Calvirisortanews, 13
febbraio 2008
Vito Taffuri
Con
una raffica di comunicazioni inoltrate sia ai ministri Amato e Melandri che al Capo della Polizia, alla Questura di
Caserta, ai maggiori quotidiani nazionali sportivi e non, alle televisioni
nazionali e ai quotidiani provinciali, il Camilla Cales chiede
spiegazioni di un trattamento che, come specifica il Presidente Mimmo Iannucci, ha in sé qualcosa di tragico e grottesco insieme.
I fatti riguardano la partita di andata giocata in
casa del Casagiove nella quale un sovrintendente capo
della Digos notò, tra i giocatori, un atleta soggetto
ad un provvedimento Daspo, che non poteva
permettergli la partecipazione alla gara sia perché nello stesso momento
giocava la Casertana in casa, a seguito della quale
il soggetto aveva rimediato detto provvedimento, sia perché lo stesso avrebbe
avuto l'obbligo di firmare al commissariato prima, durante e dopo la partita.
Cosa che, evidentemente, non ha fatto. Al ricorso del
Camilla il Giudice sportivo rispondeva che non poteva accoglierlo in quanto la Giustizia sportiva non era al corrente di nulla
né il Camilla aveva presentato la prova del provvedimento.
Al grado successivo ed ultimo del reclamo dinnanzi alla Corte di Giustizia
Federale, il Camilla Cales chiese per iscritto alla Questura, ben due volte, di
inviare copia del provvedimento direttamente alla Corte di Giustizia, in quanto l'atto risultava secretato
e quindi non era possibile, per lei, venirne in possesso.
La Questura ignorava totalmente le lettere, né la Corte, malgrado precise
assicurazioni telefoniche in merito, attivava il
proprio ufficio indagini per venire a capo della questione. Risultato: la Corte
rigettava anche il secondo ricorso in mancanza del provvedimento Daspo.
"Non sappiamo a chi abbia dato tanto fastidio questo ricorso" afferma
Massimo Zona, dirigente del Camilla "visto che la
settimana successiva allo stesso ci hanno mandato due persone che sembravano
solo travestite da arbitri, tanto sconclusionate e sgangherate nelle decisioni,
supportate da ben tre osservatori esterni. Non è così che si fa il bene di
questa disciplina!"
Quale esiti possa avere l'iniziativa del Camilla, non
sappiamo. Di certo, sarà il caso che qualcuno si alzi dalla comoda poltrona che
occupa e venga a dare un'occhiata da vicino alle tante
cose strane che avvengono dalle nostre parti.
Pubblichiamo qui di
seguito il testo integrale della lettera del Camilla Cales:
- AL MINISTRO DELLO SPORT SIG.RA GIOVANNA MELANDRI
- AL MINISTRO DEGLI INTERNI SIG. GIULIANO AMATO
E p.c.
- Al Capo della Polizia di Stato c/o Ministero degli Interni
- Alla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere
- Ai quotidiani: La Gazzetta dello Sport, Il Corriere dello Sport, Tuttosport, Il Guerin Sportivo;
- Alle squadre partecipanti ai tornei federali di Calcio a 5;
- Alla Corte di Giustizia Federale;
- Al Giudice Sportivo della divisione Calcio a 5;
- Alla Divisione di Calcio a 5;
- Alla Questura di Caserta;
- Alla Gazzetta di Caserta e al Corriere di Caserta;
- Ai quotidiani Libero, Il Corriere della Sera, Repubblica e Il Tempo
- All'Indignato Speciale di Canale 5, Dr. Andrea Pamparana
- A Calvirisortanews.it
- A Calvirisorta.com
- A Agrocaleno.it
OGGETTO: Giocatore di Calcio a 5 destinatario di
provvedimento DASPO.
Egregi signori Ministri, lo scrivente Mimmo Iannucci
è presidente del sodalizio in calce descritto, che disputa il campionato
nazionale di serie B di Calcio a 5, Girone F.
Nel corso della partita di andata disputata a Casagiove CE, il 13 ottobre 2007, un sovrintendente capo
della DIGOS rilevò la presenza, tra i giocatori, di un atleta soggetto a
provvedimento Daspo, a causa di incidenti avvenuti in
trasferta tra tifosi a seguito della Casertana
Calcio, squadra che milita nel calcio a 11. Quel giorno era concomitante con la
partita Casagiove - Camilla Cales, come orario, una
partita che la Casertana Calcio giocava al Pinto di Caserta.
In quell'occasione lo stesso destinatario di questo
grave provvedimento amministrativo avrebbe dovuto apporre la firma,
obbligatoria, prima, durante e dopo detta gara. Il sovrintendente ritenne
opportuno, stante anche la presenza sugli spalti di circa 150 tifosi della
squadra ospitante ed al fine di evitare disordini, di non procedere all'arresto
in fragranza del giocatore, così come previsto dalla legge, limitandosi però a
dettagliare l'accaduto in una sua relazione d'ufficio alla competente Questura
di Caserta.
Presentammo un primo reclamo al Giudice Sportivo e questi ritenne di darci
torto in quanto alla Giustizia Sportiva non risultava
nulla e oltretutto noi non avevamo documentato alcunchè
sul provvedimento Daspo.
Presentammo ricorso in appello alla Corte di Giustizia Federale ribadendo le nostre ragioni ed adducendo, quale scusante,
che non potevamo produrre la prova del Daspo in
quanto detti provvedimenti risultavano secretati, come ebbe a spiegarci una
funzionaria della Questura.
Un nostro incaricato contattò allora la Corte di
Giustizia nella persona del dr. Metitieri, spiegando
l'impossibilità per noi di produrre tale prova. Il dr.
Metitieri ci suggerì di chiedere espressamente alla
Corte, nel reclamo, di volere attivare la procura federale per l'ottenimento
del provvedimento da parte della Questura di Caserta.
Cosa
che facemmo.
La corte di giustizia federale ha provveduto a
respingere anche il nostro secondo ricorso, pubblicando la relativa motivazione
solo in data 24 gennaio 2008, due mesi abbondanti dopo, dando le seguenti
motivazioni:" . l'appellante non ha provato
l'esistenza del provvedimento Daspo" (sic!)
Da rilevare che proprio in considerazione di detta prova la scrivente società
inviava, in data 5.11 e in data 13.11.2007 (allegati 1 e 2) esplicito invito
alla Questura di Caserta di inviare copia del provvedimento Daspo
non a noi, ma al segretario della Corte Dr. Metitieri.
Ci chiediamo, nel momento in cui si partecipa all'anniversario della morte di
Filippo Raciti, e lo chiediamo al capo della Polizia
ed alla Procura della Repubblica, in base a quale
criterio si è ritenuto di non dare corso ad una notizia di reato segnalata
prontamente e dettagliatamente da un sovrintendente capo della Digos, su una così palese disapplicazione
delle norme della Daspo.
Se questi sono i criteri ai quali si ispirano
determinate istituzioni, siano esse sportive o di ordine pubblico, cosa
dovremmo insegnare ai giovani che frequentano la nostra scuola di Calcio a 5.
Se questo è lo sport che volete e la sicurezza che cercate, di strada ce ne è ancora tanta da fare, al di là delle ipocrisie di
facciata e di ricorrenze di maniera.
Calvi Risorta CE, 6 febbraio 2008
A.S. CAMILLA CALES
CALCIO A 5
Il Presidente
Domenico Iannucci