SOSTITUITA LA SEGNALETICA DEGLI AUTOVELOX: MIGLIAIA DI VERBALI A RISCHIO ANNULLAMENTO. MONTA LA POLEMICA TRA ZACCHIA E MARROCCO

Calvirisortanews, 21 dicembre 2007

 

Vito Taffuri

 

Sul Corriere di Caserta del 20 dicembre, a pagina 21, è stato pubblicato un articolo dal titolo “Autovelox, l’opposizione dà i moduli per il ricorso: Zacchia interpella la Procura”, che riporta una lunga dichiarazione del primo cittadino. L’articolo è stato firmato da tale “Mapi”, ma lo stile è tipico di certa stampa asservita alla politica che ben conosciamo, ed è scritto in un italiano alquanto approssimativo oltre a contenere delle evidenti sviste di natura giuridica.


Nello stesso il sindaco fa cenno ad un esposto presentato in Procura “per contestare una continua azione di sabotaggio di qualsiasi azione dell’ente, posta in essere a tutti i livelli e con ogni mezzo”. Il riferimento di Zacchia è ad una richiesta della minoranza circa un elenco delle migliaia di contravvenzioni per violazioni al codice della strada che, proprio in questi giorni, stanno per essere notificate ai cittadini (di Calvi Risorta e dintorni) caduti nella rete dei famigerati Traffiphot III-SR: multe salatissime, accompagnate spesso dalla sospensione della patente.


Nella lettera che il sindaco avrebbe inviato alla Procura, stando all’articolo del Corriere, vi sarebbero passaggi in cui il primo cittadino chiede se sia lecito concedere ad un consigliere comunale o ad un privato cittadino una lista riguardante i nominativi e gli indirizzi di persone alle quali sono state contestate le multe dell’autovelox; l’obiettivo dichiarato sarebbe quello di verificare quale sia l’interesse legittimo fondante tali richieste.


Il sindaco conclude il proprio intervento con un invito rivolto ai funzionari tecnici, al segretario comunale e alla polizia municipale “a predisporre quanto di competenza per far in modo che si operi nel rispetto delle procedure della normativa vigente”. Secondo l’articolista poi i consiglieri di opposizione “hanno distribuito ai destinatari delle contravvenzioni degli autovelox comunali, dei moduli di ricorso”.


Invero il nostro sito si è occupato da tempo degli autovelox installati il 9 agosto 2007 dalla giunta Zacchia, documentando le possibili irregolarità inerenti la gara d’appalto, segnalate anche dai consiglieri di minoranza alle autorità competenti. Al riguardo si sono espressi dapprima il Ministero dei Trasporti, con la risoluzione 0076108 del 03/08/2007, e successivamente l’Autorità di Vigilanza, censurando l’appalto in questione sotto diversi profili, definendolo “illogico”, “paradossale”, “ingiustificato” ed immotivato (parole non nostre ma del Ministero dei Trasporti);

l’Autorità di vigilanza sui lavori pubblici ha dato, quindi, precise disposizioni al sindaco di attenersi alle indicazioni contenute nella suddetta risoluzione (finora disattese, se è vero che nel bilancio assestato è stato mantenuto quell’aggio “illogico” ed “ingiustificato” del 42,75% sul riscosso, da corrispondere al noleggiatore degli autovelox); la Procura ha invece aperto l’ennesimo fascicolo d’indagine riguardante appalti aggiudicati durante l’amministrazione Zacchia.

Insomma illegittimità oramai accertate da autorevoli organi di controllo e non soltanto dai consiglieri di minoranza, come il sindaco afferma nella sua intervista, il cui eco è arrivato persino nelle aule del Senato della Repubblica (si veda il nostro articolo del 13 dicembre 2007 “Amministrazione civica Zacchia, il senatore Novi trascina Calvi Risorta in parlamento”).

Abbiamo quindi sentito il dr. Giovanni Marrocco, capogruppo del “Gruppo Misto” nonché tra i primi ad intuire che qualcosa non andasse nell’appalto in questione, il quale replica in questo modo alle dichiarazioni del sindaco: “Siamo di fronte all’ennesima sceneggiata napoletana del sindaco, che con un vittimismo davvero imbarazzante si lagna di quelle che considera come delle azioni di sabotaggio.


