E alla Biblioteca nazionale c’è un residuato gemello

 

Il Mattino, 24 gennaio 2008

 

La bomba di piazza Municipio ha una sorella, o almeno una cugina.

 

È conservata come un cimelio (e le spetta di diritto) nella sala Africa del Fondo Aosta della Biblioteca Nazionale. Si tratta di uno scheggione pesantissimo, collocato su una base trasparente.

 

È quel che resta dell’ordigno che il 4 agosto del 1943 colpì un’ala della Biblioteca arrecando dei danni enormi all’edificio.

 

«Quel giorno gli Alleati attorno a Palazzo Reale ne lanciarono una ventina» racconta il direttore Mauro Giancaspro «ed è molto probabile che questa appena ritrovata risalga a quel terribile giorno».

 

La Biblioteca, che si trovava in un posto sfigato, troppo vicino al Porto, obiettivo sensibile durante i conflitti, era stata colpita e danneggiata già qualche mese prima, il 10 aprile del ’43.

 

Tutti i volumi furono trasferiti in varie località della Campania e delle regioni limitrofe. Casse e casse che partirono per la provincia di Caserta, il Sannio e l’Irpinia. Ma la gran parte fu messa in sicurezza a CALVI Risorta.

 

Ora quello che resta della bomba non fa più paura.

 

La Biblioteca ha provato a consegnarla alla storia e l’ha collocata in una delle sale dove sono conservati i cimeli della duchessa d’Aosta, trofei e foto dei suoi safari in Africa. Ma poi si scopre che, quando vuole, la storia si prende la rivincita e diventa cronaca.