“Oltre l'emergenza: quale futuro per la nostra
terra?”
Portale
di Pignataro Maggiore, 15 gennaio 2008
c.s.o.a. Tempo Rosso
Buona partecipazione all'assemblea pubblica
tenutasi domenica 13 gennaio sul tema dell'emergenza rifiuti. L'incontro, organizzato dal centro sociale Tempo
Rosso, ha visto la partecipazione di alcune componenti
del fronte ambientalista che si sono battute contro l'insediamento di una
discarica a cielo aperto in località Cento Moggi, a Pignataro Maggiore.
Obiettivo della manifestazione è stato, non solo, fare il punto della
situazione in merito alla battaglia portata avanti sul territorio dell'Agro
Caleno, ma anche e soprattutto, condurre una prima riflessione sulla più ampia
problematica della tutela dell'ambiente nel quadro complessivo di una emergenza rifiuti non ancora scongiurata.
Per quanto riguarda la partecipazione, oltre a diversi cittadini provenienti da
tutti i comuni dell'Agro Caleno, è da registrarsi la presenza di una corposa
delegazione del Comitato civico per la difesa del territorio e della salute
pubblica di Pignataro Maggiore, una rappresentanza del comitato di lotta al
sito di stoccaggio di (eco)balle di Carabottoli,
quella di alcuni esponenti politici dell'Agro Caleno
che si sono impegnati nella battaglia contro la discarica, tra cui hanno preso
parola: Raimondo Cuccaro (capo dell'opposizione –
Pignataro Maggiore), Arcangelo Cuccaro ed Antonio Bonaccio (Verso Sinistra - Pastorano),
il sindaco di Calvi Risorta Giacomo Zacchia.
Durante l'incontro, a seguito di una introduzione a
cura degli attivisti del centro sociale Tempo Rosso, sono stati proiettati dei
video-documentari relativi al disastro ambientale in Campania e le sue
ripercussioni sulla salute dei cittadini. In particolare ci si è soffermati
sulla criminale devastazione del territorio acerrano,
(proprio dove si vorrà installare il più grande inceneritore d'Europa), ad opera di eco-mafie ed imprenditori senza scrupoli, sulla
particolare incidenza di alcune malattie gravi, legate al forte inquinamento
del territorio casertano, alla palese assurdità delle
logiche alla base dell'individuazione dei siti per discariche e stoccaggio
attraverso testimonianze da Serre e Terzigno ed,
infine, sui forti benefici derivanti dalle politiche di raccolta differenziata
finalizzata al riuso-riciclo dei rifiuti.
Dopo la proiezione dei video-documentari, si è dato il via al dibattito dal
quale diverse considerazioni e proposte sono emerse. Relativamente
all'emergenza rifiuti e le risposte messe in campo dal Governo in
seguito alle ribellioni delle comunità locali, forte preoccupazione è stata
manifestata da più parti in merito alle scelte dell'esecutivo. In primis, fermo
disaccordo rispetto alla decisione di individuare un super-commissario che, con
poteri molto maggiori dei suoi predecessori, ha la possibilità , tra l'altro, di operare anche in deroga alle valutazioni
di impatto ambientale (VIA). Il sostegno dell'esercito potrebbe rivelarsi,
inoltre, un attacco repressivo verso i cittadini ed una ulteriore
sospensione dei diritti. Tutto ciò, accompagnato ad una riproposizione
dei siti già individuati e della logica “discariche/inceneritori”, lascia ipotizzare
una incapacità, di fatto, di indicare una soluzione
credibile del problema, mentre tonnellate di rifiuti continuano ad occupare le
strade.
