LA POLITICA MEDIATICA DI ZACCHIA

Calvirisortanews, 12 febbraio 2008

 

Vito Taffuri

 

La coalizione “Uniti per Calvi”, uscita vincitrice dalle passate elezioni del giugno 2004, doveva rappresentare il corso nuovo della politica locale, in grado di attuare pienamente tutte le riforme che avevano interessato, a partire dagli anni ’90, la pubblica amministrazione, rendendola finalmente fruibile ed aperta ai bisogni ed alle istanze dei cittadini.


L’idea che aveva stuzzicato l’opinione pubblica era, infatti, proprio la metafora del “palazzo di vetro”, una sorta di slogan ripetuto fino alla nausea dal candidato Zacchia attraverso una massiccia campagna di comunicazione a tutto spiano, il che rappresentava una novità di assoluto rilievo rispetto al passato.


Tante le aspettative suscitate nel popolo caleno che il sindaco, quasi fosse un novello Mosè, sembrava voler condurre verso il miraggio di una terra promessa, liberandolo dal giogo del faraone Caparco; il miraggio è però rimasto tale e Zacchia, una volta al potere, ha assunto le sembianze di Noè, trasformando il “palazzo di vetro” in un’arca dove ha tratto in salvo soltanto gli esemplari da lui ritenuti degni, lasciando affogare il popolo in un diluvio universale di tasse e disservizi vari, ed offrendo loro solo brindisi e calendari.


Quando si è trattato, infatti, di passare dalle promesse di un nuovo paradiso terrestre al concreto agire, la “gioiosa macchina da guerra” di occhettiana memoria, messa in piedi contro l’avversario storico, ha fatto inesorabilmente cilecca, e si è dimostrata del tutto inadatta ad affrontare i problemi quotidiani, su cui proprio Caparco, con la sua concretezza, riusciva decisamente meglio di Zacchia e compagni.


Il sindaco però non ha perso la sua tradizionale verve comunicativa, e così ogni giorno possiamo leggere sul “Corriere di Caserta” le mirabolanti gesta di questa amministrazione, e tutto ciò che riesce a compiere ma che il popolo distratto non riesce a vedere: lettere di sollecito ai funzionari o ad Autorità varie, partecipazioni a fiere internazionali, promesse di finanziamento, convocazioni della Commissione di Vigilanza ed indizioni di gare d’appalto.


Di questo passo si pubblicheranno articoli per dire che il sindaco ha visionato e smistato la posta quotidiana ai vari uffici, che i dipendenti hanno timbrato il cartellino o che la giunta si riunisce il giovedì per deliberare: sembra quasi di assistere ai servizi filmati che l’Istituto Luce dedicava alla celebrazione delle gesta del Duce.


Decisamente strano è tuttavia il fatto che il sindaco, per la sua perenne campagna elettorale, si avvalga proprio del “Corriere di Caserta”, una testata che lo stesso Zacchia, nella nota prot. 13194 del 22/11/2007 – rivolgendosi al Ministro degli Interni, al Ministro della Giustizia, alla Procura della Repubblica, ai Presidenti del Senato e della Camera, alla Commissione Nazionale Antimafia, al Prefetto di Caserta, al Presidente della Commissione d’accesso prefettizia ed ai Carabinieri di Calvi Risorta – denunciava come “giornali di dubbia appartenenza e condotta” su cui scrivono delle “infamie” “personaggi oscuri” ed “ignobili detrattori”.


Il sindaco, nella suddetta missiva, non mancava di accusare anche lo scrivente (querelare la stampa libera è divenuto, infatti, per il sindaco un piacevole passatempo) di orchestrare, riportiamo testualmente le sue parole.


Proprio nella citata lettera il sindaco ricostruisce una realtà virtuale fatta di complotti, attacchi, attentati ed atti terroristici, ai danni suoi e della sua amministrazione. In questo apocalittico scenario di guerra, lo scrivente, a dire del sindaco, farebbe parte di una presunta “lobby del malaffare”, unitamente ai consiglieri di minoranza (a quanto pare colpevoli di richiedere, ai fini dell’espletamento del proprio mandato, copie di atti e di presentare addirittura interrogazioni consiliari), vandali, “presunti giornalisti-giustizieri”, “giornali noti alle cronache giudiziarie”, ed ignoti faccendieri impegnati in “losche trame di centrali termoelettriche, antenne, ripetitori e discariche”, con oscuri interessi nella gestione dei rifiuti e delle speculazioni edilizie: sembra quasi la sceneggiatura di un film di fantapolitica da oscar.


Il sindaco accusa in particolare lo scrivente di non aver speso una sola parola per documentare e denunciare tutti gli atti di vandalismo che hanno interessato edifici e strutture pubbliche: sarà forse sfuggito al sindaco che lo scrivente ha pubblicato 23 (dico ventitrè) articoli nei quali si documentano ampiamente tutti gli atti di vandalismo perpetrati ai danni di strutture ed edifici pubblici, e si esprime la più assoluta e severa condanna per questi gesti scellerati, che arrecano un danno economico e di immagine al paese e alla cittadinanza.


Altrettanto hanno fatto, con manifesti pubblici ed interrogazioni, anche i consiglieri di opposizione, altri componenti di questa presunta “lobby del malaffare”, ugualmente accusati di omesso intervento su tale vicenda, quando non di essere addirittura gli autori di tali riprovevoli azioni (nemmeno sotto l’effetto di funghi allucinogeni riuscirei ad immaginare il dr. Giovanni Marrocco che, armato di fionda e bombolette spray, rompe i vetri degli edifici scolastici e mette tutto sottosopra, o il pacato Nicola D’Onofrio che alla guida di gru e pale meccaniche rimuove il gruppo elettrogeno della piscina).


Il sindaco concludeva la propria missiva chiedendo al Ministro della Giustizia di adottare seri provvedimenti e reprimende nei miei confronti, per gli articoli da me scritti o non scritti! Davvero strano che una persona che ha fatto della comunicazione l’arma vincente nelle elezioni del 2004 e che predicava libertà e trasparenza, veda come il fumo negli occhi articoli che documentano semplicemente la realtà dei fatti, per quanto sgradevole questa gli possa apparire. Davvero strano che nessuno, nemmeno un libero cittadino, possa più esprimere un giudizio critico sull’operato di un’amministrazione decisamente deludente, senza per questo correre il rischio di essere querelato per diffamazione, calunnia o lesa maestà!


Vuol dire che da oggi celebreremo anche noi, come fanno quotidianamente certi giornali, la diminuzione delle tasse, le strade perfette come tavoli di biliardo, la puntuale raccolta dei rifiuti, la perfetta illuminazione pubblica, l’acqua limpida che sgorga dai nostri rubinetti, la sicurezza, il costante controllo del territorio da parte della polizia municipale, gli impianti di sorveglianza installati nelle strutture pubbliche, le tante opere pubbliche, l’ottima situazione finanziaria e la piena legittimità di atti e gare d’appalto. Un grazie di cuore all’amministrazione Zacchia per aver reso possibile tutto ciò.