Non credo affatto possano essere definite tali delle segnalazioni alle autorità competenti su possibili irregolarità di appalti pubblici, dove in gioco vi è il denaro dell’intera comunità calena; segnalazioni che rientrano tra i doveri di controllo imposti ai consiglieri di minoranza e alle quali si arriva soltanto dopo che le nostre relazioni tecniche ed interrogazioni consiliari – dove si evidenziano delle possibili gravi irregolarità e sprechi enormi di denaro pubblico – vengono del tutto ignorate dal sindaco e dai funzionari, ed accompagnate spesso dal sarcasmo degli amministratori. Segnalazioni e preoccupazioni che, 95 volte su 100, si rivelano purtroppo fondate e trovano l’avallo di autorevoli organi di controllo.


Uno di questi casi è proprio quello del noleggio dei due autovelox, censurato dal Ministero dei Trasporti prima e dall’Autorità di Vigilanza dopo, oggetto di risoluzioni che tanto risalto hanno avuto su riviste specializzate e testate nazionali, destando immenso clamore anche tra gli addetti ai lavori, sgomenti di fronte ad un aggio spropositato del 42,75% da corrispondere al noleggiatore”.


Il riferimento del dr. Marrocco è alla disquisizione tecnica del comandante e commissario della P.M. di Prato, dr. G. Carmagnini, apparsa sul sito specializzato della Maggioli Editore “www.vigilaresullastrada.it” di cui è responsabile, nel quale l’autorevole commentatore, a proposito del contratto stipulato dal comune di Calvi Risorta, afferma testualmente: “È altresì evidente l’illegittimità e il danno ove il sistema a percentuale generi un esoso arricchimento del fornitore a discapito del fruitore, salvo ipotizzare ben altri tipi di responsabilità rispetto a quella meramente contabile, non certo da trascurare ed il caso di cui si è occupato il Ministero, dove il noleggio “costa” all’amministrazione quasi la metà della sanzione, senza alcun limite massimo in relazione al numero degli accertamenti, appare rientrare in questa casistica di esoso arricchimento della ditta fornitrice, con conseguente depauperamento dei proventi spettanti all’amministrazione a cui appartiene l’organo accertatore. Forse, non è il caso di meravigliarsi più di tanto di fronte…un caso…che…appare abbastanza eclatante”.


Il consigliere Marrocco continua dicendo: “Il sindaco, anziché denunciare alla Procura iniziative dei consiglieri del tutto legittime, dovrebbe invece spiegare alla stessa come sia stato possibile aggiudicare una gara di rilevanza comunitaria affiggendo il bando per soli 15 giorni all’Albo Pretorio; spiegare il perché, nonostante i citati pareri ministeriali, notificati al comune prima della messa in funzione degli autovelox, si sia data comunque esecuzione ad un contratto irregolare; spiegare il perché non ha mai tenuto in considerazione quanto abbiamo più volte denunciato in consiglio comunale, a partire da aprile, circa le irregolarità che dopo mesi hanno accertato anche gli organi di controllo; dovrebbe infine spiegare perché si ostina a voler portare avanti un contratto, rescindibile in ogni momento in base ad apposita clausola contrattuale, che potrebbe costringere il comune a sborsare svariati milioni di € per il solo noleggio di apparecchiature che costano 50.000,00 € cadauna, causando così danni erariali e distrazione di fondi pubblici vincolati. Il tutto è avvenuto e continua ad avvenire con “l’assordante silenzio politico” dell’intera maggioranza; nessuna presa di posizione, di fronte ai possibili danni di natura contabile, è stata infatti mai assunta dall’assessore alle finanze”.


Ma lo sfogo del consigliere non si ferma qui, ed entra nel vivo della polemica scatenata da Zacchia:

 