In merito alle proposte emerse, è importante rilevare la determinazione a
continuare la battaglia intrapresa a tutela dell'ambiente e della salute
espressa da tutti i soggetti intervenuti, ciò, a partire dalla solidarietà
verso le comunità, da Pianura a Carabottoli, ancora
in lotta per la difesa del proprio territorio, nella convinzione della
necessità di unire le battaglie in un'unica vertenza che chieda
al Governo una netta inversione di tendenza. Ampio consenso, inoltre, sul
proposito di costituire uno o più Osservatori per il monitoraggio del
territorio e delle politiche messe in campo da amministrazioni ed enti locali
per la tutela dell'ambiente, a partire dalla raccolta differenziata
che dovrebbe essere avviata, su indicazione del Governo, nei prossimi quattro
mesi. La bonifica del territorio, resta una necessità improrogabile (si pensi a
quello che è stato ritrovato seppellito a Carabottoli,
proprio dove si vorrebbero le eco-balle), ed una
richiesta ferma degli ambientalisti.
Un altro problema emerso, e che ha attirato l'attenzione dei partecipanti
è stato quello della Esogest, nel comune di Pastorano. Si tratta di un Impianto per lo Stoccaggio, la
Selezione ed il Trattamento di Rifiuti Speciali in Contrada Torre Lupara, alla realizzazione del quale l'amministrazione ha
già dato parere favorevole. I rifiuti che dovrebbero essere trattai
sono: percolato, fanghi, vernici, rifiuti prodotti dai trattamenti chimici,
solventi, bitumi, rifiuti plastici, ossidi metallici, scorie fosforose, ceneri
pesanti, sabbie dei reattori, scorie di fusione, zinco, plastica metalli vari e
altri 400 rifiuti speciali per un quantitativo di quasi 2milioni di tonnellate
l’anno. A fronte di un quadro del genere si rende necessario un intervento dei
soggetti ambientalisti.
In conclusione, se i comitati, le reti ed i movimenti a tutela dell'ambiente
sono riusciti a conseguire un importante risultato politico, è da individuare
nella capacità che queste lotte hanno avuto di scoperchiare il “pentolone
Campania” e far emergere le collusioni, gli intrecci
politico-affaristici, il patto scellerato di settori dello Stato con la
camorra che tengono la nostra regione in uno stato di sospensione dei diritti
democratici, e di continue vessazioni ai danni dei cittadini.
Il meccanismo speculativo, che ha causato il disastro ambientale dei nostri
giorni, non solo è ancora in piedi, ma, si estende, purtroppo, a molti altri
settori che riguardano la vita civile, sociale e politica
delle nostre comunità. Questo meccanismo deve essere spezzato, pena
l'impossibilità di immaginare un futuro per la nostra terra e chi ci vive o ci
vivrà.
Per questo motivo, i movimenti sociali e dei cittadini, che nascono per il
miglioramento delle condizioni di vita di tutti e tutte, hanno il dovere e
l'obbligo di rimarcare la propria autonomia, da tutti i soggetti, partiti ed
istituzioni compresi, che escono dalle vicende degli ultimi mesi privi ormai di ogni credibilità e possibilità di rappresentanza dei
bisogni e delle aspirazioni delle popolazioni della nostra terra. I movimenti
ed i comitati, agendo dal basso come soggetti
auto-organizzati, rivendicano il diritto alla partecipazione alle scelte
politiche e sociali che li riguardano, partecipazione che si inscrive in una
sempre maggiore capacità di autodeterminazione, laddove il principio della mera
delega, verso le forme classiche della politica moderna (come ad es. i partiti
politici), ha ormai dimostrato tutti i suoi limiti e fallimenti nel risolvere i
problemi legati alla gestione della cosa pubblica, alla capacità di preservare
e condividere i beni comuni.
La battaglia per la tutela dell'ambiente rappresenta un momento importante di
questo processo di riappropriazione dello spazio
pubblico ad opera di quanti ne sono stati esclusi, un
passo ulteriore verso la costituzione di nuovi modelli di cittadinanza. Con
determinazione e cocciutaggine, saremo dentro questa battaglia, in un rapporto
virtuoso e mai egemonico con i comitati e le popolazioni in lotta.