Riorganizzazione della Sovrintendenza archeologica. Penalizzata Caserta. L’appello del sindaco Zacchia, a Rutelli, Bassolino e De Franciscis, per l’Antica Cales e non solo

Caserta24ore, 16 gennaio 2008

Paolo Mesolella

In vista della prossima riorganizzazione della Sovrintendenza Archeologica Regionale, la Soprintendenza Archeologica casertana, risulterà fortemente penalizzata, in quanto verrà staccata da Napoli e sarà aggregata a quelle di Avellino e Benevento. Il risultato sarà un maggior disinteresse per i siti di Terra di Lavoro, in particolare di Cales, che, dopo aver perso i fondi della Società Autostrade, rischia di perdere anche i pochi addetti nell’Ufficio archeologico, in fase di riorganizzazione. Per questo motivo, il Sindaco di Calvi Risorta, Zacchia, su sollecitazione del locale Archeoclub Cales, ha inviato un appello urgente a ministro, Presidenti e Sovrintendente, onde scongiurare il grave pericolo.

Trascriviamo fedelmente la lettera inviata nella giornata di ieri.

Al Sig. Ministro dei Beni Culturali, on. Francesco Rutelli
Al Presidente della Regione Campania, on. Bassolino
All’Assessore Regionale al Turismo e allo Spettacolo, on. Di Lello
Al Presidente della Provincia di Caserta, on. De Franciscis
Alla Soprintendente archeologa delle province di Napoli e Caserta

p.c. alla dott.ssa Colonna Passaro
responsabile dell’Ufficio archeologico di Calvi Risorta
p.c. All’associazione “Archeoclub Cales”, Calvi Risorta
p.c. All’associazione ArcheoCales, Calvi Risorta

Oggetto: Riorganizzazione delle Sovrintendenze Archeologiche per la Campania

Gentile Ministro, Presidente, Sovrintendente

ci sono giunte voci accreditate che siano già stati approvati i decreti legislativi relativi alla riorganizzazione delle Sovrintendenze archeologiche di cui all’oggetto.

Il Ministero dei Beni Culturali per la Campania, infatti, entro il mese di marzo, verrà riorganizzato con la soppressione della Sovrintendenza archeologica di Pompei che dovrà essere accorpata a quella di Napoli, per realizzare una sovrintendenza unica per tutta la Provincia di Napoli.

Inoltre dalla Sovrintendenza della Provincia di Salerno si staccheranno le Sovrintendenze delle Province di Avellino e Benevento che verranno accorpate a quella di Caserta formando un’unica grande Sovrintendenza con sede centrale a Benevento.

A questo punto il nostro timore è che la Sovrintendenza archeologica casertana venga oltremodo penalizzata dalla suddetta divisione, sebbene sia così importante dal punto di vista archeologico e monumentale. E questo, anche se finora abbia fatto parte della Sovrintendenza di Napoli.

Di qui la nostra richiesta di far diventare la Sovrintendenza di Caserta autonoma come quella di Salerno, rimanendo aggregata alla Sovrintendenza ai Monumenti di Palazzo Reale.

La nostra richiesta tiene conto di diverse circostante che appaiono fin troppo evidenti:

Innanzitutto la grande quantità di siti e musei archeologici che spesso sono parte integrante di palazzi, chiese e opere monumentali.

-         Il numero dei siti a carattere archeologico, infatti, è obiettivamente eccezionale da Cales all’Antica Capua, da Atella a Caiatia, da Francolise a Teano, da Sessa a Mondragone, da Carinola a Giano Vetusto, da Brezza a Presenzano, ad Alife.

-         Lo stesso dicasi per il grande numero di musei e mostre archeologiche presenti sul territorio: da S. Maria Capua Vetere al Museo Campano di Capua, da Teano a Mondragone, da Atella a Maddaloni, da Alife a Sparanise ecc.

-         Del resto la Reggia di Caserta potrebbe essere il luogo ideale per ospitare anche la sovrintendenza archeologica, se si considerano i numerosi locali a disposizione, il personale da impiegare e l’ottima posizione logistica, al centro di una fitta rete di collegamenti.

La nostra richiesta di rendere autonoma la nostra sovrintendenza archeologica, magari unendola a quella per i Beni monumentali di Caserta, tiene conto del fatto che le nostre aree archeologiche, già oggi dimenticate e abbandonate, vittime di vandali e di associazioni camorristiche, lo saranno ancora di più domani.

Invece i nostri siti archeologici hanno bisogno di maggiore attenzione e cura.

Come la nostra povera Cales, che è rimasta dimenticata tra i rifiuti e la vegetazione spontanea, nonostante il suo rilevante valore storico – archeologico.

E’ sufficiente a tale proposito ricordare, che l’area dell’Antica Cales presenta ben 64 ettari di area archeologica ancora inesplorati. Di essa parlano numerosi testi di autori italiani e stranieri a partire dal 1600; tra questi Toynbee e Johannowsky.

Una città che è stata capitale degli Ausoni e che presenta ancora tracce della presenza etrusca. In epoca romana diventò la prima colonia latina ed ebbe il titolo di una delle prime quattro questure dell’Impero romano.
La ceramica a vernice nera dell’Antica Cales del resto è ormai conosciuta in tutto il mondo. Per il resto, presenta numerose testimonianze archeologiche e monumentali in gran parte abbandonate a se stesse, come l’Anfiteatro romano, le Terme del Foro, le Terme di San Leo, il Tempio di Augusto, il Castellum Aquae, i ruderi di Via forma e l’arco di Trionfo; solo il Teatro romano è stato recentemente restaurato.

Lo stesso “Ponte delle Monache”, struttura di epoca etrusca, giace nel più grave stato di abbandono. Altrettanto preziose ed interessanti sono le cosiddette “Puzzole di Palombara”, un’immensa vasca sotterranea di raccolta delle acque, edificata anch’essa in epoca etrusca. La cattedrale romanica di Calvi, del resto ha ottenuto la gratificazione di Monumento nazionale; così come ha ricevuto l’iscrizione al novero dei monumenti tutelati dal ministero ai Beni Culturali, il Palazzo Baronale Zona.

Per tutto quanto sopra esposto, e per tanto altro che si dovrebbe dire riguardo i tantissimi monumenti caleni (il castello angioino-aragonese, il seminario apostolico settecentesco, la dogana borbonica, il casino reale borbonico, la cappella Reale, la chiesa vecchia di Petrulo, le grotte affrescate dei santi e delle Formelle, la grotta dei sette venti e la cattedrale romanica di San Casto vecchio, ecc.) la preghiamo di attivarsi affinché tutti i monumenti caleni (archeologici e monumentali) abbiano maggiore attenzione e valorizzazione. E questo è possibile solo se la Sovrintendenza archeologica rimane a Caserta, magari allargata a quella dei monumenti. Diversamente si rischia di perdere anche i pochi addetti all’ufficio archeologico cittadino.

D’altra parte, spesso, i progetti in corso nell’area archeologica vengono realizzati in collaborazione con la sovrintendenza ai Monumenti di Caserta: vedi il Museo archeologico da realizzare nel castello aragonese, i lavori avviati nei pressi della cattedrale di San Casto che hanno visto emergere strutture romane, e l’eventuale recupero della basilica paleocristiana di San Casto vecchio, costruita sull’antica Palestra romana.

La ringraziamo fin da ora di quanto possa fare per noi.

Sparanise 14 gennaio 2008

Il Sindaco Dott. Giacomo Zacchia