“Il sindaco sembra aver interpellato la Procura, nemmeno fosse diventato un organo consultivo, chiedendo se sia lecita una richiesta con gli estremi delle persone multate, dal momento che non vi sarebbe alcun interesse legittimo fondante tale richiesta. Ebbene vorrei replicare al primo cittadino – che nel fare certe affermazioni dimostra di non aver appreso nemmeno le basi del diritto amministrativo, nonostante tre anni e mezzo di mandato – che egli fa una gran confusione. Una cosa è infatti il diritto d’accesso garantito ad ogni cittadino che abbia un interesse collegato al documento richiesto; cosa diversa è il diritto d’accesso qualificato, garantito ai consiglieri dall’art. 43 del d. lgs. 267/2000, nonché dall’art. 14 dello Statuto comunale. I consiglieri comunali hanno diritto di accesso a tutti gli atti ed il diritto di ottenere dagli uffici tutte le informazioni – senza vincoli se non quello dell’osservanza del segreto – per l’espletamento del proprio mandato; e ciò è funzionale non tanto ad un interesse personale del consigliere medesimo, quanto alla cura di un interesse pubblico connesso al mandato conferito. Il primo cittadino non ha alcun titolo per sindacare il rapporto tra la richiesta di accesso dei consiglieri e l'esercizio del mandato, perché altrimenti egli sarebbe arbitro di stabilire l'ambito del controllo consiliare sul proprio operato: sarebbe come se il sindaco dicesse ad un consigliere “tu puoi controllare soltanto i documenti che dico io, ma non questi altri”; è evidente il paradosso logico, oltre che giuridico, di una simile possibilità che equivarrebbe ad una sorta di dittatura dell’esecutivo. Nel caso specifico, poi, la richiesta è stata ritenuta legittima persino dalla Commissione per l'accesso ai documenti amministrativi, con parere reso nella seduta del 20/11/2006 che, tra le altre cose, è stato allegato anche all’istanza cui fa riferimento il sindaco e che egli, stranamente, non cita nel suo intervento. D’altro canto le decisioni delle Autorità di controllo sono continuamente ignorate e sembrano non aver alcun peso per questa amministrazione”.

Ha davvero un diavolo per capello il dr. Marrocco il quale, quasi a voler mettere la parola fine a certe polemiche sterili, incalza: “È per questo motivo che mi sento di rivolgere ai citati funzionari lo stesso appello rivolto loro da parte del sindaco, vale a dire quello di operare nel rispetto delle procedure della normativa vigente, rilasciando tutti gli atti dovuti ai consiglieri nei termini di legge; siamo infatti ancora in attesa di documenti relativi a richieste inevase, sollecitate anche al sindaco, risalenti addirittura al 12/09/2006!!! Circa il fatto che i consiglieri di opposizione avrebbero distribuito ai destinatari delle contravvenzioni degli autovelox comunali, dei modelli utili per proporre ricorso, non vedo come ciò sia logicamente possibile se non si conoscono chi siano i destinatari delle stesse, dal momento che non è stata ancora evasa la relativa richiesta, pienamente legittima dal punto di vista amministrativo.


In proposito stiamo valutando la possibilità di querelare, per il reato di diffamazione a mezzo stampa, l’articolista ed il caporedattore del Corriere di Caserta che hanno riportato una simile sciocchezza, nonché di controquerelare il sindaco nel caso in cui tali false circostanze fossero state effettivamente segnalate in Procura dal primo cittadino”. Fin qui le dichiarazioni del consigliere Marrocco.


In tema di autovelox dobbiamo invece registrare, a titolo di cronaca, l’avvenuta sostituzione da parte del comune, in data 19/12/2007, della segnaletica di preavviso dei Traffiphot; quella presente in loco dal 9 agosto al 19 dicembre non era infatti conforme alle vincolanti disposizioni del decreto Bianchi, in vigore dallo scorso 3 agosto, che imponeva, sulle strade extraurbane, l’adozione di un segnale con sfondo blu e scritte bianche, mentre quello utilizzato fino al 19 dicembre aveva scritte nere su sfondo bianco, ed era utilizzabile solo su strade urbane dove vi è l’obbligo della contestazione immediata. Sembrerebbero non essere state inoltre rispettate le prescrizioni in termini di grandezza dei segnali e distanze degli stessi dall’autovelox, circostanza che ha influito non poco sull’avvistabilità sia dei segnali che degli autovelox e, di conseguenza, sul numero delle contravvenzioni accertate.


Sono quindi a rischio di annullamento migliaia di verbali, elevati dal 9 agosto 2007 al 19 dicembre 2007, per violazione dell’art. 142, comma 6-bis, del codice della strada, del D.M. Ministero dei Trasporti del 15 agosto 2007, della circolare del Ministero dell’Interno, Dipartimento della Pubblica sicurezza, n° 300/A/1/26352/101/3/3/9 del 20/08/2007, nonché degli articoli 78 e 79 del regolamento di esecuzione del codice della strada. Una clamorosa leggerezza da parte dei funzionari responsabili che rischia di inondare di ricorsi gli uffici del Giudice di Pace di Pignataro Maggiore, ritorcendosi come un boomerang nei confronti del comune, in trepidante attesa di fondi per risanare una situazione finanziaria davvero poco felice.