, in forma pubblica, dal notaio Mario Matano da S. Maria Capua Vetere e non già, in forma pubblico-amministrativa. Ce n’è abbastanza per motivare una revoca. Caparco non trova però il tempo di farlo, arrivano le amministrative e al suo posto arriva Giacomo Zacchia. Ebbene, Zacchia lascia correre.


Si è dimenticato delle pecche del contratto o è convinto in cuor suo che tanto gli eventuali guai sarebbero caduti tutti sul suo predecessore Caparco? L’appalto in questione, infatti, avrebbe potuto essere tranquillamente revocato in auto-tutela visto che allo stesso non era stato dato ancora esecuzione da parte della giunta Caparco, avendo il sindaco subordinato la consegna degli impianti all’esito della verifica delle irregolarità segnalate dal segretario comunale.

Il 15 giugno 2004 si insedia quindi la nuova amministrazione, retta dal sindaco Giacomo Zacchia, il quale, durante la campagna elettorale, aveva fatto proprio dell’appalto al “Consorzio Gea” il suo cavallo di battaglia, occasione per lanciare pesanti critiche ed invettive nei confronti dell’ing. Antonio Bonacci, responsabile dell’Utc e del procedimento di gara, accusandolo pubblicamente e ripetutamente di aver organizzato una gara illegale e di aver aggiudicato l’appalto in violazione delle norme di legge, inserendo tra le priorità della sua amministrazione la revoca di tale contratto ed il “siluramento” del suddetto funzionario.


Ma c’è di più. A quanto pare Zacchia fa di tutto per lasciare in piedi il vecchio contratto che nel frattempo peggiora fino a somigliare una cosa illegale… con mancate coperture di spesa, cicli di manutenzione e sostituzione dei lampioni che nessuno riesce a notare e tutto il resto. Questo è davvero troppo anche per il nuovo segretario comunale che in auto-tutela propone la revoca del contratto.


E invece sarà lui ad essere revocato. Il 31/08/2004, il sindaco Zacchia non proroga il contratto scaduto dell’ing. Antonio Bonacci e nomina quale responsabile dell’Utc, a far data dal 1° settembre 2004, l’ing. Antonio Nicola Zona, quest’ultimo con una relazione tecnica diceva che non c’erano le condizioni e per cui revocare immediatamente il contratto.

Ma stando ai fatti, l’amministrazione civica Zacchia invece ha preferito dare continuità alla società abruzzese, che però grazie al grande lavoro portato a temine da parte dei carabinieri di Capua del nucleo operativo diretto dal Ten. Bianchi e dal comando stazione carabinieri di Calvi Risorta, retto dal maresciallo Maggiore Massimo Petrosino e il suo Vice Rosario Monaco, hanno chiuso il cerchio notificando questa mattina altri due avvisi di garanzia, dopo oltre un anno di duro e capillare indagine.