IL CASO CALVI RISORTA ARRIVA IN PARLAMENTO: IL VERDETTO FINALE ATTESO PER LA PROSSIMA SETTIMANA

            

Calvirisortanews, 15 novembre 2007

 

Salvatore Minieri

 

Consentiteci un filo di presunzione: quando i grandi guerrieri dell’Antichità portavano a compimento una grande battaglia, si sfilavano l’elmo, il pesante casco di bronzo che ne aveva cinto il capo durante le più cruente fasi della lotta sul campo.

 

Oggi facciamo la stessa cosa, quasi a voler emulare Achille sulle spiagge di Troia che, pochi giorni prima che Ulisse costruisse il suo grande Cavallo di legno, smise l’armatura da mirmidone per guardare da lontano la città che veniva espugnata dai greci.

 

Le indagini che hanno come protagonista la macchina amministrativa di Calvi sono arrivate al punto di massima evoluzione. Da fonti a noi molto vicine, possiamo affermare di essere riusciti a portare ilcaso Calvi Risorta’, come ieri lo ha definito un parlamentare, sulle scrivanie dei ministeri competenti.

 

Il nostro compito, fatto di inchiesta e denuncia, ha sortito gli effetti sperati: Calvi non è più un tranquillo centro del casertano, come qualcuno voleva far credere alla sede centrale del Governo nazionale. Oggi, alcuni esponenti del governo hanno preso atto della assoluta precarietà degli equilibri politici e sociali di Calvi.

 

Noi, per correttezza deontologica e coerenza professionale, ci fermiamo a questo punto. Abbiamo svolto in sei mesi la funzione di traghettatori, portando dalle contrade calene fino a Roma gli atti che riguardano la scandalosa gestione dell’Ente amministrativo locale.

 

Le indagini sono in mano alle massime cariche di controllo e vigilanza nazionali e, proprio per consentire la massima serenità di operazioni alle Autorità di vigilanza, non pubblicheremo altri articoli sugli appalti e sulle zone di contiguità tra politica e malaffare a Calvi Risorta. Ora lasciamo che siano i ministeri competenti a svolgere gli ultimi passaggi di inchiesta e valutazione. Il nostro grido d’allarme non è rimasto inascoltato.

 

Ora la parola passa direttamente a Roma.