Il resoconto dell'incontro in prefettura nel comunicato stampa di 'Tempo Rosso'

 

Comunicato Stampa c.s.o.a. Tempo Rosso

 

Portale di Pignataro, 04 dicembre 2007

 

Si è svolto ieri, lunedì 3 dicembre, presso la Prefettura di Caserta, un incontro tra i rappresentati dei movimenti per la tutela dell’ambiente e della salute che lottano contro l’installazione della discarica nell’Agro Caleno, e i rappresentanti dei massimi livelli istituzionali della provincia di Caserta.


All’incontro erano presenti, oltre ai comitati civici, i militanti del centro sociale Tempo Rosso, i sindaci di alcuni comuni dell’Agro Calenoassenti quelli di Sparanise e Calvi Risorta –, il presidente della Provincia Sandro De Franciscis, il Prefetto Maria Elena Stasi, il rappresentante del commissario all’emergenza rifiuti, il questore di Caserta Carmelo Casabona e l’onorevole Giacomo De Angelis (senatore del PdCi e membro della commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse).


Nell’incontro sono state ampiamente esposte le ragioni delno’ alla discarica sia dal punto di vista del disastroso impatto ambientale, sia relativamente ai danni di cui inevitabilmente risentirebbe la produzione agricola della zona, fino al conflitto tra l’investimento di Comune e Regione per il recupero a fini sociali di un bene confiscato alla camorra e il disastroso insediamento.


A ciò si aggiunge il dato, sottolineato in particolare dall’on. De Angelis, di un Agro Caleno già ampiamente esposto ad attacchi all’ambiente (centrale termoelettrica di Sparanise, discariche di rifiuti speciali, cave, ecc.). Dal tavolo, che resta aperto e potrà essere aggiornato su richiesta delle parti, è emerso con forza il totale isolamento del commissariato di governo per l’emergenza rifiuti che, finanche nelle parole del Presidente De Franciscis, è risultato un totale fallimento. Tuttavia, in virtù dei poteri di cui dispone, il commissario ha ribadito la volontà di procedere nella direzione della costruzione della discarica, anche con la forza.


Per parte nostra, dopo aver convenuto sulle perplessità relative all’adeguatezza del sito prescelto per la costruzione della discarica, abbiamo vivacemente contestato la possibilità di definire ‘emergenza’ uno scempio che continua da ben 14 anni e che si lascia alle spalle una situazione disastrosa. Uno sperpero di danaro pubblico inverosimile che non è riuscito a risolvere alcun problema. E, mentre il rappresentante del commissario Pansa continuava a ripetere di essere un tecnico, noi ribadivamo che non possono essere certo i tecnici a decidere del futuro dei cittadini campani, che si rende oggi necessaria la fine immediata del commissariamento, il ritiro di un piano regionale sui rifiuti inaccettabile ed il ritorno alla politica ed alla partecipazione popolare nella risoluzione di questa crisi.


Abbiamo, inoltre, riaffermato la volontà di proseguire la nostra lotta contro la discarica fino alla vittoria ed oltre. Perché, una volta che questa battaglia sarà terminata, il nostro impegno per la tutela dell’ambiente non finirà. Lotteremo contro ogni inadempienza, contro ogni abuso, contro ogni discarica abusiva, vigileremo sugli insediamenti già costruiti e ci impegneremo per la bonifica del territorio e la salvaguardia della nostra vita. Per questo motivo abbiamo esortato le personalità presenti, in particolare il Prefetto, ad implementare il monitoraggio e la prevenzione delle discariche abusive sul nostro territorio, ad adoperarsi per la bonifica e a fare pressioni sugli amministratori dell’Agro Caleno affinché avviino un serio e reale programma di raccolta differenziata ‘porta a porta’, disconoscendo l’incenerimento e le discariche di rifiuti ‘tal quale’ che contrastano con questi obbiettivi.


Abbiamo, inoltre, invitato il Questore a scongiurare l’uso della forza contro i cittadini che lottano per la salvaguardia del proprio territorio, in quanto, se questa vicenda dovesse essere ricondotta ad un problema di mero ordine pubblico, saranno le massime autorità politiche di questo Paese a doverne rispondere.