LA POLITICA LOCALE È IN FERMENTO: SI ALLARGA IL FRONTE ANTI-ZACCHIA

Calvirisortanews, 29 gennaio 2008

 

Vito Taffuri

 

Non passa settimana senza che l’amministrazione Zacchia sia fatta oggetto di aspre critiche da parte dei vari raggruppamenti politici attivi sul territorio. La scorsa domenica è stata la volta di Alleanza Nazionale che, con un manifesto pubblico affisso per le vie del paese, ha tracciato un desolante resoconto di quasi 4 anni di amministrazione.


Gli alleanzini si soffermano innanzitutto sull’opera di epurazione, dai tratti vagamente staliniani, che ha progressivamente portato alla decapitazione di tutti i vertici burocratici del comune (funzionari e segretari comunali) – quasi mai per demeriti tecnici, ma forse perché, come denunciano gli autori del manifesto, non apertamente schierati con il sindaco nella campagna elettorale –, in un parossismo che ha fatto sì, in soli tre anni, che si succedessero alla guida degli uffici comunali oltre 20 professionisti.


Tra questi vengono citati, oltre ai tanti segretari comunali pronti a fuggire dopo pochi mesi di lavoro, il responsabile dell’ufficio ragioneria, il responsabile tecnico (licenziato, riassunto e poi coinvolto in spiacevoli vicende giudiziarie) e la comandante della Polizia Municipale, il cui tentativo di epurazione, secondo gli autori, sarebbe stato motivato in modo “miserevole” (il riferimento è, probabilmente, alla sentenza del Giudice del Lavoro che ha annullato un irregolare atto di trasferimento dell’ufficiale, e dell’avviso di garanzia per concorso in abuso d’ufficio, notificato al sindaco per tale vicenda).


Si parla poi della fuoriuscita dalla maggioranza del gruppo consiliare facente capo al dr. Giovanni Marrocco, in totale disaccordo con un modo di amministrare in cui le decisioni erano accentrate totalmente nelle mani del sindaco, relegando i restanti consiglieri eletti dal popolo al ruolo di “alzamano”; in tale contesto viene richiamata anche la scelta di rinunciare all’assessorato presso la Comunità Montana, che tanti benefici avrebbe potuto portare al nostro paese, motivato con deboli considerazioni politiche: come denunciato dai consiglieri interessati, tale scelta sembrerebbe infatti essere stata dettata dal mancato sostegno degli stessi alla fallimentare campagna elettorale delle provinciali del 2005, in cui il candidato Zacchia venne pesantemente sconfitto da Caparco.


Sempre in tema di nomine, viene segnalata l’individuazione di un revisore dei conti di Sparanise, iscritto ad Alleanza Nazionale, quando tra i papabili vi erano tanti professionisti di Calvi, non ultimo un iscritto ai DS cui il segretario cittadino, l’assessore Piero Salerno, ha negato il proprio appoggio, preferendo votare per un attivista di AN! D’altronde, per un’amministrazione che avrebbe dovuto difendere e valorizzare la cosiddetta “calenità”, dobbiamo registrare anche la nomina di un responsabile finanziario di Aversa in sostituzione di un caleno, la nomina di un ingegnere di Caserta alla direzione dell’ufficio tecnico, sempre al posto di un professionista di Calvi, ed ancora i tanti incarichi tecnici assegnati su base fiduciaria a persone che, forse, non sapevano nemmeno dove si trovasse Calvi Risorta.


Viene poi messo in risalto il “trasformismo politico” di consiglieri che, tradendo il mandato elettorale, sono passati dagli scomodi banchi dell’opposizione a quelli ben più accoglienti della maggioranza, tenendo così in vita un’amministrazione che, altrimenti, non avrebbe più avuto i numeri per governare, cosa che, col senno di poi, avrebbe potuto evitare al paese parecchi calvari.


Vengono quindi richiamati una sequela di presunte irregolarità su alcuni appalti di lavori, servizi e forniture (Consorzio GEA, autovelox, piscina, giochi installati nella villa comunale,…), oggetto di circostanziati esposti sia da parte dei consiglieri di Marrocco che del gruppo di Caparco, ed al vaglio sia della Commissione d’accesso prefettizia che della Procura della Repubblica.


Qualche settimana prima era stata la volta dell’ex sindaco Caparco e del consigliere Capuano, i quali indirizzavano una lettera aperta all’amministrazione per richiamare la tardiva scelta politica di stoccare provvisoriamente i rifiuti presso la piattaforma di Pitonteri – adeguata e messa a norma dallo stesso Caparco con un investimento di quasi 60.000,00 € –, lasciando il paese sommerso da cumuli di immondizia, e facendo pagare ai cittadini una tassa rifiuti maggiorata del 40% rispetto al 2004.


Prima ancora era stata la volta del “Gruppo Misto” dei consiglieri Marrocco, Taffuri, D’Onofrio e Geremia a criticare l’amministrazione per la scelta di installare due autovelox fissi che stanno facendo piangere “lacrime e sangue” a migliaia di famiglie dell’agro caleno (e perdere il sonno a non pochi assessori per i possibili risvolti di natura giudiziaria), i cui verbali si sommano ai tanti balzelli imposti da una vessatoria politica fiscale, come l’aumento della TARSU, dei contributi di costruzione, dei diritti di segreteria e dell’illuminazione votiva.


Gli stessi consiglieri, proprio in questi giorni, stanno dando vita ad un’interessante iniziativa che ha l’intento di dare sollievo ai “depredati” bilanci familiari, attraverso la distribuzione di due modelli con i quali sarà possibile richiedere la riduzione del 60% delle tariffe applicabili per la tassa rifiuti 2007, e la restituzione ai cittadini del consistente ribasso d’asta offerto per la costruzione dei loculi cimiteriali, già promesso in campagna elettorale ma mai concesso nonostante i solleciti dell’opposizione: la cifra da restituire, secondo calcoli dei consiglieri, dovrebbe aggirarsi sui 200,00 € per ogni loculo concesso.


Altre critiche sono poi state mosse, nelle settimane ancora precedenti, dal PD e dell’UDC che lamentavano la fumosità di ogni iniziativa della giunta Zacchia, additata come capace solo di inconcludenti “passerelle politiche”, e l’utilizzo degli autovelox per scopi che nulla avevano a che vedere con la sicurezza degli utenti della strada.


Se a ciò aggiungiamo il fatto, che alcuni assessori hanno già apertamente dichiarato di non volere assolutamente più ricandidarsi con l’attuale sindaco – per mettere la parola fine alla fallimentare esperienza della lista “Uniti per Calvi” – si deve constatare come Zacchia rischi addirittura di non avere nemmeno più i numeri per chiudere una lista che sia realmente competitiva alle prossime elezioni.


Il fronte anti-Zacchia si allarga, infatti, a vista d’occhio e tutti cercano ormai di abbandonare il capitano su una nave mai approdata verso sospirati “porti sicuri”, e destinata ad affondare sotto gli incessanti colpi di maglio dell’opposizione. D’altro canto se il primo cittadino dedicasse meno tempo alla presentazione di decine di infondate querele nei confronti di “presunti giustizieri-giornalisti”, alla scrittura di brevi romanzi di fantapolitica di 19 pagine o ad articoli quotidiani su giornali che egli stesso definisce, di volta in volta, “di dubbia appartenenza e condotta” o “noti alle cronache giudiziarie”, forse qualche risultato apprezzabile si raggiungerebbe.


Intanto i gruppi del dr. Giovanni Marrocco e dell’ex sindaco Antonio Caparco, autori entrambi di una costante e lodevole azione di controllo sull’attività amministrativa dell’ente (che tanti scheletri ha fatto emergere dal classico armadio), preannunciano di voler predisporre – proprio unitamente ai gruppi di AN, del PD e dell’UDC – una raccolta di firme per indurre l’amministrazione Zacchia a rassegnare le proprie dimissioni: l’obiettivo dichiarato è di raggiungere almeno quota 3.000 adesioni, da allegare ad una mozione di sfiducia che, a sorpresa, vedrebbe l’appoggio di un consigliere di maggioranza, ormai stanco di questo modo di amministrare la cosa pubblica.